Domani ricorre l’anniversario dello scrittore e poeta inglese Thomas Hardy, nato a Upper Bockhampton il 2 giugno del 1840 morto a Dorchester l’11 gennaio del 1928. Per l’occasione abbiamo pensato di proporvi la poesia “Neve nei sobborghi”, contenuta nella raccolta “Human Shows” del 1925.
“Neve nei sobborghi”
Ogni ramo n’è carico,
Ogni rametto incurvato;
Ogni forcella è un candido piede palmato;
Ogni strada e ogni marciapiede è fatto muto;
Alcuni fiocchi si sono smarriti, brancolano indietro verso il cielo:
Incontrando quelli che cadano in lente volute, si volgono e ridiscendono.
Gli steccati sono saldati insieme come un muro,
E non c’è fiato di vento nella pioggia di vello lanoso.
Un passero entra nell’albero,
Ed ecco improvviso
Un grumo di neve tre volte il suo piccolo corpo
S’abbatte sopra di lui, gl’inonda la testa e gli occhi.
Lo rovescia,
Quasi lo inurna,
Si posa su un rametto più basso, e l’urto lieve
Sventaglia via una scarica frusciante d’altri grumi adagiati.
Gli scalini sono un pendio imbiancato:
Lo risale con debole speranza
Un gatto nero, grandi occhi e sparuto;
E noi lo si fa entrare.
La magia della neve nelle piccole cose
Thomas Hardy nella prima parte di “Neve nei sobborghi” descrive la neve come una danza. Fiocchi leggeri che si rincorrono, alcuni quasi smarriti. Poi nella seconda parte troviamo gli animali, un passero e un gatto. Hardy amava molto la natura e gli animali che sono spesso ricorrenti nei suoi scritti. Questo componimento ci fa venire voglia di accoccolarsi sul divano con un libro e una coperta, proprio in questi giorni che la neve è tornata ad imbiancare l’Italia. Quella descritta da Thomas Hardy in “Neve nei sobborghi” è una scena piena di pace e tranquillità. Non c’è fretta o tensione tra questi versi. Quando la compose, Hardy, aveva ottantacinque anni. Ne cogliamo, infatti, la capacità matura di attenta osservazione.

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Thomas Hardy
Thomas Hardy nacque a Higher Bockhampton, da un’umile famiglia. Studiò architettura e andò are a Londra per esercitare la professione che abbandonò presto per dedicarsi alla letteratura. Nel 1874 si sposò con Emma Lavinia Gifford e si stabilì Dorchester. Divenne in breve tempo un importante intellettuale, nonché romanziere di successo. Jude l’oscuro è il suo ultimo romanzo e la sua opera più pessimistica e piacque talmente poco al pubblico vittoriano da indurre lo scrittore a pensare di aver raggiunto la fine della prosa; i suoi ultimi lavori sono infatti poesie. Nel 1914, due anni dopo la scomparsa di Emma, si sposò con Florence Emily Dugdale che sarà la sua biografa. Morì al suo tavolo di lavoro nel 1928.
Alice Turiani