Sei qui: Home » Poesie » “Se tu mi guardi”, una poesia di Neruda sulla forza di due sguardi che si incrociano

“Se tu mi guardi”, una poesia di Neruda sulla forza di due sguardi che si incrociano

Per questo nuovo anno che inizia a svelarsi, con la poesia "Se tu mi guardi con i tuoi occhi" di Pablo Neruda vi auguriamo di incrociare tanti sguardi e di raccoglierne la bellezza.

Da un casuale scambio di sguardi può talvolta scaturire un’incredibile energia, in grado di riassumere in un secondo “milioni di attimi e di parole”. A raccontarci il miracoloso evento è il poeta cileno Pablo Neruda con la poesia “Se tu mi guardi con i tuoi occhi“.

Ve la proponiamo per augurarvi, per questo nuovo anno, ciò che di più prezioso possa capitare a ciascuno di noi: ricevere e diffondere amore in questo mondo che di ricchezza ha sempre più bisogno.

Guardarsi negli occhi, un gesto scontato ma prezioso

Perché “Se tu mi guardi con i tuoi occhi” suscita in noi così tante emozioni?

Quante volte, durante il giorno, ci soffermiamo sullo sguardo delle persone che incrociamo? Quanti occhi incontriamo sulla nostra strada verso il nostro luogo di lavoro? Li vediamo davvero?

Le persone che incontriamo sul nostro percorso, che siano totalmente sconosciute o parte della nostra vita, sono tutte collegate a noi da fili invisibili che non siamo destinati a conoscere, ma che inevitabilmente ci legano gli uni agli altri: ciò che accade a uno è il risultato dell’azione di un altro.

Siamo tutti fatti della stessa sostanza. Tutti amiamo, pensiamo, sogniamo, soffriamo. E se solo avessimo più cura dei nostri sguardi, come ci invita a fare Neruda nella sua “Se tu mi guardi con i tuoi occhi”, il mondo sarebbe un posto migliore. E noi persone migliori.

“Se tu mi guardi con i tuoi occhi” di Pablo Neruda

Se tu mi guardi con i tuoi occhi
dai quali mi viene incontro la tenerezza
e se io guardandoti con i miei occhi
ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni di attimi e di parole,
in questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.

Cento sonetti d’amore

“Se tu mi guardi con i tuoi occhi” è tratta da “Cento sonetti d’amore”, raccolta che rappresenta lo sviluppo, in forme di accentuata originalità e autonomia, di un motivo che viene di lontano.

Il filone da cui scaturisce quest’opera affonda non solo in Stravagario, ma anche e soprattutto nei Versi del Capitano, documento di un’epoca turbolenta in cui l’amore si manifesta in raffiche improvvise, appare dominato da accese note di passione, insidiato da furori e gelosie, agitato da rinunce e ritorni, da condanne e proteste disperate, fino alla definitiva affermazione.

Matilde equivale, per Neruda, alla terra; il bacio dato alla donna rappresenta l’unione con il mondo.

Per il poeta l’amore è elemento che ravviva il mondo, miracolo che si verifica attraverso la presenza della donna.

Pablo Neruda

Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, meglio noto con lo pseudonimo Pablo Neruda, nasce in Cile nel 1904 da un’umile famiglia, che cerca di garantirgli una vita serena e felice nonostante le difficoltà economiche.

Pablo va a scuola e si iscrive persino all’università ma, alla fine, non riesce a portare a termine gli studi, così decide di arruolarsi nel corpo diplomatico cileno.

Così, il giovane viaggia molto, poiché presta servizio in diversi paesi negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Appassionato di lettere e scrittura, Pablo in Spagna fa la conoscenza di García Lorca e di Alberti, che diventano quasi una fonte di ispirazione per l’uomo, che si avvicina alla poesia modernista.

Allo scoppio della guerra civile, l’autore di “Se tu mi guardi con i tuoi occhi” prende una netta posizione contro Franco, e si colloca sempre di più fra quegli intellettuali impegnati che guardano con favore al socialismo.

Perciò, rientrato in Cile, aderisce al Partito Comunista Cileno e si impegna politicamente. Sono questi gli anni in cui Neruda, infatti, viene eletto senatore. Quando la situazione politica cambia in Cile, e gli esponenti del Partito Comunista vengono esiliati, Pablo Neruda è costretto a lasciare nuovamente il suo paese per poi rientrarvi, grazie ad un’amnistia, nel 1952.

Nel frattempo, la sua produzione poetica diventa sempre più amata e celebrata, tanto che nel 1971 viene insignito del Nobel per la Letteratura. Pablo Neruda, che viene riabilitato politicamente con l’elezione del presidente Allende, muore in Cile nel 1973.

© Riproduzione Riservata