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“Natura è ciò che vediamo” (1863) di Emily Dickinson: poesia sull’Ambiente

In occasione del 5 giugno, Giornata Mondiale dell'Ambiente, scopri "Natura è tutto ciò che vediamo" la poesia di Emily Dickinson che ci invita al rispetto dell'ambiente e della natura.

Natura è ciò che vediamo è una poesia di Emily Dickinson che possiamo considerare un vero manifesto alla tutela, alla cura, al rispetto dell’ambiente naturale che ci circonda.

Condividiamo questa poesia per celebrare il 5 giugno, ovvero la Giornata Mondiale dell’Ambiente (World Environment Day), proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. La prima edizione fu nel 1974.

Natura è ciò che vediamo elogia la bellezza e la meraviglia del mondo naturale, sostenendo al contempo che gli esseri umani non hanno la capacità di comprenderne la forza e il significato di questo magico dono.

La poesia fu scritta intorno al 1863 si caratterizza per la lunghezza breve, per il suo stile asciutto e privo di punteggiatura, offrendo un contributo al cambiamento della lirica moderna. Una poesia che ci offre una novità assoluta nella definizione di Natura e di Ambiente.

Emily Dickinson, come spesso ricordiamo, è una di quelle poetesse che attraverso uno sguardo originale ma intimistico, ha saputo interpretare nel migliore dei modi, i sentimenti e le sensazioni umane. 

Ma leggiamo Natura è ciò che vediamo per scoprirne l’immenso valore e l’importante significato.

Natura è ciò che vediamo di Emily Dickinson

“Natura” è tutto ciò che noi vediamo –
Il colle – il Pomeriggio –
Scoiattolo – Eclisse – Calabrone –
No –  Natura è il Paradiso –
Natura è tutto ciò che noi udiamo –
Il Bobolink –  Il mare –
Tuono – il Grillo.
No – Natura è Armonia –
Natura è tutto quello che conosciamo –
Senza avere la capacità di dirlo –
Così impotente è la Nostra Sapienza
Al confronto della sua Semplicità.

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Nature is what we see, Emily Dickinson

“Nature” is what we see—
The Hill—the Afternoon—
Squirrel—Eclipse—the Bumble bee—
Nay—Nature is Heaven—
Nature is what we hear—
The Bobolink—the Sea—
Thunder—the Cricket—
Nay—Nature is Harmony—
Nature is what we know—
Yet have no art to say—
So impotent Our Wisdom is
To her Simplicity.

La Natura è qualcosa di magico e merita assoluto rispetto

In Natura è ciò che vediamo Emily Dickinson ci offre una definizione di “natura”, come tutte le cose che le persone possono percepire attraverso i cinque sensi. La natura esiste in tutte le cose che la gente può “sentire”.

È di fatto ciò a cui diamo il nome di Ambiente, l’essenza di ciò che viviamo senza neppure accorgerci della sua presenza, della sua preziosità. Anzi, facciamo del tutto per distruggere così tanta bellezza. 

La “Natura è il Paradiso”, La “Natura è Armonia”, la combinazione di parti in un insieme perfettamente equilibrato.

La “Natura è ciò che conosciamo”, qualcosa che gli esseri umani percepiscono istintivamente vivendo l’ambiente in modo spontaneo, ma che non si ha la capacità di poter esprimere a parole.

La nostra più grande conoscenza impallidisce in confronto alla semplice esistenza della natura. Questo aprirebbe il campo anche alla conoscenza dell’Intelligenza Artificiale, che può conoscere l’ambiente, ma non avrà mai la fortuna di poterlo percepire in modo naturale attraverso i sensi. 

Quando si parla di sensi, consideriamo anche l’animo, la parte più intima degli esseri umani (e aggiungerei esseri viventi) che sarà quasi impossibile poterla ricreare artificialmente.

La Natura crea emozioni, sentimenti, sensazioni, energia che nessuno potrà mai poter definire ed elaborare fino in fondo. La Natura è assimilabile al Creato, al Divino e nessun calcolatore o scienziato potrà mai sostituirsi alla magia dell’infinito.

L’ambiente è davanti a noi ma non potremo mai comprenderlo

Emily Dickinson con questi versi ci vuole trasmettere che la natura è qualcosa che abbiamo davanti agli occhi, ma di fatto è totalmente incomprensibile, misteriosa, sconosciuta.

Gli esseri umani possono vedere, ascoltare e toccare il mondo naturale, la cui bellezza e il cui splendore esistono intorno a noi. Ma, la più alta “sapienza umana” è totalmente inutile, inerme, limitata di fronte alla “Semplicità” della natura.

Le persone possono essere in grado di percepire istintivamente la natura, ma, sostiene Emily Dickinson con questo poema, non saremo mai in grado di comprenderla appieno o di descriverla a parole.

La poetessa americana tenta ripetutamente di definire la natura nella poesia. Dicono che la natura è qualcosa che “vediamo” e “sentiamo”. La natura prende vita nel paesaggio (cose come la collina e il mare), negli animali (come gli scoiattoli, o i doliconici, tipici uccelli americani simili ai merli), nelle ore del giorno (come il pomeriggio) e negli eventi spettacolari (come le eclissi solari e i temporali).

Tutti questi elementi trasmettono l’incredibile vastità e diversità della natura e riflettono anche l’istinto umano, che cerca di spiegare e categorizzare cercando di dare un nome, una definizione a tutto ciò che lo circonda.

L’Ambiente è troppo rispetto ai limiti degli umani

Tuttavia, Emily Dickinson ritiene che tutto questo non renda conto della piena magia del mondo naturale, perché la natura non può essere contenuta nei limiti della percezione umana.

Infatti, la poetessa rifiuta la definizione di natura come qualcosa che “vediamo” e “sentiamo”, dicendo immediatamente “No” (come a dire: “No, non è giusto”). La natura, sostiene Emily Dickinson, “è il cielo stesso” e “l’armonia”, qualcosa infusa di “Creato”, di “Assoluto”.

La Natura è ls combinazione di parti disparate che si uniscono in un insieme perfettamente in equilibrio.

In definitiva, la poesia vuol trasferire che la natura non può essere ridotta a una semplice definizione. Essa va oltre la comprensione umana, malgrado si cerchi di dare ogni suo elemento una definizione.

Negli ultimi versi, Emily Dickinson ci invita a riflettere sul fatto che “La natura è ciò che conosciamo/ ma non abbiamo capacità per definirlo”. In altre parole, gli esseri umani hanno una familiarità istintiva con la natura, ma non possono tradurre in linguaggio la sua meraviglia.

Tutta la nostra “saggezza”, “sapienza”, “intelligenza” è “impotente” di fronte alla “semplicità” della natura.

Questa “Semplicità” sembra essere un termine generico per indicare il modo in cui la natura esiste. Sfugge alla definizione umana perché non ha bisogno di esseri umani che le diano un senso.

La poesia riconosce così i limiti della comprensione umana, pur celebrando – ma non spiegando – tutto ciò che di vario, vibrante e sorprendente c’è nel mondo naturale.

Dopo aver letto questa splendida poesia avremo un motivo in più per prenderci cura dell’Ambiente e della Natura.

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