Pablo Neruda è ancora oggi uno dei poeti più amati di sempre. Cileno, controcorrente, intenso, le sue parole hanno segnato più generazioni e continuano a farlo. Attaccato al senso erotico dell’amore e alla vita nella sua parte più carnale, le sue poesie ruotano tutte attorno a temi cari alle nostre esistenze. Questa, in particolare, seppur molto breve, sottolinea un fattore importante delle nostre vite: la rinascita.
Nascere non basta di Pablo Neruda
Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.
La rinascita della vita
Vivere non significa solo respirare. Perché a respirare siamo tutti bravi. Per Pablo Neruda, vivere davvero, significa qualcosa di più: significa rinascere. Ogni giorno abbiamo modo di dare un senso nuovo ad ogni cosa, ogni giorno è un giorno buono per ripartire. La vita ci porta davanti a dolori, ostacoli, piccoli momenti di apparente morte.
Di cambiamento, soprattutto. Ecco perché “nascere non basta.” Perché ad ogni ostacolo noi dobbiamo saper rialzarci, dobbiamo saper rimettere quel gemito da neonati. Nonostante la difficoltà del nostro presente, i cambiamenti repentini, le rinunce, arriverà il giorno in cui questo cambiamento sarà una vera e propria rinascita. Il sole avrà un calore diverso e non sapremo di non essere più gli stessi di prima. Ripartiremo a vivere una vita normale, diversi, cresciuti, e soprattutto, più consapevoli.
Rinascere ogni giorno
Per vivere, non basta respirare e non basta neppure svegliarsi ogni mattina, per ripetere i medesimi gesti, le medesime azioni di ogni giorno. Per vivere pienamente e profondamente, occorre qualcosa in più, ci dice il poeta. Ma è qui la sfida che ognuno di noi si trova ad affrontare quotidianamente: quel qualcosa in più non è definibile. Nessuno ci potrà mai insegnare a vivere, nessuno potrà salvarci dalla nostra fragilità o dal vuoto che portiamo dentro.
Sta a noi, unicamente a noi, trovare quel quid, quel qualcosa che ogni giorno ci permette di rinascere. A partire da un gesto, da una parola detta diversamente, dal coraggio di cambiare anche una piccolissima cosa che non ci sta bene. Il cambiamento, la rinascita iniziano proprio lì, dove meno ce ne accorgiamo. Così, Neruda ci invita a vivere ogni giorno la nostra personale e intima rinascita.
Pablo Neruda
Premio Nobel per la letteratura nel 1971, Pablo Neruda è considerato una delle voci più autorevoli della letteratura contemporanea latino americana. È stato testimone di molti degli eventi cruciali che hanno segnato il XX secolo.
Dalla guerra civile spagnola alla guerra fredda, dai movimenti di liberazione in America Latina alla morte di Salvador Allende. A caratterizzare la produzione poetica di Neruda è una sensibilità acuta, sostenuta da immagini suggestive, ma anche semplici e accessibili a qualsiasi lettore. Quella di Neruda è, infatti, una poesia democratica, che, sotto forma di canto, si addentra nei temi fondamentali della vita: dall’amore alle speranze collettive.
La vita di Pablo Neruda
Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, meglio noto con lo pseudonimo Pablo Neruda, nasce in Cile nel 1904 da un’umile famiglia, che cerca di garantirgli una vita serena e felice nonostante le difficoltà economiche. Pablo va a scuola e si iscrive persino all’università ma, alla fine, non riesce a portare a termine gli studi, così decide di arruolarsi nel corpo diplomatico cileno.
Così, il giovane viaggia molto, poiché presta servizio in diversi paesi negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Appassionato di lettere e scrittura, Pablo in Spagna fa la conoscenza di García Lorca e di Alberti, che diventano quasi una fonte di ispirazione per l’uomo, che si avvicina alla poesia modernista.
Allo scoppio della guerra civile, Neruda prende una netta posizione contro Franco, e si colloca sempre di più fra quegli intellettuali impegnati che guardano con favore al socialismo.
Perciò, rientrato in Cile, aderisce al Partito Comunista Cileno e si impegna politicamente. Sono questi gli anni in cui Neruda, infatti, viene eletto senatore. Quando la situazione politica cambia in Cile, e gli esponenti del Partito Comunista vengono esiliati, Pablo Neruda è costretto a lasciare nuovamente il suo paese per poi rientrarvi, grazie ad un’amnistia, nel 1952.
Nel frattempo, la sua produzione poetica diventa sempre più amata e celebrata, tanto che nel 1971 viene insignito del Nobel per la Letteratura. Pablo Neruda, che viene riabilitato politicamente con l’elezione del presidente Allende, muore in Cile nel 1973.