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Come prevenire violenza domestica e femminicidio ai tempi del Coronavirus

La psicologa e scrittrice Vera Slepoj spiega in che modo è possibile prevenire e contrastare episodi di violenza domestica in questo periodo di convivenza forzata in casa

La violenza domestica ai tempi del Covid-19, potenzialmente favorita dalla coabitazione forzata e dalle restrizioni alla circolazione, può rappresentare un’emergenza nell’emergenza. E’ necessario in questo momento distinguere le varie tipologie di violenza e di aggressività. La grande preoccupazione oggi è che, in uno stato di isolamento e impedimento della libertà e delle vie di fuga, ci possa essere un’esplosione delle situazioni di violenza domestica.

Mancanze di via d’uscita

Il vero problema di oggi consiste nello stare in uno spazio ristretto da parte di soggetti che, in precedenza, avevano vie d’uscita molto importanti durante la quotidianità. I soggetti aggressivi e compulsivi non sempre dirigevano in passato le loro patologie verso i membri della famiglia. Essi prima del Coronavirus sfogavano la propria aggressività verso la società e in altri ambienti lontani da casa. Soprattutto i soggetti narcisistici, poco inclini a rispettare l’altro, possono trovarsi in situazioni di esplosione o di rabbia incontrollata, insofferenza, incapacità di gestire la frustrazione. Essi possono arrivare a vivere stati depressivi maniacali, in cui in realtà si decide l’altrui eliminazione.

Come affrontare il problema della violenza di genere

Il femminicidio ha come base l’abbandono, la separazione, la violenza come riparazione di quello che viene nel soggetto, chiaramente patologico, vissuto come un oltraggio che va punito con la violenza. In questo corto circuito mentale possono arrivare nei soggetti patologici soluzioni violente e negative. Non è detto che le relazioni coniugali siano realmente a rischio, ma è chiaro che l’uso della prevenzione sia indispensabile. Se un soggetto è consapevole di essere in una condizione particolare, deve imparare a prevenire e farsi sostenere, in modo da proteggere sé stesso è l’eventuale nucleo familiare. E’ bene l’uso di servizi di prevenzione come il numero 1522, centro antistalking attivato dalla presidenza del consiglio e gestito dal Telefono Rosa, anche per quelle donne che non necessariamente sono a rischio femminicidio, ma che sono protagoniste di situazioni aggressive-compulsive.

La violenza domestica in famiglia

Il rischio reale è che la perdita di capacità di controllo possa sfociare nell’aggressività e nella violenza verso i vari membri di un nucleo familiare. La paura del contagio, le regole e gli obblighi governativi cambiano la prospettiva mentale. Non è matematico che si diriga necessariamente verso un unico soggetto che è il partner. La preoccupazione che deve metterci in una situazione di allarme è che ci sia un rischio anche per le altre fasce più deboli come gli anziani ed i bambini.

Vera Slepoj

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