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“Il bambino invisibile”, una storia che mette a nudo la pochezza umana e la potenza dell’amore

Una storia di ignoranza e di miseria umana che si svolge nel Cile degli anni ’80

Una storia vera, incredibile che ancora una volta mette a nudo la pochezza umana e allo stesso tempo la potenza dell’amore; una storia di maschilismo, di degrado, di ignoranza e di miseria umana che si svolge nel Cile degli anni ’80 ma che, forse, per certi versi, potrebbe svolgersi oggi a Milano o in qualunque altro luogo.

Siamo pronti ad accettare chi è diverso da noi?

Ci fermiamo a vedere i bisogni degli altri, dei più deboli, di coloro che sono maltrattati?

Un bambino al quale un bruto uccide la madre, che viene frustato, che scappa e vive da solo nel bosco per circa due anni, l’accoglienza della natura e al tempo stesso la sua asprezza, l’incendio della casa del bruto, la solitudine, le malattie, la belluinità umana, l’indifferenza e poi quell’unico inspiegabile gesto di umanità (pietà) del bruto che segnerà la salvezza e condurrà all’amore restituendo al bambino il diritto all’infanzia.

La vicenda come tutte le storie vere colpisce particolarmente, ma colpisce ancor di più perché nella solitudine di Manuel si può scorgere la solitudine dei bambini che si trovano negli istituti, storie tutte diverse tra loro ma tutte accomunate dal dolore, dalla solitudine di questi bambini, dal loro bisogno di amore e di carezze e di essere accettati per quello che sono.

Un ringraziamento a Manuel Antonio per aver fatto conoscere la sua storia e per averci fornito una dimostrazione di come la vita valga sempre la pena di essere vissuta e di come la forza dell’amore possa superare tutto!

 

Silvia Meglio Costanzo

 

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