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Come insegnare la matematica a scuola in maniera efficace e coinvolgente

Ce lo spiega Giuseppe Paschetto, il professore più bravo d’Italia candidato tra i primi 50 insegnanti per il Global Teacher Prize

MILANO – Fare a meno dei libri di testo a beneficio di metodi sperimentali, eliminare i compiti obbligatori e le insufficienze nelle verifiche, togliere banchi in fila e cattedra per creare postazioni di lavoro cooperativo. Sono questi alcuni dei metodi d’insegnamento introdotti da Giuseppe Paschetto, 63enne insegnante di matematica della scuola media “A. Garbaccio” di Mosso (Biella), nonché il professore più bravo d’Italia in quanto primo italiano tra i primi 50 in gara per il Global Teacher Prize della Varkey Foundation. Autore del libro “Ananda“, abbiamo intervistato Paschetto per parlare della sua opera, del suo metodo d’insegnamento che punta alla “Felicità Interna Lorda” a scuola ed analizzato fenomeni come bullismo e lettura nelle scuole.

Quanto c’è di autobiografico nel tuo libro “Ananda”?
Ci sono diversi elementi autobiografici sia consci che inconsci. Soprattutto c’è il mio vissuto di insegnante e di chimico. Ho cercato di far passare il messaggio che non bisogna mai rinunciare ai propri sogni, anche a quelli più folli, continuare a puntare in alto (in tutti i sensi), avere curiosità e spirito di avventura, mantenersi puliti dentro. Questi sono molti elementi che si ritrovano nel romanzo e che caratterizzano un po’ anche la mia vita personale e professionale.

“Il segreto è nel cuore”. Ci spieghi il significato di questa frase che ben sintetizza il senso del viaggio delle protagoniste del libro?
Il cuore è la vera parola chiave del libro. Un filo rosso che affiora lungo l’intera storia e che si caratterizza in modi diversi. Il cuore come metafora del coraggio ma anche della generosità, il gioiello che consentirà di dare una svolta all’avventura delle quattro ragazze è a forma di cuore, è nel cuore del giorno cioè a mezzogiorno che si celerà in un vecchio orologio il codice segreto che condurrà le ragazze in giro per il mondo, infine a forma di cuore sono i petali della misteriosa Anastiacea su cui si concentra la ricerca delle protagoniste.

Sei il primo italiano tra i 50 insegnanti finalisti del Global Teacher Prize. Cosa è stato apprezzato del tuo lavoro? Quali novità hai apportato al metodo di insegnamento?
Penso sia stato apprezzato lo slancio di innovazione che mi ha portato a fare a meno dei libri di testo a beneficio dei metodi sperimentali MathEmotion e Scienzattiva, eliminare i compiti obbligatori e le insufficienze nelle verifiche, fare a meno dei banchi in fila e della cattedra per creare postazioni di lavoro cooperativo. Alla base di tutto poi c’è l’impegno degli alunni in progetti di cittadinanza attiva sul territorio come quello che ha portato al salvataggio del’isola di Budelli. E puntare alla Felicità Interna Lorda a scuola.

Spesso la cronaca riporta episodi di bullismo nelle scuole, sia da parte di studenti sia da parte degli insegnanti. A tuo parere di chi sono le responsabilità?
Si tratta di cambiare alla radice il sistema scolastico e l’approccio degli insegnanti. E’ assurdo che gli studenti considerino la scuola come una prigione o una caserma da cui andarsene il più in fretta possibile. La scuola deve tornare a essere una leva di riscatto sociale, un luogo in cui gli alunni sono felici di venire sentendola come un bene loro. E’ così che spariscono bullismo, vandalismi, furti per costruire una armoniosa comunità educante. A Mosso lo tocchiamo con mano.

E’ possibile partendo dalla scuola abituare i ragazzi alla lettura vedendola non più come un obbligo, ma come un piacere?
La scuola nella sua globalità deve essere un piacere e non un dovere, questo è il fatto. Naturalmente per raggiungere questo ambizioso obiettivo occorrono insegnanti capaci di mettersi in gioco e di scommettere con coraggio sulla felicità dei loro alunni. Anche la lettura con questo nuovo approccio deve diventare un’attività desiderabile e piacevole.

 

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