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“Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante Alighieri, il manifesto poetico dell’amore autentico

Scopri il prezioso messaggio di "Tanto gentile e tanto onesta pare" uno dei sonetti più famosi di Dante Alighieri che rende omaggio all'amata e all'amore.

Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante Alighieri è un sonetto che loda la donna amata, la sua Beatrice, che allo sguardo del Sommo Poeta  una figura angelica e spirituale. Non c’è nessun desiderio fisico nei riguardi della donna, all’interno del sonetto, ma, lei è rappresentata come pura grazia e luce divina.

Tanto gentile e tanto onesta pare è un sonetto contenuto nel XXVI capitolo della Vita Nova di Dante Alighieri, opera composta tra il 1282 e il 1293, la prima opera di attribuzione certa dell’autore della Divina Commedia. Vita Nova è un prosimetro di 42 capitoli narrati, nel quale sono inserite 31 liriche (25 sonetti, 1 ballata, 5 canzoni).

È il sonetto di lode più famoso della Vita Nova e nella tradizione letteraria italiana rappresenta per lo “stilo della loda” e per la scuola stilnovista, l’esempio più alto di perfezione e di innovazione.

Ma, leggiamo la poesia di Dante Alighieri, per viverne la magia dei suoi versi e l’immenso tributo che rivolge alla donna che ama.

Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante Alighieri

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

Il manifesto esplicito dell’amore vero

Tanto gentile e tanto onesta pare è una poesia  d’amore di Dante Alighieri che celebra l’aspetto spirituale dell’amore e che rende tributo all’amata. La donna, seguendo i versi del poeta fiorentino, diventa per l’uomo l’energia vitale per migliorarsi in tutti i sensi.

Lo spirito femminile appare al poeta come la virtù più assoluta, la qualità più elevata. Il corpo è il contenitore di questa spiritualità e non assume altra funzione che rendere terreno e manifesto tale spirito.

Il Sommo Poeta in questo sonetto è un osservatore attento, lui è implicitamente presente ma quale cronista di quanto accade. Quando vede arrivare la sua Beatrice rimane incantato.

La moralità la punta più alta di una donna

In Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, dice Dante Alighieri di Beatrice. Lei è portatrice dei più alti valori morali. Basta semplicemente che lei saluti chi incontra, per manifestare gentilezza e onestà d’animo. I due attributi vanno interpretati nell’accezione del periodo in cui Dante scriveva i suoi versi.

Gentile è il simbolo più elevato della nobiltà d’animo, status dei “fedeli d’amore” che si concretizza nell’ascesi spirituale e qualità imprescindibile per la poetica stilnovistica. Onesta, termine tratto dall’etimologia latina, è da intendere come “piena di decoro, di dignitosa bellezza”, denotando pertanto una compostezza di modi ed atteggiamenti che allude esplicitamente alla virtù femminile.

Alla base della poesia c’è quel “pare” utilizzato nel primo verso che non è da intendere come “sembra”. Ha un significato più profondo e universale. È la percezione degli altri che hanno della donna. Un contenitore che non riguarda solo la vista, ma i valori, la reputazione, la bellezza, il rispetto.

Quando si ama davvero è lo spirito che attrae, la fisicità è scontata

Beatrice, in Tanto gentile e tanto onesta pare è una figura angelica, è la donna celeste, divina. Il poeta volutamente non da descrizione della fisicità di lei, evidenzia solo gli occhi, le labbra e il portamento. In modo ragionato, Dante mira ad evidenziare gli elementi che la rendono armonia pura e perfezione. Chi l’ha incontra resta incantato, vorrebbe migliorarsi per essere alla sua altezza.

Beatrice con la sua perfezione avvicina a Dio, è una figura salvifica che spinge a migliorarsi per poter ambire alla sua vicinanza  Le persone che la incontrano subiscono passivamente, oggi si direbbe. il suo enorme carisma. Subiscono la sua influenza e tendono ad abbassare lo sguardo, ammutoliscono, sospirano, vivono la profonda soggezione.

Chi incontra Beatrice prova ammirazione e sono stimolati a migliorarsi per aver la possibilità semplicemente di poter sostenere il suo sguardo, il suo saluto. Lei è come se conducesse a Dio, in quanto per poterle star vicino bisogna a tutti i costi diventare paladini della morale e della moralità.

Beatrice è consapevole del profondo rispetto e ammirazione che le persone hanno nei suoi confronti. È offrendo ancora prova delle sue enormi virtù manifesta benevolenza e umiltà.

Tanto gentile e tanto onesta il maggior tributo all’amata

Certo la descrizione di Dante che fa di Beatrice in Tanto gentile e tanto onesta  potrebbe apparire esagerata. Ma, è certo che di fronte agli occhi del poeta lei appare come “una creatura discesa dal cielo sulla terra per mostrare un miracolo.”

Questa possiamo dire è la punta più alta dell’amore, che anche se può sembrare oggi un po’ esagerato, riesce a sintetizzare ciò che dovrebbe essere una donna per qualsiasi uomo.

I versi di dante dovrebbero nutrire “i maschietti” fin da bambini, per imparare cosa significa avere assoluto rispetto della donna e dell’amata. In un rapporto d’amore l’uomo dovrebbe migliorarsi ogni giorno per mostrare rispetto alla sua donna. Purtroppo la vita e la cronaca ci raccontano un’altra cosa.

La poesia per educare ad amare

Tanto gentile e tanto onesta pare dovrebbe diventare il monumento dell’educazione all’amore e al rispetto della donna, di cui si parla soltanto quando accadono violenze sulle donne e femminicidi. I versi di Dante dovrebbero essere insegnati come si fa con i “comandamenti religiosi”.

Tornando al racconto di Dante Alighieri, nella terza strofa il poeta sottolinea il fascino naturale che trasmette Beatrice a chi la guarda. I suoi occhi sono così intensi che riescono a donare una profonda dolcezza nell’animo di chi ha la fortuna di incontrare il suo sguardo.

E il Sommo Poeta chiude il suo capolavoro associando il volto di Beatrice a quello di un angelo, “un spirito soave pien d’amore”. Dal suo volto emana un’energia così intensa che sembra avvisare le persone del suo arrivo.

Oggi si direbbe, Beatrice è come una “star”, come una grandissima “stella” del cinema o della musica e allo stesso tempo è la donna che ogni uomo vorrebbe incontrare nel proprio percorso proprio per cercare di migliorarsi.

La sua energia è quella che in letteratura si può trovare assimilabile a quella degli angeli, dei grandi mistici che che riescono con il loro volto, con il loro sguardo, con la loro energia a far “sospirare” l’anima.

Tutto questo è l’amore se non si è ancora capito. L’amore è quando si prova per una donna l’assoluto. L’amore vero è quando si fa del tutto per essere migliori nei confronti dell’altra (altro). Non si può parlare di amore se non si vivono queste emozioni, questi sentimenti, questa ammirazione. Quando ami qualcuno la sensazione di vivere con un angelo.

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