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“Natale”, la poesia di Quasimodo che celebra il Presepe

“Natale” è una poesia di Salvatore Quasimodo del 1952 che racconta la magia delle feste attraverso la bellezza del Presepe

L’attesa del Natale è un momento bellissimo, forse quanto il giorno stesso. Anche la poesia ci accompagna in questo periodo di festa e oggi abbiamo pensato di proporvi “Natale”, un componimento di Salvatore Quasimodo del 1952 che racconta la magia delle feste attraverso il Presepe.

“Natale”

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

La ricerca della pace

Nella poesia “Natale” Salvatore Quasimodo osserva il Presepe nella sua perfezione. La rappresentazione della natività che ogni anno entra in quasi tutte le case per portare quel senso di pace tipico di questo periodo. Ed è proprio la pace che sperimenta il poeta nell’ammirare il Presepe, con il cuore pieno e la mente serena. Tutto, ci dice Quasimodo, è preciso e al proprio posto, ogni statuetta e ogni figura rappresentate. Il dilemma però si riflette nel resto dell’umanità. Salvatore Quasimodo sottolinea come non ci sia pace però nel cuore dell’uomo, come esso trovi sempre l’occasione per lottare contro il proprio fratello. Ancora una volta Salvatore Quasimodo suscita una grande riflessione sfruttando l’utilizzo dei versi.

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Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo nacque a Modica il 20 agosto del 1901. Dopo la scuola si trasferì a Roma nel 1919 per frequentare la facoltà di Ingegneria, ma non si laureò. Nel 1929 iniziò a scrivere per la rivista “Solaria”. Il suo genere di poesia lo renderà il maggiore esponente dell’ermetismo italiano. Nel 1934 si trasferì a Milano dove lavorò nel settore editoriale come segretario di Cesare Zavattini. Il dramma della Seconda guerra mondiale lo scosse profondamente, fino a convincerlo alla necessità di una vita sociale più attiva.  Nel 1959 ricevette il premio Nobel per la Letteratura. Morirà a Napoli il 14 giugno del 1968.

Alice Turiani

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