Sei qui: Home » Poesie » “Prima di tutto l’uomo”, la poesia di Nazim Hikmet al figlio

“Prima di tutto l’uomo”, la poesia di Nazim Hikmet al figlio

“Prima di tutto l’uomo.” è una poesia di Nazim Hikmet che il poeta scrive al figlio e che possiamo considerare il suo testamento

“Prima di tutto l’uomo” è la poesia di Nazim Hikmet che vogliamo proporvi per celebrare il suo anniversario che si celebra domani. Il poeta turco, nato a Salonicco il 20 novembre del 1902 e morto a Mosca il 3 giugno del 1963, scrive in una lettera al figlio questo componimento che possiamo considerare il suo testamento poetico.

“Prima di tutto l’uomo”

Non vivere su questa terra
come un estraneo
e come un vagabondo sognatore.
Vivi in questo mondo
come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare,
ma prima di tutto credi all’uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri,
ma prima di tutto ama l’uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca,
dell’astro che si spegne,
dell’animale ferito che rantola,
ma prima di tutto senti la tristezza
e il dolore dell’uomo.
Ti diano gioia
tutti i beni della terra:
l’ombra e la luce ti diano gioia,
le quattro stagioni ti diano gioia,
ma soprattutto, a piene mani,
ti dia gioia l’uomo!

Si deve fare di più

Ciò che Nazim Hikmet vuole insegnare a suo figlio – e poi ad ogni lettore – in “Prima di tutto l’uomo”, è la necessità da parte dell’essere umano di non essere egoista. Il pensare solo a se stessi, infatti, inaridisce il nostro cuore e non ci fa godere di quella felicità fatta di condivisione e empatia. Bisogna imparare a vivere nel mondo dedicandoci a tutto ciò che ci circonda, apprezzandone la bellezza e la complessa semplicità, godere delle meraviglie che abbiamo intorno anche attraverso gli altri, cosa che succede raramente visto che la maggior parte delle persone è gonfia di ego. E dunque Hikmet ci dice con “Prima di tutto l’uomo” di amare prima di tutto l’uomo e conseguentemente la vita che lo contiene.

“Lasciate piangere il mio cuore”, la poesia di Marcel Proust sulla fine di un amore

“Lasciate piangere il mio cuore tra le vostre mani refrattarie” è una poesia di Marcel Proust che parla dell’amore per la sua donna

 

Nazim Hikmet

Nato a Salonicco nel 1901 e morto a Mosca il 3 giugno 1963. Hikmet è una delle più importanti figure della letteratura turca del Novecento e uno dei primi poeti turchi ad usare i versi liberi. studiò anche nell’Accademia della Marina militare che dovette però lasciare per ragioni di salute. Durante la guerra d’indipendenza lavorò come insegnante a Bolu. Studiò poi sociologia presso l’università di Mosca e diventò membro del partito comunista turco. Nel 1938 per le sue attività antinaziste e antifranchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk. Grazie all’intervento di una commissione internazionale della quale facevano parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Jean-Paul Sartre scontò solo 12 anni e nel 1950 venne liberato.

Parlare in versi

Hikmet e le sue poesie sono tra i protagonisti di Parlare in versi“, un libro che nasce dalla convinzione che le belle parole, i versi poetici possono essere la linfa vitale per lo sviluppo di relazioni positive e costruttive. Scritto dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato, l’idea del libro è stata quella di realizzare una guida per aiutare nella scelta, in modo veloce e immediato, della frase più giusta tratta da poesie classiche e più contemporanee da utilizzare a seconda del momento o della situazione.

Alice Turiani

 

© Riproduzione Riservata