Sei qui: Home » Poesie » Le più belle poesie di Rabindranath Tagore sul valore dell’amore e della vita

Le più belle poesie di Rabindranath Tagore sul valore dell’amore e della vita

Scopri le più belle poesie di Rabindranath Tagore, il celebre scrittore e poeta bengalese Premio Nobel per la Letteratura del 1913.

Nelle sue liriche, come nella sua vita, Rabindranath Tagore espresse la propria passione e la sua convinta ricerca dell’armonia e della bellezza nonostante le difficoltà.

Per “la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, Rabindranath Tagore riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest”, nel 1913 venne insignito del premio Nobel per la Letteratura.

Rabindranath Tagore, la vita di un grande autore

Infanzia e giovinezza

Rabíndranáth Thákhur, in Occidente meglio noto con il nome anglicizzato Rabindranath Tagore, nasce a Calcutta il 7 maggio 1861 da una nobile famiglia bengalese.

Ultimo di quattordici fratelli, Rabindranath non segue degli studi regolari, viene bensì educato dal padre, che si occupa a trecentosessanta gradi del figlio, con cui condivide anche esperienze di viaggio.

Nel 1874, la famiglia vive un momento tragico: la madre di Rabindranath muore, e il giovane va a vivere con il fratello Dwijendranath, che è poeta, musicista e filosofo, e con la cognata. Già in questo periodo, Rabindranath comincia a scrivere e comporre poesie – a questi anni risale anche “Il lamento della natura” –, che subito vengono pubblicate in diverse riviste.

L’età adulta

Nel 1878 compie il suo primo viaggio in Inghilterra e vi rimane 17 mesi. Henry Morley diviene il suo insegnante di letteratura e musica. Al ritorno in patria, Tagore compone il dramma musicale “Il genio di Valmiki” e “I canti della sera”.

Nel 1883 sposa Mrinalini Devi, che ha solo dieci anni e da cui Rabindranath Tagore avrà cinque figli. I due vanno a vivere a Ghazipur. Risale al 1890 un secondo viaggio in Europa, durante cui il poeta visita L’Inghilterra, l’Italia e la Francia. Al ritorno, compone numerose opere, fra drammi, raccolte poetiche e diari di viaggio.

Dal 1902, comincia per l’autore un grande dramma: muore la moglie. Poco dopo, muoiono anche la figlia e il figlio minore. Tagore è devastato dal dolore del lutto, che si riflette nelle poesie scritte in questo periodo.

Nel 1913, dopo un terzo viaggio in Europa e moltissime poesie pubblicate, Rabindranath Tagore viene insignito del Nobel per la Letteratura.

L’uomo, che nell’ultimo periodo della sua vita si dedica alle arti figurative creando più di 2000 disegni e dipinti, muore il 7 agosto 1941.

Le poesie più belle di Rabindranath Tagore

Rileggiamo le poesie più belle del poeta e filosofo bengalese Rabindranath Tagore, nato il  7 maggio 1861 e scomparso il 7 agosto 1941.

1. Io desidero te, soltanto te

Io desidero te, soltanto te
il mio cuore lo ripeta senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell’oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
dalla mia inconscienza risuona questo grido:
”io desidero te, soltanto te”.

Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo amore eppura grida:
”io desidero te, soltanto te”.

 

2. Chi sei tu, lettore 

Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d’anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d’oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d’anno fa.

Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d’anni.

 

3. Non mi accorsi del momento

Non mi accorsi del momento in cui varcai
per la prima volta la soglia
di questa vita

Qual fu la potenza che mi schiuse
in questo vasto mistero
come sboccia un fiore
in una foresta a mezzanotte?

Quando al mattino guardai la luce,
subito sentii che non ero
uno straniero in questo mondo,
che l’inscrutabile, senza nome e forma
mi aveva preso tra le sue braccia
sotto l’aspetto di mia madre.

Così, nella morte, lo stesso sconosciuto
m’apparirà come sempre a me noto.
e poichè amo questa vita
so che amerò anche in morte.

 

4. Cogli questo piccolo fiore

Cogli questo piccolo fiore e prendilo.
Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.

Non so se potrà trovare posto
nella tua ghirlanda,
ma onoralo
con la carezza pietosa della tua mano
e coglilo.

Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l’ora dell’offerta.

Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore finché c’è tempo
e coglilo.

 

5. Morte del bambino

Era vivo, rideva,
camminava e giocava.
Natura, prendendolo che hai avuto?
Tu hai milioni
di uccelli colorati,
foreste, stelle, oceani,
il cielo infinito.
Perché l’hai strappato
dal seno della madre,
l’hai nascosto in seno alla terra
e l’hai ricoperto di fiori?

O Potente Natura
di miriadi di stelle e di fiori,
hai rubato un bambino!
S’è forse ingrandito
il tuo tesoro infinito?
Hai così aumentato d’un granello
La tua felicità?
Eppure, un cuore di mamma,
immenso come il tuo,
con la perdita del bambino
ha perduto tutto!

 

6. Non celare il segreto

Non celare il segreto del tuo cuore,
amico mio.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l’udrà,
non le mie orecchie.

La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.

Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!

 

7. Come una regina

Senza parlare sei arrivata come una
vera regina, di nascosto
hai posato i piedi dentro l’anima.

 

8. Donna

Donna, non sei soltanto l’ opera di Dio,
ma anche degli uomini, che sempre
ti fanno bella con i loro cuori.
I poeti ti tessono una rete
con fili di dorate fantasie;
i pittori danno alla tua forma
sempre nuova immortalità.
Il mare dona le sue perle,
le miniere il loro oro,
i giardini d’ estate i loro fiori
per adornarti, per coprirti,
per renderti sempre più preziosa.
Il desiderio del cuore degli uomini
ha steso la sua gloria
sulla tua giovinezza.
Per metà sei donna, e per metà sei sogno.

 

9. Il coraggio e la certezza dell’amore

Dammi il supremo coraggio dell’amore.
Questa è la mia preghiera:
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.
Temprami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.

Dammi la suprema certezza dell’amore.
Questa è la mia preghiera:
la certezza che appartiene alla vita
nella morte, alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta
nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore,
che accetta l’offesa,
ma disdegna di ripagarla con l’offesa.
Dammi la forza di amare
sempre e ad ogni costo.

 

10. Non abbandonarti

Non abbandonarti, tieniti stretto,
e vincerai.
Vedo che la notte se ne va:
coraggio, non aver paura.
Guarda, sul fronte dell’oriente
di tra l’intrico della foresta
si è levata la stella del mattino.
Coraggio, non aver paura.

Son figli della notte, che del buio battono le strade
la disperazione, la pigrizia, il dubbio:
sono fuori d’ogni certezza, non son figli
dell’aurora.
Corri, vieni fuori;
guarda, leva lo sguardo in alto,
il cielo s’è fatto chiaro.
Coraggio, non aver più paura.

 

11. Amore senza fine 

Mi sembra di averti amato in infinite forme, infinite volte…
Vita dopo vita, età dopo età, per sempre.
Il mio cuore incantato ha fatto e rifatto la collana di canzoni,
Che tu prendi in dono e porti al collo nelle tue molteplici forme,
Vita dopo vita, età dopo età, per sempre.

Ogni volta che sento le antiche cronache dell’amore, il suo dolore secolare,
La sua antica storia di essere separati o insieme.
Mentre fisso il passato, alla fine emergi tu,
Rivestita della luce di una stella polare che buca l’oscurità del tempo:
Diventi un’immagine di ciò che viene ricordato per sempre.

Io e te abbiamo galleggiato qui sul ruscello che sgorga dalla sorgente.
Nel cuore del tempo, l’amore di uno per l’altro.
Abbiamo giocato a fianco di milioni di amanti, condiviso la stessa
Timida dolcezza dell’incontro, le stesse lacrime angosciose dell’addio…
Un amore antico ma le cui forme si rinnovano e si rinnovano per sempre.

Oggi è raccolto ai tuoi piedi, ha trovato la sua fine in te.
L’amore di tutti i giorni dell’uomo, passati e futuri:
Gioia universale, dolore universale, vita universale.
I ricordi di tutti gli amori che si fondono con questo nostro unico amore –
E le canzoni di tutti i poeti del passato e dell’eternità.

 

12. Aspettando l’amore

Nubi su nubi si addensano e si fa buio.
Amore mio, perché mi lasci tutto
solo sulla porta ad aspettarti?
Nei momenti più intensi del lavoro
durante il giorno
sto tra la gente
ma in questo momento
così buio e desolato
solo in te posso sperare.
Se non mi mostri il tuo volto
se mi lasci qui in disparte
non so come riuscirò a sopportare
queste lunghe ore di pioggia.
Osservo in lontananza
l’oscurità del cielo
e il mio cuore gemendo
vaga col vento inquieto.

© Riproduzione Riservata