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“Versicoli quasi ecologici”, la poesia di Giorgio Caproni per il Pianeta

Indirizziamo la poesia"Versicoli quasi ecologici" ai grandi della Terra riuniti al COP27 per sollecitare l'attenzione per la tutela del Pianeta

Mentre i grandi della Terra si sono riuniti al Cop 27 a Sharm El-Sheikh in Egitto, ci permettiamo di stimolare la loro sensibilità con i “Versicoli quasi ecologici” di Giorgio Caproni. Il senso è non perdiamo più tempo nella difesa del nostro Pianeta.

La poesia di Giorgio Caproni rappresenta una lunga e accorata invocazione agli uomini affinché si ricordino che anche loro sono parte della natura, e non possono farle violenza senza colpire se stessi. Credendo di sfruttare le risorse dell’ambiente, di appropriarsi impunemente di ciò che serve loro, gli uomini non si accorgono di impoverirsi, distruggendo le basi della propria stessa vita.

“Versicoli quasi ecologici” una poesia della raccolta Res amissa

La poesia “Versicoli quasi ecologici” di Giorgio Caproni  fa parte della raccolta Res amissa, pubblicata postuma nel 1991. Res amissa rappresenta l’estrema espressione del rapporto del poeta con la propria creazione, la poesia, e con il mondo in cui la poesia stessa deve vivere.

Res amissa è un’espressione latina che letteralmente significa “cosa perduta”. Essa indica di volta in volta la nostra identità, il luogo che siamo chiamati a occupare nel mondo, la dimensione del sacro, la grazia e, infine, la poesia stessa, incapace di trovare cittadinanza in un mondo privato ormai di umanità.

“Versicoli quasi ecologici” si configura così come un estremo lamento sulla condizione dell’uomo moderno, in una società che non sembra più adatta all’individuo. I versi oscillano tra la prosa lirica e il verso breve, in uno sforzo doloroso di dare forma a un senso che non può essere tradotto in parole perché, semplicemente, è anch’esso una “cosa perduta”.

Il rapporto choc sul Clima

Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi di sempre. Nel rapporto annuale delle Nazioni Unite sul clima si legge che si è più che prossimi a superare il limite di riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi. Il rapporto, presentato alla Cop27 che si è aperta a Sharm El-Sheikh in Egitto, è stato redato dall’Organizzazione meteorologa mondiale.

Dallo stesso rapporto si evince che i livelli record di gas serra nell’atmosfera stiano portando il livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai a nuovi massimi aumentando fenomeni climatici estremi dal Pakistan a Porto Rico. Nel rapporto si evidenza ancora che l’anidride carbonica, il metano e il protossido di azoto sono a livelli record nell’atmosfera mentre le emissioni continuano. L’aumento annuale del metano, un potente gas serra, è stato il più alto mai registrato.Inoltre il livello del mare ora sta salendo due volte più velocemente rispetto a 30 anni fa e gli oceani sono più caldi che mai.

Nel 2022 è stato poi superato il record di scioglimento dei ghiacciai nelle Alpi, dove si è registrata una perdita media di 4 metri di altezza. Per la prima volta quest’anno è stata poi registrata pioggia, e non neve, sulla vetta della calotta glaciale della Groenlandia, che si trova a un’altitudine di 3.200 metri. Inoltre l’area di ghiaccio marino antartico è scesa al livello più basso mai registrato, quasi un milione di chilometri quadrati al di sotto della media.

“Versicoli quasi ecologici” il significato del testo

Giorgio Caproni attraverso i suoi “Versicoli quasi ecologici” ammonisce gli uomini invitandoli a non devastare l’ambiente e a non esaltare chi per profitto non rispetta flora e fauna. Il peggio infatti verrà anche qualora venissero a mancare la flora e fauna, elementi assoluti per la biodiversità naturale l’anello magico che è alla base della vita di tutte le specie presenti sulla Terra. Nella poesia Caproni ammonisce gli uomini e allo stesso tempo sottolinea che la natura troverebbe il massimo splendore qualora l’uomo si estinguesse. 

Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra

In questa frase c’è l’essenza del potere distruttivo degli uomini riguardo a tutte le altre altre specie viventi. L’uomo sembra essere l’elemento debole della catena naturale, soprattutto nel rapporto con la biodiversità.

Le parole di Caproni contenute nella poesia sono un’aperta denuncia alle azioni dell’uomo che rovinano sempre di più il nostro paesaggio naturale solamente per egoismo e lucro. 

Per noi che siamo ottimisti l’uomo deve far parte del sistema e dare la propria parte. Certo è molto difficile, ma se si comprende che stiamo mettendo a rischio la nostra vita e quella delle future generazioni (i nostri figli) forse qualche stimolo ad impegnarci di più piuò sicuramente prendere forma e convinzione. E’ giusto il progresso, è giusto cercare di vivere meglio e arrivare ad avere un certo benessere, ma ciò deve essere fatto nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.

Dobbiamo rispettare tutto ciò che fa parte del mondo naturale secondo quanto dice Caproni: dai pesci ai pini, dal lamantino al galagone. Ma ciò è un atteggiamento presuntuoso e irresponsabile, in quanto porterà anche alla fine della specie umana.

“Versicoli quasi ecologici” di Giorgio Caproni

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo.

E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro.

L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.

(1972, dalla raccolta Res Amissa)

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