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Nudisti pescatori e pesci – Racconto di Patrizia Barrese

A treno partito, già a Rignano mi doleva l’animo, mentre salutavo col pensiero i paesaggi che ci accompagnavano in viaggio: cactus e fichi aggrappolati a lambire i binari e i campi di pomodori maturi, colti da mani “nere di terra”. Senza fermata alcuna, fino ad Apricena, i pali svettavano e ruderi di casolari parevan voler prender vita da quel vento alto, mosso dalle ali. Improvvisamente, dove a Chieuti ero pronta a voltare pagina ai ricordi e a sfogliare con rabbia le notizie sperate e disperate, ecco il mare azzurro con i delfini guizzanti a Termoli, affrescati sui muri delle case, e l’arancio degli ombrelloni a voltar le spalle alla calura del sole.

Di questo agosto settembrino, quella visione balneare, era ormai lontana, il treno aveva divorato chilometri. La vista del circo, spense l’emozionante sapore della salsedine e tale e tanto era il desiderio di chiudere e riaprire lo sguardo sott’acqua, galleggiando leggiadra come i natanti rossi che mi erano accanto.

Pesce? Credevo d’esser una scimmia in un vagone, con l’odore penetrante di banana che saliva alle narici. Ma continuava, questo percorso che porge la mano al magone e allunga le distanze dal sognante silenzio pomeridiano e dalle strade che rivedremo imbiancate. Tra piedi scalzi e giocatori incalliti, fra assalti di girasoli e voci stridule di bambini, mancano poche ore al tramonto, e ai graffi di un settembre che durerà 10 mesi.

A smorzare l’entusiasmo agghiacciante del rientro, con Leopardi che entro mi rugge, le parole del controllore spiritoso:” I pesci hanno sbagliato prenotazione, sono al vagone ristorante! “. Ridere? Leggo i suggerimenti di una rivista che suggerisce” come ringiovanire in ferie” a vacanza ormai finita…continuo a sfogliare il viaggio fuori dal finestrino come un quadro dei Macchiaioli. Titolo dell’opera : nudisti pescatori e pesci.

 

Patrizia Barrese

 

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