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L’eterno fascino della luna in una poesia di Maria Luisa Spaziani

Il 7 dicembre ricorre l'anniversario della nascita di Maria Luisa Spaziani, importante scrittrice, traduttrice e poetessa del XX secolo. La ricordiamo leggendo i suoi bellissimi versi dedicati alla luna, "Luna d'inverno".

Era il 7 dicembre del 1922 quando nasceva a Torino Maria Luisa Spaziani, una delle figure più influenti della letterature del XX secolo in Italia, anche nota per aver intrattenuto un forte legame di amicizia con Eugenio Montale. Le traduzioni dal francese di Maria Luisa Spaziani hanno inciso moltissimo sulla diffusione delle opere d’Oltralpe nel nostro Paese, e le sue poesie sono di rara bellezza, delicate, quasi come se le parole accarezzassero le pagine su cui esse sono state impresse. 

In occasione del centenario dalla nascita di Maria Luisa Spaziani, ricordiamo l’intellettuale torinese leggendo uno dei suoi componimenti più belli, “Luna d’inverno”, contenuto nella raccolta “Le acque del sabato“.

La lirica che leggeremo ricalca il filone classico del canto alla luna, con cui spesso si sono misurati i più grandi poeti di tutti i tempi. Nei versi di Spaziani non ci sono figure retoriche particolari, o lessemi altisonanti, né immagini particolarmente incisive. Ed è proprio nella sua semplice eleganza che risiede la bellezza di “Luna d’inverno”, nella sua raffinata descrizione di un momento intimo come quello in cui i raggi lunari filtrano dalla finestra e portano un bagliore di eternità nella finitezza umana dell’io lirico. 

Luna d’inverno di Maria Luisa Spaziani

Luna d’inverno che dal melograno
per i vetri di casa filtri lenta
sui miei sonni veloci, di ladro,
sempre inseguito e sempre per partire.
Come un velo di lacrime t’appanna
e presto l’ora suonerà…
Lontano,
oltre le nostre sponde, oltre le magre
stagioni che con moto di marea
mortalmente stancandoci ci esaltano
E ci umiliano poi, splenderai lieta
tu, insegna d’oro all’ultima locanda,
lampada sopra il desco incorruttibile
al cui chiarore ad uno ad uno
i visi in cerchio rivedrò, che un turbine
vuoto e crudele mi cancella.

Maria Luisa Spaziani

Maria Luisa Spaziani nasce a Torino il 7 dicembre del 1922. La sua famiglia è particolarmente agiata: il padre è infatti proprietario di un’azienda che produce prodotti chimici e dolciari.

L’interesse e il talento per le materie umanistiche spiccano subito in Maria Luisa Spaziani, che a soli 19 anni dirige una piccola rivista – dal nome “Girasole”, in seguito modificato ne “Il dado” – riuscendo a farvi pubblicare anche opere inedite di autori di spicco come Vasco Pratolini, Sandro Penna e Umberto Saba.

Nello stesso periodo, Maria Luisa Spaziani si iscrive all’università di Torino, in particolare alla facoltà di lingue, e si specializza nell’inglese, nel tedesco e nel francese, la sua vera grande passione. La tesi con cui si laurea è incentrata sulla figura e sull’opera di Marcel Proust.

Dopo la laurea, la donna vive per un certo periodo della sua passione: scrive, traduce – fra gli autori tradotti da Maria Luisa Spaziani figurano Marguerite Yourcenar, Pierre de Ronsard, Jean Racine, Gustave Flaubert, P.J. Toulet, André Gide, Marceline Desbordes Valmore e Francis Jammes -, finché l’azienda di famiglia cade in rovina e l’autrice è costretta a trovare un impiego fisso come insegnante.

Ricca di cambiamenti e colpi di scena, la vita di Maria Luisa Spaziani è stata un percorso in cui si sono mescolati la passione per le lingue straniere e la traduzione, l’amore per la letteratura, la vocazione dell’insegnamento e la grande sete di conoscenza, placata con numerosi viaggi (soprattutto in Francia) e con le letture.

L’autrice, che è senza dubbio da annoverare fra i più grandi scrittori e traduttori italiani del Novecento, ci ha lasciato opere di indicibile bellezza, lavorando per tutta la vita, fino alla scomparsa, avvenuta a Roma il 30 giugno 2014.

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