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“Niente che sia d’oro dura”, l’emozionante Carpe diem naturale di Robert Frost

Il 26 marzo Robert Frost avrebbe compiuto 150 anni. Lo ricordiamo con il suo emozionante inno al qui e ora, "Niente che sia d'oro dura".

Niente che sia d’oro dura”, recita l’ultimo verso di questa splendida poesia in cui Robert Frost si cimenta in uno dei temi più frequentati della storia della poesia: la caducità della vita e l’importanza dell’attimo presente. Scopriamo questo commovente componimento proprio per commerorare Frost in occasione del 150esimo anno dalla sua nascita.

La vita qui e ora

Cogli l’attimo, vivi con pienezza il tempo che ti è concesso. Il momento che stai vivendo non tornerà indietro, né si fermerà sul nastro della tua esistenza.

La vita non è il passato, né il futuro. È adesso. Qui, ora, mentre leggi queste parole, mentre io le scrivo, mentre qualcuno compie un’azione in apparenza insignificante come bere un bicchier d’acqua e qualcun altro si sta cimentando nell’impresa più importante di sempre. Quanto è rapido lo scorrere del tempo, e con quanta facilità si sgretola l’opera dell’uomo…

A che serve pensare e pensare, ricordare, immaginare, fantasticare senza respirare a pieni polmoni e agire concretamente nel tempo in cui possiamo farlo? Se vuoi cambiare le cose, comincia adesso. Se vuoi dire a qualcuno quanto gli vuoi bene, fallo adesso. Se vuoi gettare via le tue ansie e le tue paure, fallo adesso.

Tutto ciò che non abita il presente è “vita possibile”. Chissà quante vite possibili si nascondono nel ventaglio che ognuno di noi ha a disposizione. Ma adesso siamo qui, nella vita reale. E il primo passo per goderne appieno è esserne consapevoli, come ci racconta Frost nella sua “Niente che sia d’oro dura”.

Un Carpe diem naturale

Il tema della caducità della vita, dello scorrere del tempo e del valore del “qui e ora” ha sempre affascinato artisti e poeti. Uno fra tutti è il componimento che viene subito in mente rimuginando sulla tematica: il Carpe diem di Orazio. Nella sua “Niente che sia d’oro dura”, Robert Frost crea immagini vivide attraverso cui riesce a declinare il tema oraziano nel mondo naturale.

È un connubio emozionante, che parla al lettore in maniera immediata, arrivando dritto al cuore. La versione in inglese, assai musicale, rende i versi ancor più significativi. Attraverso un colore e le analogie del mondo naturale, Frost ci insegna come guardare al mondo per vivere sereni.

“Niente che sia d’oro dura” di Robert Frost

In Natura il primo verde è dorato,
e subito svanisce.
Il primo germoglio è un fiore
che dura solo un’ora.
Poi a foglia segue foglia.
Come l’Eden affondò nel dolore
Così oggi affonda l’Aurora.
Niente che sia d’oro dura.

La versione originale in inglese

Nature’s first green is gold,
Her hardest hue to hold.
Her early leaf’s a flower;
But only so an hour.
Then leaf subsides to leaf.
So Eden sank to grief,
So dawn goes down to day.
Nothing gold can stay.

Robert Frost

Robert Frost nacque a San Francisco il 26 marzo 1874 e morì a Boston il 29 gennaio 1963.

Considerato l’erede di William Wordsworth, è stato un prolifico poeta. Per comporre i suoi versi si ispirava principalmente all’ascolto della natura, cercando di sublimare in parole la bellezza e la ricchezza che solo chi è dotato di una sensibilità non comune riesce a cogliere attraverso i sensi.

L’autore di “Niente che sia d’oro dura” studiò al Dartmouth College e successivamente ad Harvard, senza tuttavia conseguire la laurea. Dopo aver abbandonato l’università, Frost si dedicò a diversi impieghi: fu insegnante, calzolaio, e persino editore dell’opera “Sentinel” di D. H. Lawrence.

La sua fortuna letteraria arrivò solo più tardi, quando con la moglie si trasferì in Inghilterra: negli anni Venti, Robert Frost era il più celebre poeta degli Stati Uniti. Con le sue raccolte poetiche ottenne ben 4 Premi Pulitzer.

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