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Trieste, la poesia di Umberto Saba per la sua città

Lettera d’amore a Trieste, luogo del cuore di Umberto Saba, nella quale racconta tutta la bellezza della sua città

Oggi ricordiamo l’anniversario di uno dei poeti italiani più amati. Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, nacque a Trieste il 9 Marzo 1883 e morì a Gorizia il 25 Agosto 1957. Si iscrisse all’Università di Pisa per seguire i corsi di lettere e successivamente di archeologia ma la sua formazione fu sostanzialmente da autodidatta. Iniziò poi a frequentare tra il 1905 e il 1906 a Firenze l’ambiente de “La Voce” con cui però non si trovò in sintonia. la sua opera più famosa è il “Canzoniere“.

La poesia Trieste e l’amore per la sua città

Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.

Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un’aria strana, un’aria tormentosa,
l’aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.

In questa poesia Saba spiega come i suoi occhi vedono la città. Trieste è un tema molto caro al poeta ed è molto presente all’interno del “Canzoniere”. In questi versi vediamo un amore incondizionato verso quella che è una città affollata e in continuo movimento. Il fatto che si affacci sul porto la rende viva e aperta. La sua “scontrosa grazia” è paragonata qui ad un ragazzaccio dalle mani troppo grandi e dure per regalare un fiore, o ad un amore pervaso dalla gelosia. L’aria che circola a Trieste è strana, ma è l’aria di casa.

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Come accettare la fine di un amore secondo Umberto Saba

Questa frase di Umberto Saba riesce ancora oggi a toccarci nel profondo, dando voce alla nostra paura più grande: perdere chi amiamo

 

Vivere la Trieste di Umberto Saba

Per godersi appieno la città tanto cara al poeta, oggi possiamo seguire un itinerario specifico. Di seguito vi presentiamo le tre tappe principali.

  1. Abitazione – via Francesco Crispi, 56

È la casa dove Umberto e Lina si stabiliscono dopo il rientro del poeta dalla guerra nel 1919. Qui compose “A mia moglie”

  1. Libreria Antiquaria – via S. Nicolò, 30

Nel settembre 1919 Saba e l’amico Giorgio Fano acquistano la libreria di Giuseppe Mayländer, rivenditore di libri usati. Il poeta riuscì a convincere il socio a riaprire l’attività come Libreria Antiquaria. Saba si occuperà della libreria per oltre trentacinque anni.

  1. Caffè Municipio – Piazza dell’unità d’Italia, 5

Dal 1905 Saba e i suoi amici si trovano al caffè Municipio in Piazza Grande. Lì il poeta conobbe Silvio Benco scrittore, giornalista e critico del “Piccolo”, il quale intuì l’originalità della sua poetica.  Dopo la Prima Guerra Mondiale alla compagnia di intellettuali si aggiungono altri membri, tra cui Svevo, Joyce, Quarantotti Gambini e Stuparich.

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