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“Perché ti amo” di Hermann Hesse, una poesia 100% pura passione

Hermann Hesse con "Perché ti amo" ci regala una poesia piena di energia, di pura passione, che però ci spinge a riflettere su una nuova visione dell'amore.

Perché ti amo di Hermann Hesse è una poesia che mette in scena tutta la forza pulsione, l’energia, la passione che scatena l’amore.

Perché ti amo, fu scritta nel 1898, ed è un vero e proprio inno all’amore con l'”A” maiuscola, l’amore immaturo, non razionale, primitivo, selvaggio.

Una poesia di pura conquista in cui la ricerca spasmodica della persona amata non ammette compromessi. 

Una poesia che oggi potrebbe essere riletta in modo critico. La passione egoistica dell’amore prende il sopravvento annullando la persona amata in nome del possesso. 

Di certo è difficile fare critica alla grandezza di Hermann Hesse, ma i tempi cambiano e questi versi potrebbero aiutare a dare all’amore una visone nuova.

Ma, scopriamo i versi della poesia, prima di poter seguire il ragionamento.

Perché ti amo di Hermann Hesse

Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.

Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.

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Weil ich dich liebe, Hermann Hesse

Weil ich dich liebe, bin ich des Nachts
So wild und flüsternd zu dir gekommen,
Und daß du mich nimmer vergessen kannst,
Hab ich deine Seele mit mir genommen.

Sie ist nun bei mir und gehört mir ganz
Im Guten und auch im Bösen;
Von meiner wilden, brennenden Liebe
kann dich kein Engel erlösen.

Quando l’amore prende il sopravvento

Perché ti amo è una poesia che riesce ad esprimere attraverso i versi  l’aspetto poderoso dell’amore, un mix esplosivo di desiderio, passione, istinto, pulsione, possesso. Un amore intimo senza mediazioni, senza contaminazioni razionali.

Perché ti amo è pura energia. Una poesia da leggere tutta d’un fiato e che ci si può spendere senza vergogna nei momenti in cui si vuol far capire a chi si ama, a chi si desidera quanto è profondo il nostro sentimento. 

L’impeto selvaggio, pulsionale dell’amore diventa imperante nei versi di Hermann Hesse. L’amore tende ad avvolgere ogni cosa, vuole tutto, non riesce a fare mediazioni. 

Al punto di sottrarre anche la parte più intima della persona amata, la sua anima.

 Non c’è via d’uscita l’amore vuole tutto, genera un possesso assoluto. Nessuno può salvare l’altra parte dalla conquista assoluta.

Cosa aggiungere al pathos di questo poema. Si rimane senza fiato. Ma, senza toccare la grandezza di Hermann Hesse, che amiamo,  questa lirica ci fa riflettere su un tema molto importante.

Una nuova visione dell’amore

Oggi, questa poesia potrebbe aprire un dibattito non banale che riguarda sia Perché ti amo, che centinaia di altre poesia di autorevoli e amati poeti sopraffatti dalla conquista totale dell’amore. 

Se leggiamo bene i versi, potremmo, nella nostra era e a ragion veduta, parlare di “amore malato”. In molti poemi dedicati all’amore non è previsto spazio alla separazione, al distacco, alla considerazione di chi ti sta di fronte. 

L’amore come passione non sempre realizza la dedizione assoluta dell’io al tu. Raramente c’è un equilibrio altruistico tra le persone colte dall’amore.

È molto più spesso una possessività egoistica che rivendica il diritto di “rubare l’anima dell’altro”. Nella poesia di Hermann Hesse, l’amante, nonostante le sue migliori intenzioni, compie questo furto, che ha lo scopo di portare l’oggetto d’amore in uno stato di eterna dipendenza.

Questa poesia di Hesse propaga virtualmente l’appropriazione del “tu”. L’amante “selvaggio” di Hesse si ritiene legittimato ad appropriarsi dell’amata, anche se al prezzo dell’eterno annullamento del tu. 

C’è da dire che è difficile mediare quando si ama veramente, altrimenti l’amore si trasforma in qualche altra cosa che meriterebbe una nuova definizione. 

Purtroppo, l’amore pulsione per definizione non comunica molto con la ragione. Quindi, l’educazione delle nostre pulsioni, inquadrate all’interno di un contesto educativo di una nuova visione dell’amore diventa fondamentale.

La poesia e la lettura critica delle stesse può aiutare in questo viaggio. La cultura in cui Hermann Hesse e così tanti altri autori scrissero le loro poesie era diversa. 

I tempi cambiano e ragionando su questi argomenti si potrebbe fare un lavoro molto importante per costruire una visione dell’amore che sposti l’attenzione dall'”IO” al “NOI”. 

Se ci pensiamo sempre di prima persona si parla.

Hermann Hesse, l’artista in viaggio nell’intimo umano

Hermann Hesse è stato uno scrittore, poeta, aforista, filosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946.  Hermann Hesse nasce il 2 luglio 1877 a Calw (Svezia), dove passò la gioventù. Furono anni decisivi per la sua vita, ai quali Hesse ritorna spesso nei suoi libri.

Muore a  Montagnola (Ticino) nel 1962, il luogo collegato al periodo aritistico più fecondo di Hesse. 

La sua produzione, in versi e in prosa, è vastissima e conta quindici raccolte di poesie e trentadue tra romanzi e raccolte di racconti. I suoi romanzi più famosi sono Peter Camenzind 1904, Gertrud 1910, Demian 1919, Siddhartha 1922, Il lupo della steppa 1927, Narciso e Boccadoro 1930 e Il giuoco delle perle di vetro 1943.

I suoi lavori rispecchiano il suo interesse per l’esistenzialismo in particolare Schopenhauer, Nietzsche e Heidegger, lo spiritualismo, il misticismo, non meno della filosofia orientale, specialmente indù e buddhista.

Negli anni 60, ispirandosi alla sua critica al consumismo e al capitalismo americano, fu proprio negli Stati Uniti che Hesse divenne un autore di grido, dopo la sua morte, tra i giovani pacifisti e hippie, che rifiutavano la guerra del Vietnam e la materialità della società occidentale, ma anche il comunismo sovietico.

Assieme a Thomas Mann e Stefan Zweig, Hesse è lo scrittore di lingua tedesca del XX secolo più letto nel mondo, tradotto in più di 60 lingue e con circa 150 milioni di copie vendute in tutto il mondo.

Hermann Hesse, la poesia è etica

Hermann Hesse è insieme a Thomas Mann e Stefan Zweig, lo scrittore di lingua tedesca del XX secolo più letto nel mondo. I suoi libri sono stati tradotti in più di 60 lingue e ne sono stati distribuiti più di 150 milioni di esemplari in tutto il globo, dei quali appena un sesto riguarda le edizioni tedesche.

Per Hesse la poesia è momento etico prima che estetico o letterario. Nell’eleganza dello stile, nella sua raffinata musicale nitidezza, si esprime la necessità di una tormentosa ricerca, attraverso il linguaggio, di un più elevato grado di coscienza e conoscenza.

Nelle poesie, Hermann Hesse, affronta le problematicità dell’essere umano. Tuttavia, sono un vero e proprio atto di fede, ovvero la possibilità che ha ogni anima di poter comprendere, tramite l’intuizione, il senso della vita e della sofferenza. E, tramite questa comprensione, liberarsi ed elevarsi, ponendosi al suo servizio.

I temi romantici non sono adottati solo dal punto di vista letterario. Al contrario, sono intimamente posseduti come espressione compiuta del proprio rapporto col mondo e con le cose.  Sono i sogni di un cuore solitario e sensibile, che non riesce a trovare la sua strada nel mondo e si arrende ora alla lamentela, ora alla rinuncia.

Le poesie di Hesse esprimono talvolta l’emozione folgorante che si verifica quando un suono o un volto della realtà sembrano aderire perfettamente all’immagine soggettiva che ne ha il poeta. Ma tale sensazione esaltante viene subito scansata via dalla consapevolezza della rapida mutevolezza delle cose.

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