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“Pier Paolo Pasolini 100 anni del tuo profumo”, la poesia omaggio a Pasolini

Maria Laura Chiaretti, autrice del libro "Pier Paolo Pasolini il coraggio di essere se stessi" ricorda il celebre intellettuale in occasione del 102° anniversario della nascita dedicandogli la poesia "Pier Paolo Pasolini 100 anni del tuo profumo"

In occasione del 102° anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini, vogliamo ricordare il celebre intellettuale, tra i maggiori esponenti italiani del Novecento, con “Pier Paolo Pasolini 100 anni del tuo profumo”, una poesia a lui dedicata.

Come lui stesso diceva, la poesia è “merce inconsumabile” e “sommo prodotto di civiltà” dalla forte valenza educativa, portatrice di valori in opposizione al genocidio culturale.

La poesia è scritta da Maria Laura Chiaretti, autrice del libroPier Paolo Pasolini il coraggio di essere se stessi“, opera con la quale ha ottenuto all’edizione nel 2023 del “Premio Pelasgola menzione speciale di merito come miglior saggio.

“Pier Paolo Pasolini 100 anni del tuo profumo” , la poesia di Maria Laura Chiaretti 

Dal tramonto all’alba
col tuo profumo
Amaro
Avvolgente
Violento
Struggente
Intenso
l’aria Avvolgi
dolce pensiero
fragranza che si fa Poesia
vibra
ondeggia
il tuo ricordo di umana grandezza
inafferrabile
eterna persistente essenza
anestesia per Anime Ribelli

L’analisi della poesia

Intenso, struggente, ascetico, Pier Paolo Pasolini, come il fiore di Kadupul, tropo di caducità e incanto, persiste in chi ha saputo lasciar sbocciare libero il suo fascino che non è svanito in un nostalgico ricordo durante l’aura notturna arrendendosi alla luce dell’alba e dischiudendo il suo incanto in pochi e intensi attimi.

Pasolini ha riempito l’aria di un profumo unico, amaro e avvolgente, violento e dolce pensiero, incarnando la fertilità di quest’attimo irripetibile.

Dal tramonto all’alba l’aria è così nutrita di una fragranza che si fa Poesia, inafferrabile come la sua anima che ondeggia oggi viva e libera in tutta la sua umana e poetica rara grandezza.

Inafferrabile, se non da chi è ancora capace di scandalizzare e scandalizzarsi, è la sua eternamente persistente essenza e ciò lo rende un’anestesia per Anime Ribelli.

La parola poetica ha l’ardore di guidare chi la legge a maturare un pensiero divergente, libero e attivamente democratico, contro la decivilizzazione culturale e morale dell’uomo moderno.

La poesia ci mette in dialogo con le nostre emozioni connettendoci empaticamente con quelle dell’Altro da sé in un processo di ascolto e dialogo realmente attivi e costruttivo volto a edificare un futuro fatto di amore unificante verso la totalità dell’esistenza umana.

Pier Paolo Pasolini, un’anima ribelle

Il 5 marzo 1922  in via Borgonuovo n. 4, a Bologna “una città piena di portici, protetta dalle sue pietre cariche di storia e di cultura” nasce il libero pensatore del Novecento: Pier Paolo Pasolini.

Come scriverà in “Le Lettere”: «Sono nato in una famiglia tipicamente rappresentativa della società italiana: un vero prodotto d’incrocio… un prodotto dell’unità italiana. Mio padre discendeva da un’antica famiglia nobile della Romagna, mia madre, al contrario, viene da una famiglia di contadini friulani che si sono a poco a poco innalzati, col tempo, alla condizione piccolo-borghese.»

Pier Paolo Pasolini ha percorso una strada per pochi, riuscendo a compiere quel “passaggio al bosco” come scriveva Jünger in “Trattato del ribelle”, in quanto uomo libero e autodeterminato.

Nauseato dalla prepotenza del Potere non si è asservito e sottomesso al meccanismo politico rimanendo con il coraggio di essere se stessi, fedele a se stesso senza autocensurarsi o arretrare di un passo.

È riuscito a immedesimarsi a quelle “vite di scarto”, in coloro che si sono sentite e/o sono state messe ai margini della civile convivenza, sentendosi a loro affratellato da un sentimento di amore unificante.

Pier Paolo Pasolini dà loro voce e volto, scendendo nell’arena gettando, seppur idealmente, il suo corpo nella lotta; in pasto alla ferocia del moralismo giudicante e del giudizio ghettizzante proprio della società dei consumi.

Elegie l’uso strumentale dello scandalo per scuotere le coscienze lobotomizzate, perché insegna, la società ha bisogno di menti e cuori aperti.

E lo fa avendo il coraggio di essere se stesso, scegliendo quindi se stesso nella propria libertà anche attraverso l’esposizione a fini sociali e civili della sua omoaffettività.

Dimostra quindi che scoprire la propria libertà significa avere la responsabilità di difendere la libertà di tutti gli altri.

Il cuore pulsante del mondo pasoliniano è la diversità e lui sublima il suo pensiero, che è sopravvissuto alla sua morte, nell’arte. Arte che nelle sue mani diviene arte pedagogica: poesia, letteratura, giornalismo, teatro e cinema.

Anche da questa scelta emerge il suo “eros pedagogico” in quanto utilizza ogni canale comunicativo per non lasciare indietro nessuno, promuovendo messaggi democratici e comunitari.

Pier Paolo Pasolini individua la bellezza dove non ci si aspetterebbe di trovarla accompagnandoci a comprendere e a guardare l’uomo secondo la sua bellezza che è poi la sua unicità.

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