In questa poesia/riflessione, Susanna Tamaro ci regala una chiave di lettura diversa per interpretare la solitudine. Leggiamo questi delicati versi in occasione del compleanno della scrittrice triestina, che proprio il 12 dicembre compie 67 anni.
“Solitudine” di Susanna Tamaro
La solitudine è il più straordinario mezzo
per entrare in intimità con noi stessi.
E, paradossalmente, la solitudine
è anche il miglior mezzo
per imparare a comunicare.
Solo conoscendomi,
cioè conoscendo la mia interiorità,
posso parlare all’interiorità dell’altro.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Solitudine”
“Solitudine” è una poesia/riflessione racchiusa all’interno di “Cara Mathilda. Lettere a un’amica”. L’opera, concepita e pubblicata per la prima volta nel 1997, è stata ripubblicata più recentemente, nel 2016, da Bompiani.
Si tratta di una raccolta epistolare a cui Susanna Tamaro dà vita per intrattenere un legame con un’amica africana tornata a vivere nel suo paese natale.
Ogni settimana, per un anno intero, l’autrice scrive a Mathilda e, un po’ come se scrivesse anche a sé stessa in un diario intimo e colmo di pensieri quotidiani, snocciola le sue riflessioni sui temi esistenziali, le sue paure e speranze, le sue idee in merito alla realtà, creando un’opera straripante di tenerezza, di emozioni e, soprattutto, di amicizia.
Il valore dell’intimità con noi stessi
“Solitudine”: una parola che spesso, o almeno per molti di noi, sottintende tristezza e sofferenza. In questa riflessione, Susanna Tamaro la veste di altri significati ben più profondi, ben più preziosi.
Dipinta sin da subito come uno “straordinario mezzo” per entrare in intimità con se stessi, secondo l’autrice essa è anche il miglior modo per entrare in comunicazione con l’altro. E se, da un lato, quest’affermazione potrebbe apparire paradossale, dall’altro, leggendo questi brevi versi, si arriva alla stessa conclusione posta a principio della riflessione.
Stando da soli si imparano cose che in compagnia non potremmo nemmeno immaginare. È da soli che si impara a sconfiggere la paura, spesso. Ed è da soli che possiamo scavare dentro la nostra intimità per ritrovare le emozioni che abbiamo per lungo tempo nascosto.
Riscoprire se stessi per riscoprire gli altri
Riscopriamo il senso della noia, la gioia semplice delle azioni quotidiane che spesso non riusciamo a goderci in compagnia… Un po’ come Hirayama, il protagonista di quel film, “Perfect days”, che ha colpito moltissimi spettatori nel 2023: ci si alza al mattino, si aprono gli occhi e si è da soli, dentro un mondo enorme che ha bisogno anche di noi per andare avanti.
È un percorso lungo, faticoso, soprattutto in un’epoca in cui siamo perennemente connessi – ma spesso non in reale comunicazione – con l’altro. Ma, una volta intrapreso, può donare la via per la serenità. E può insegnarci a comunicare davvero anche con l’altro, dando valore all’attimo che a questo nostro prossimo stiamo dedicando.
Susanna Tamaro
Scrittrice di fama internazionale, Susanna Tamaro è una delle voci più amate del panorama letterario italiano dei nostri giorni.
L’autrice è nata a Trieste il 12 dicembre 1957. Di origini ebraiche per parte di madre, Tamaro è anche lontana parente di Italo Svevo. Le espressioni artistiche la appassionano da sempre.
L’autrice, infatti, studia cinematografia e si diploma in regia col cortometraggio d’animazione L’origine del giorno e della notte, tratto da un mito inca.
Dopo aver collaborato per breve tempo con la neonata Rai, Susanna Tamaro partecipa a un concorso di Marsilio per scrittori emergenti. Nasce così il libro che sancisce il suo esordio letterario: “La testa fra le nuvole”. Da quel lontano 1989, l’autrice ha scritto moltissime opere di grande successo. Prima fra tutte, “Va’ dove ti porta il cuore”, uscito nel 1994 e diventato un best-seller internazionale.