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“I limoni” (1921) di Eugenio Montale, la forza della semplicità per trovare la speranza e la felicità

Scopri i versi de "I limoni" la poesia che definisce il manifesto poetico di Eugenio Montale. La semplicità quale arma della "ragione" per combattere il pessimismo e l'incertezza.

I limoni di Eugenio Montale può essere considerata come il manifesto poetico dell’autore genovese. Questi alberi fortemente solari infatti grazie alla loro diffusione e presenza diventano la metafora della risposta all’incertezza della vita. 

La poesia di Eugenio Montale taglia i ponti con la tradizione classica, naturalista e decadente prevalente di fine 800 e primo del 900, di poeti come Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, come lui li definisce”i poeti laureati”, proponendo versi che offrono una visione più vera, vicina, reale della vita e del mondo. 

I limoni fu scritta nel 1921 ed è contenuta nella raccolta Ossi di seppia di Eugenio Montale, pubblicata per la prima volta nel 1925 a Torino da Pietro Gobetti. Proprio perché offre il senso poetico dio Montale è la seconda poesia dopo In Limine e apre la sezione Movimenti in apertura della raccolta. 

Ma, leggiamo il testo per capire cosa doveva essere la poesia per Eugenio Montale

I limoni di Eugenio Montale

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
il tedio dell’inverno sulle case,
la luce si fa avara – amara l’anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.

Il Manifesto poetico di Eugenio Montale 

Ci sono poesie che sono in grado di sintetizzare movimenti letterari interi. I limoni di Eugenio Montale si pone tale obiettivo. 

Si avverte subito dall’attacco che Eugenio Montale rivolge ai “poeti laureati”, quelli che come stile poetico preferivano la retorica e la “grandezza” del classicismo e del naturalismo. Per questi i limoni sono troppo semplici e comuni per essere oggetto di poesia. Meglio “le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti”.

Montale ama invece tutto ciò che lo circonda con semplicità come “le strade che riescono agli erbosi/fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.”

L’inno all’esistenza semplice e alle tante verità possibili e non quella assoluta è la forza motrice della filosofia di Montale. È importante sottolineare che in questa fase poetica, il poeta ligure ricorre al correlativo oggettivo, ovvero una tecnica che tende a caricare di forte significato simbolico gli oggetti più dismessi. Gli oggetti dimenticati dalla letteratura.

In questo caso il profumo dei limoni, espresso nella seconda strofa, aiuta a recuperare anche quel senso di leggerezza e di spensieratezza, allontanando lo stesso poeta dalle tragedie della vita. Diventa un modo per eliminare il pessimismo di molta poesia e dare senso alla ragione, quale arma per dare senso all’esistenza.

Nella terza strofa della poesia Eugenio Montale spiega più in profondità il proprio punto di vista. Le cose vere che ci circondano, quelle che siamo abituati a riconoscere immediatamente ci permettono di svelare le risposte che cerchiamo, senza dover a tutti i costi doverci immergere in percorsi profondi che “confondono” l’esistere. 

Il positivismo dei tempi moderni cerca di controllare e misurare tutto ciò che esiste. Le imperfezioni che arrivano dal reale possono benissimo essere considerate delle vie di fuga dove trovare la libertà di poter vivere le proprie piccole verità. In quell’“anello che non tiene” è racchiusa la chiave che, se compresa, può offrire senso e scopo all’intera esistenza.

Ma l”illusione manca

Il ritorno dalla pace naturale, dagli scorci campestri verso il caos della modernità, “nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.” In questo contesto tutto perde forma e si perdono le piccole risposte che possono dare senso all’esistere.

Non c’è classicismo che possa essere raccontato quando la semplicità e la tranquillità lasciano spazio al caos. Tutto diventa chiusura nel contesto cittadino, nel contesto della modernità. “La luce si fa avara – amara l’anima.” Non c’è positività nel momento in cui i piccoli miracoli che la vita ci dona cessano di esistere. 

Si entra nel turbine dell’incertezza trasportati dagli eventi della superficialità. Non restano che delle piccole isole dove trovare solarità, come gli alberi di una corte dal quale emerge “la solarità dei limoni.”

Eugenio Montale anche nel momento in cui la speranza sembra essere perduta, fa risplendere un messaggio di speranza. Basta poco, dei piccoli limoni gialli che riportano alla vita ciò che sembra perduto. 

Un messaggio di grande impatto che in una visone critica di ciò che purtroppo molte volte ci circonda, c’è sempre spazio per ritrovare la via che porta alla gioia e alla felicità.

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