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Una frase di Pablo Neruda per augurare Buona Pasqua

Per augurare Buona Pasqua, vi proponiamo oggi una frase di Pablo Neruda: un messaggio di speranza per rinascere dall'oscurità

Oggi è Pasqua, festa simbolo di rinascita, pace e speranza. Per iniziare la giornata, vi proponiamo una frase del poeta cileno Pablo Neruda: un messaggio di speranza che squarcia l’oscurità, ma soprattutto un invito a vivere la propria vita all’insegna di una rinascita quotidiana.

“Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.” 

Rinascere ogni giorno, come a Pasqua

Per vivere, non basta essere nati, respirare e non basta neppure svegliarsi ogni mattina, per ripetere i medesimi gesti, le medesime azioni di ogni giorno. Per vivere pienamente e profondamente, occorre qualcosa in più, ci dice il poeta cileno: occorre rinascere.

Ma è qui la sfida che ognuno di noi si trova ad affrontare quotidianamente: quel qualcosa in più non è definibile. Nessuno ci potrà mai insegnare a vivere, nessuno potrà salvarci dalla nostra fragilità o dal vuoto che portiamo dentro.

Ogni giorno abbiamo modo di dare un senso nuovo ad ogni cosa, ogni giorno è un giorno buono per ripartire. Sta a noi, unicamente a noi, trovare quel quid, quel qualcosa che ogni giorno ci permette di rinascere, proprio come Gesù il giorno di Pasqua.

Tutti noi nella nostra vita siamo messi alla prova, abbiamo portato una croce in senso metaforico.  La vita ci porta davanti a dolori, ostacoli, piccoli momenti di apparente morte: ogni volta siamo chiamati a rialzarci, a ripartire, a non arrenderci di fronte alle difficoltà, ma anzi a superarle. E’ per questo “che siamo nati”: per rinascere.

A partire da un gesto, da una parola detta diversamente, dal coraggio di cambiare anche una piccolissima cosa che non ci sta bene. Il cambiamento, la rinascita iniziano proprio lì, dove meno ce ne accorgiamo.

Così, con queste poche ma significative parole, il poeta cileno Pablo Neruda ci invita a vivere ogni giorno la nostra personale e intima rinascita, una Pasqua appunto.

Pablo Neruda, il cantore della vita e della rinascita

Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, meglio noto con lo pseudonimo Pablo Neruda, nasce in Cile nel 1904 da un’umile famiglia, che cerca di garantirgli una vita serena e felice nonostante le difficoltà economiche. Pablo va a scuola e si iscrive persino all’università ma, alla fine, non riesce a portare a termine gli studi, così decide di arruolarsi nel corpo diplomatico cileno.

Così, il giovane viaggia molto, poiché presta servizio in diversi paesi negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Appassionato di lettere e scrittura, Pablo in Spagna fa la conoscenza di García Lorca e di Alberti, che diventano quasi una fonte di ispirazione per l’uomo, che si avvicina alla poesia modernista.

Allo scoppio della guerra civile, Neruda prende una netta posizione contro Franco, e si colloca sempre di più fra quegli intellettuali impegnati che guardano con favore al socialismo.

Perciò, rientrato in Cile, aderisce al Partito Comunista Cileno e si impegna politicamente. Sono questi gli anni in cui Neruda, infatti, viene eletto senatore. Quando la situazione politica cambia in Cile, e gli esponenti del Partito Comunista vengono esiliati, Pablo Neruda è costretto a lasciare nuovamente il suo paese per poi rientrarvi, grazie ad un’amnistia, nel 1952.

Nel frattempo, la sua produzione poetica diventa sempre più amata e celebrata, tanto che nel 1971 viene insignito del Nobel per la Letteratura. Pablo Neruda, che viene riabilitato politicamente con l’elezione del presidente Allende, muore in Cile il 23 settembre 1973 nella Clinica Santa María di Santiago, dodici giorni dopo il golpe guidato da Augusto Pinochet e un giorno prima di recarsi in esilio in Messico con la moglie Matilde Urrutia.

Neruda è stato testimone di molti degli eventi cruciali che hanno segnato il XX secolo: dalla guerra civile spagnola alla guerra fredda, dai movimenti di liberazione in America Latina alla morte di Salvador Allende. A caratterizzare la produzione poetica di Neruda è una sensibilità acuta, sostenuta da immagini suggestive, ma anche semplici e accessibili a qualsiasi lettore.

Quella di Neruda è, infatti, una poesia democratica, che, sotto forma di canto, si addentra nei temi fondamentali della vita: dall’amore alle speranze collettive.

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