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“Chiamami col tuo nome”, viaggio alla scoperta dei luoghi del bestseller di Aciman

Abbiamo amato "Chiamami col tuo nome" per tanti motivi. I personaggi, la trama, la delicatezza, ma anche l'ambientazione, il bucolico paesino di B.

Certi libri ci rubano il cuore, rimanendo impressi nella nostra memoria e suscitando emozioni irripetibili. “Chiamami col tuo nome“, romanzo di formazione nato dalla penna dello scrittore statunitense André Aciman, è uno di questi.

Il titolo originale di “Chiamami col tuo nome” è “Call me by your name”. Racconta di un incontro improvviso e fortuito che, ben presto, si trasforma in un’amicizia forte, ambigua, passionale. I protagonisti sono Elio, un diciassettenne italiano, e Oliver, studente universitario statunitense che si reca in Italia per la sua tesi sul finire degli anni ’80.

Luogo reale o immaginario?

Per una breve parentesi, le vite così diverse dei protagonisti di “Chiamami col tuo nome” si intrecciano, lasciando nei giovani delle tracce indelebili. E così, anche i luoghi che hanno visto nascere il loro amore si impregnano di magia e romanticismo. Tanto che più volte ci chiediamo dove sia ambientato di preciso il romanzo di Aciman.

La risposta non è mai esplicitata nel testo, solo accennata. L’autore racconta di un paesino immaginario, che cita usando la lettera B. Dalla descrizione e dai luoghi che lo circondano, si comprende che si tratta di Bordighera, caratteristica città situata sulla costa ligure di Ponente.

Bordighera, nel cuore della riviera dei fiori

Si trova fra Sanremo e la Costa Azzurra. Bordighera, luogo che ha ispirato l’ambientazione di “Chiamami col tuo nome”, è davvero suggestivo.

La sua collocazione fra le colline e il mare la rende una località poetica, in cui la vegetazione si mescola con armonia al paesaggio antropizzato.

È un paesino talmente caratteristico da aver spinto diverse personalità importanti a soggiornarvi per più o meno tempo. La prima regina d’Italia, per esempio, Margherita di Savoia, vi soggiornò per molti anni nei mesi invernali, per godere dei benefici dell’aria salmastra. E non è l’unica ad essere rimasta affascinata.

Sul finire degli anni ’60 dell’Ottocento, il pittore impressionista Claude Monet si recò con Pierre-Auguste Renoir nei pressi della riviera ligure, e si appassionò talmente tanto dei paesaggi e della vegetazione, che si soffermò in solitudine ben 79 giorni proprio nella città di Bordighera, dove dipinse 38 splendide tele che qualche anno fa sono state esposte in mostra nella cittadina.

Bordighera, cosa visitare 

Il Museo Clarence Bicknell

Fondato da Clarence Bicknell nel 1888, su disegno dell’architetto inglese Clarence Tait e del sanremese Giovenale Gastaldi, costituisce sin dalla sua nascita una tranquilla oasi di raccoglimento e di studio, oltre che di intrattenimento culturale, ove l’illuminato inglese svolse, per oltre un quarantennio, la sua appassionata attività sospesa tra filantropismo e ricerca scientifica, tra amore per la natura e collezionismo.

All’ombra dei due straordinari esemplari di Ficus macrophylla noti anche come Ficus magnolioides Borzì che lo precedono, e da un romantico glicine avvinghiato alla sua facciata, rappresentò il cuore del mondo di Bicknell e della rete delle sue relazioni, che contribuirono a trasformare Bordighera in un luogo di cultura e di incontro internazionale.

Nel Museo sono tuttora conservate le raccolte realizzate da Clarence Bicknell nella sua oltre trentennale attività svolta utilizzando come campo base il museo di Bordighera e la Casa Fontanalba da lui fatta costruire a Casterino.

Il loro insieme dimostra la grande rete di interessi dello studioso inglese: archeologo, botanico, artista, esperantista.

Tra le collezioni visitabili si segnalano il ricco erbario, la collezione di farfalle, l’archivio fotografico, la raccolta archeologica, i documenti esperantisti.

Il centro storico e le ville che hanno ispirato “Chiamami col tuo nome”

Le caratteristiche più interessanti di Bordighera risiedono nel suo centro storico e nelle numerose, bellissime ville che si trovano in città.

Il centro del luogo che ha ispirato “Chiamami col tuo nome” ha un’anima medievale.

La Città Alta mostra ancora oggi le mura del borgo fortificato a forma pentagonale, una fitta rete di vicoli e piazze dove perdersi ammirando le case colorate collegate dai caratteristici archi di sostegno.

In estate il borgo, tra tante manifestazioni ed eventi, si trasforma in un grande museo diffuso, in cui dipinti, sculture e fotografie animano le vie rendendo ogni passeggiata tra i caruggi della città un’esperienza unica.

 

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