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“Quando spunta la luna”, la potente poesia di García Lorca che racconta l’animo umano

Quanto è misteriosa e affascinante, la luna piena, che questa sera verrà impreziosita da un'eclissi parziale. Che emozioni suscita in voi? García Lorca la racconta così.

Questa sera una luna piena dalla bellezza surreale brilla nell’oscurità del cielo. L’evento astronomico è reso ancor più speciale da un’eclissi parziale. Quale miglior momento per riflettere sul fascino che questo meraviglioso satellite esercita sugli esseri umani da tempi immemorabili?

Quando spunta la luna” è l’emozionante poesia in cui Federico García Lorca racconta, attraverso l’immagine della luna, ciò che si cela dentro ognuno di noi.

Magia, mistero e oscurità. Così la luna parla di noi

Nella poesia che stiamo per leggere sono racchiusi stimoli di molteplice natura. Attraversando le strofe, ritmicamente cadenzate dall’anafora che dà anche il titolo al componimento, sentiamo emanare dalle parole un misto di bellezza e fascino quasi magici, ma anche una sensazione di mistero e una morsa che assomiglia quasi alla paura.

Poeticità, armonia e musicalità si sposano nelle prime strofe, descrivendo una luna potente, in grado di modificare, dall’alto del suo mondo, l’assetto delle cose di quaggiù: le campane che si tacciono, le strade che diventano “impenetrabili”, il mare che si fonde con terra, fino al cuore dell’uomo, che si sente spaurito e solo.

Poi subentrano altri stati d’animo, ben più cupi e tenebrosi. Quella suggestione delle arance, della “frutta verde e gelata” che sembra quasi parte di un rituale di stregoneria, i “cento volti uguali” della luna e, infine, quella moneta “triste”, che singhiozza, forse a voler costituire un monito, a voler mettere in guardia chi legge.

Perché nelle sue poesie García Lorca canta la stupefacente bellezza della natura e dell’amore, ma anche la cupa aura dell’animo umano, che spesso commette atrocità e delitti e si lascia corrompere dalla guerra.

“Quando spunta la luna” di Federico García Lorca

Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.

Quando spunta la luna,
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell’infinito.

Nessuno mangia arance
sotto la luna piena.
Bisogna mangiare
frutta verde e gelata.

Quando spunta la luna
dai cento volti uguali,
la moneta d’argento
singhiozza nel taschino.

“Cuando sale la luna”

Cuando sale la luna
se pierden las campanas
y aparecen las sendas
impenetrables.

Cuando sale la luna,
el mar cubre la tierra
y el corazón se siente
isla en el infinito.

Nadie come naranjas
bajo la luna llena.
Es preciso comer
fruta verde y helada.

Cuando sale la luna
de cien rostros iguales,
la moneda de plata
solloza en el bolsillo.

 

Federico García Lorca

Federico García Lorca nasce a Fuente Vaqueros, in Andalusia, il 5 giugno 1898 da una famiglia agiata. Da giovane, trascorre un’infanzia spensierata sul piano intellettuale ma travagliata su quello fisico: Federico è molto cagionevole e si ammala spesso.

Studia a Granada, dove si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e passa poi a quella di lettere. In questo periodo, il giovane García Lorca si interessa soltanto alle lettere, all’arte e alla musica, sua grande passione sin da quando il padre gli ha fatto conoscere il pianoforte in tenera età.

Nel 1919, si trasferisce a Madrid per proseguire gli studi. Qui incontra intellettuali del calibro di Luis Buñuel e Salvador Dalí. A questo periodo risalgono le prime fatiche letterarie del giovane, che nel 1920 pubblica il “Libro des poemas” e mette in scena per la prima ed ultima volta “El maleficio de la maríposa”, un dramma teatrale che non ha il successo sperato.

Seguono altri esperimenti letterari che spaziano dalla poesia al genere teatrale, e inseguono la via del surrealismo. L’età adulta è, per Federico García Lorca, un periodo fatto di alti e bassi, in cui spesso si trova faccia a faccia con la depressione dovuta principalmente all’impossibilità di vivere con serenità la sua omosessualità.

È l’esperienza statunitense che, a partire dal 1930, ridà linfa vitale all’esistenza del poeta: interfacciandosi con la società e la cultura d’oltreoceano, si rende conto della disparità che esiste nel mondo e matura la consapevolezza della necessità di un nuovo mondo, più giusto ed equo nei confronti di tutti, indistintamente.

Anche durante il periodo trascorso a Cuba, García Lorca riesce a vivere piuttosto serenamente. Le nuove amicizie e gli impegni letterari lo tengono occupato e gli fanno sentire meno il peso dell’esistenza.

Rientrato in Spagna nel 1930, il poeta intraprende il progetto del teatro popolare ambulante e continua a scrivere e pubblicare opere di successo fino alla morte, avvenuta nel 1936 a causa della sua appartenenza politica. L’intellettuale viene infatti fucilato e gettato in una fossa comune dalle forze franchiste.

Con la dittatura, l’intera produzione del poeta viene messa al bando. È solo con la morte di Franco, nel 1975, che García Lorca ritorna finalmente nell’olimpo della letteratura spagnola.

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