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“Se domani non torno”, la poesia contro la violenza sulle donne che ha fatto il giro del web

"Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto". Non minuti di silenzio, ma azioni. Per non permettere più che accada.

C’è una poesia straziante che in questi giorni ha fatto il giro del web in Italia. Si intitola “Se domani non torno“. È simbolo di una lotta che deve interessare tutti noi, quella contro la violenza sulle donne.

La poesia che ha fatto il giro del web

“Se domani non torno” è stata scritta da Cristina Torres Cáceres, giovane attivista peruviana, nel 2011.

Non sappiamo molto altro dell’autrice, se non che è molto attiva nel campo della difesa dei diritti dei popoli indigeni e che ha composto i versi che stiamo per leggere per denunciare l’ennesimo caso di femminicidio perpetrato in Messico.

“Se domani non torno”, conosciuta nella versione spagnola – quella originale – perché più volte proposta dal movimento “Non una di meno”, nato in Argentina nel 2015, è rimbalzata sul web nella sua traduzione italiana a seguito dello struggente discorso che Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha tenuto in diretta tv chiedendo di ricordare la sorella non in modo tacito, con il canonico minuto di silenzio che resta più un simbolo che una presa di posizione.

Elena ha chiesto a gran voce: “Bruciate tutto“. Proprio come chiede l’io lirico protagonista della poesia di Torres Cáceres: “Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto“.

Fare rumore

Fare rumore. Questa è l’intenzione da cui nasce la poesia “Se domani non torno”.

I versi, che sembrano riprodurre una lettera scritta da una donna vittima di violenza alla madre, invitano chi legge a non restare indifferente, a guardarsi dentro per scoprire quanto si possa e si debba ancora fare per estirpare un fenomeno tanto grave e pericoloso.

Grave perché le donne vittime di violenza sono moltissime in tutto il mondo e il numero non sembra diminuire. Pericoloso non solo perché la violenza sulle donne è un atto che spesso sfocia nel femminicidio, ma anche perché essa è frutto di una cultura immersa nel patriarcato e nella disuguaglianza di genere.

Ce lo ha insegnato recentemente anche l’arguto film di Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”: la violenza sulle donne è un atto così radicato nella nostra società che ci sembra normalissimo assistere a certe dimostrazioni di forza guardandole con ingenuità, senza riconoscerne il pericolo e la dannosità.

Ecco perché abbiamo ancora tanta strada da fare. Donne, uomini, tutti. Per non lasciare più da sole le donne vittime di violenza; per non permettere più che questa passi inosservata anche agli occhi delle sue vittime.

“Se domani non torno” di Cristina Torres Cáceres

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).

Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.

Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.

Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.

Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.

Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

 

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