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“Lentamente muore” (2000), la poesia di Martha Medeiros sublime ode alla vita

Scopri la vera "Lentamente muore", la celebre poesia scritta da Martha Medeiros e spesso erroneamente attribuita al poeta cileno Pablo Neruda.

Lentamente muore di Martha Medeiros è una poesia sul coraggio di mettersi in gioco, sulla capacità di saper cambiare e vivere la vita affrontandola a viso aperto.

Solo così si raggiungerà la felicità, riuscendo a non farsi imprigionare dalla noia, dalle abitudini, dalle solite routine, dalle paure, dai falsi limiti.

La vita va vissuta con la dovuta energia, con creatività, con passione, con amore altrimenti si rischia di diventare dei “morti viventi”, degli zombie in balia degli eventi che ci circondano.

Lentamente muore è spesso erroneamente attribuita al poeta cileno Pablo Neruda. In realtà la poesia è di Martha Medeiros, che la pubblicò l’1 novembre 2000 sul quotidiano Zero Hora di Porto Alegre, in Brasile.

Adesso leggiamo A morte devagar, il titolo originale della poesia, la cui traduzione in italiano è Una morte lenta, diventata poi Lentamnete muore.

Anche il testo che vi proponiamo è quello dell’edizione originale scritta da Martha Medeiros e non l’interpretazione della stessa che poi erroneamente è stata attribuita a Pablo Neruda.

Lentamente muore di Martha Medeiros

Muore lentamente chi non cambia idea, non cambia discorso e non evita le proprie contraddizioni.

Muore lentamente chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno lo stesso percorso e gli stessi acquisti al supermercato. Chi non cambia marca, non rischia di indossare un nuovo colore, non parla con persone che non conosce.

Muore lentamente chi fa della televisione il proprio guru e compagno quotidiano. Molti non possono permettersi di comprare un libro o un biglietto del cinema, ma molti sì, eppure si alienano davanti a un tubo di immagini che porta informazioni e intrattenimento, ma che non dovrebbe, anche solo con i suoi 14 pollici, occupare così tanto spazio in una vita.

Muore lentamente chi evita le passioni, chi preferisce il bianco e nero e le spruzzate di colore a un turbinio di emozioni indomabili, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, i sorrisi e i singhiozzi, il cuore che arranca, i sentimenti.

Muore lentamente chi non cambia le carte in tavola quando è infelice sul lavoro, chi non rischia il certo per l’incerto inseguendo un sogno, chi non si permette, per una volta nella vita, di scappare dai consigli più sensati.

Muore lentamente chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova divertimento in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge il proprio amor proprio. Potrebbe trattarsi di depressione, che è una malattia grave e richiede un aiuto professionale. Muore ogni giorno chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente chi non lavora o non studia, e il più delle volte non si tratta di una scelta ma di un destino: quindi un’omissione da parte del governo può uccidere lentamente una buona parte della popolazione.

Muore lentamente chi passa le giornate a lamentarsi della sfortuna o della pioggia incessante, chi rinuncia a un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande su un argomento che non conosce e non risponde quando gli si chiede cosa sa.

Muoiono molte persone lentamente, e questa è la morte più ingrata e infida, perché quando si avvicina davvero, siamo già troppo inesperti per farcela nel breve tempo che ci resta. Quindi lasciamo che il domani sia un giorno lungo per noi. Non potendo evitare una fine improvvisa, evitiamo almeno la morte a piccoli passi, ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo ben maggiore del semplice respirare.

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A morte devagar, Martha Medeiros

Morre lentamente quem não troca de ideias, não troca de discurso, evita as próprias contradições.

Morre lentamente quem vira escravo do hábito, repetindo todos os dias o mesmo trajeto e as mesmas compras no supermercado. Quem não troca de marca, não arrisca vestir uma cor nova, não dá papo para quem não conhece.

Morre lentamente quem faz da televisão o seu guru e seu parceiro diário. Muitos não podem comprar um livro ou uma entrada de cinema, mas muitos podem, e ainda assim alienam-se diante de um tubo de imagens que traz informação e entretenimento, mas que não deveria, mesmo com apenas 14 polegadas, ocupar tanto espaço em uma vida.

Morre lentamente quem evita uma paixão, quem prefere o preto no branco e os pingos nos is a um turbilhão de emoções indomáveis, justamente as que resgatam brilho nos olhos, sorrisos e soluços, coração aos tropeços, sentimentos.

Morre lentamente quem não vira a mesa quando está infeliz no trabalho, quem não arrisca o certo pelo incerto atrás de um sonho, quem não se permite, uma vez na vida, fugir dos conselhos sensatos.

Morre lentamente quem não viaja, quem não lê, quem não ouve música, quem não acha graça de si mesmo.

Morre lentamente quem destrói seu amor-próprio. Pode ser depressão, que é doença séria e requer ajuda profissional. Então fenece a cada dia quem não se deixa ajudar.

Morre lentamente quem não trabalha e quem não estuda, e na maioria das vezes isso não é opção e, sim, destino: então um governo omisso pode matar lentamente uma boa parcela da população.

Morre lentamente quem passa os dias queixando-se da má sorte ou da chuva incessante, desistindo de um projeto antes de iniciá-lo, não perguntando sobre um assunto que desconhece e não respondendo quando lhe indagam o que sabe.

Morre muita gente lentamente, e esta é a morte mais ingrata e traiçoeira, pois quando ela se aproxima de verdade, aí já estamos muito destreinados para percorrer o pouco tempo restante. Que amanhã, portanto, demore muito para ser o nosso dia. Já que não podemos evitar um final repentino, que ao menos evitemos a morte em suaves prestações, lembrando sempre que estar vivo exige um esforço bem maior do que simplesmente respirar.

L’Ode alla vita di Martha Medeiros

Lentamente muore è una poesia di Martha Medeiros, che in tantissimi pensavano, o forse ancora pensano, sia stata scritta da Pablo Neruda. La stessa giornalista e scrittrice brasiliana si è appellata alla fondazione di Pablo Neruda, per rivendicare l’autorialità del proprio capolavoro.

Noi abbiamo fatto un ulteriore tributo a Martha Madeiros, vi proponiamo infatti la reale poesia, così come fu pubblicata dal quotidiano brasiliano Zero Hora, nel 2000, e se si confronta con quella in circolazione in Italia è leggermente diversa.

I poeti del web amano molte volte cambiare le opere o, come in questo caso, anche l’autore, creando caos e soprattutto false convinzioni da parte degli utenti. Per motivo di confronto alla fine potete leggere la poesia che circola su Internet e sui social, che abbiamo definito un “estratto poetico”.

Una curiosità, il 24 gennaio del 2008, Lentamente muore fu letta anche al Senato della Repubblica da Clemente Mastella, in occasione del voto di fiducia che portò alla caduta del secondo governo Prodi, attribuendola a Pablo Neruda.

Il significato di Lentamente muore

Ma, dedichiamoci alla cosa più importante ovvero al messaggio, al significato di questa splendida poesia.

Martha Madeiros ci dona qualcosa che tutti dovremmo fare nostro. La troppa coerenza che a volte cerchiamo ci spinge inevitabilmente a non sperimentare il nuovo. Bisogna essere pronti a “cambiare idea”, non bisogna avere paura delle proprie contraddizioni.

Purtroppo, ci facciamo imprigionare dalle nostre abitudini. Ripetiamo all’ossessione le stesse cose giornalmente, settimanalmente, mensilmente. Bisogna osare e cambiare, in modo da poter gustare e apprezzare cose nuove.

Martha Medeiros punta l’indice sui media, sulla televisione ed oggi sicuramente anche Internet e i social media. Non bisogna vivere dominati dai falsi miti che vengono generati tal tubo catodico e dagli smartphone. Scegliamo un bel libro, andiamo al cinema, distraiamoci e liberiamoci dalla sopraffazione mediatica. Non bisogna essere schiavi del telecomando, della tastiera, del mouse.

Madeiros ci indica che sono destinati alla lenta morte dell’anima chi non si lascia travolgere dalle passioni, dall’amore, dai sentimenti, anche se possono avere degli effetti indesiderati.

Quando si soffire del proprio lavoro bisogna saper cambiare e magari avere il coraggio di rischiare seguendo le proprie inclinazioni, i propri desideri. I sogni vanno seguiti, rinunciando ai facili “consigli sensati”.  Osare diventa necessario per le propri soddisfazioni e per il benessere psicologico.

I viaggi, la lettura, la musica, il divertimento, l’evasione sono fondamentali per la vitalità di tutti.

Bisogna amarsi e quando si soffre il “mal di vivere” avere la capacità di farsi aiutare. Oggi questa è una malattia grave.

Il lavoro e lo studio sono fondamentali per la vita e i governi che non lo comprendono finisco per creare sofferenza ai loro cittadini. Senza questi due diritti fondamentali la popolazione è destinata lentamente a morire individualmente e socialmente.

Il lamento, la sfortuna, la nube fantozziana che ci accompagna sono i peggiori nemici della vita. Non bisogna mai mollare e se si ha in mente un progetto serve il coraggio per portarlo avanti. Bisogna avere l’esigenza di porre delle domande e allo stesso tempo di mettersi a disposizione del prossimo nell’offrigli risposte.

Bisogfna godere della vita, del tempo che abbiamo prima di arrivare alla vera morte, nei confronti di quella si può fare niente. Ma, sulla vita si può decidere di affrontarla al meglio, anzi si deve agire come se domani fosse l’ultimo giorno, “ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo ben maggiore del semplice respirare.”

Cosa aggiungere di fronte ai suggerimenti poetici di Martha Madeiros, che forse è il caso di seguire le sue indicazioni, perché la vita è il dono più grande che ci è stato concesso e come tale va vissuta nel migliore dei modi possibili.

Per motivi di confronto vi proponiamo pure l’estratto poetico che troviamo diffuso su Internet, in modo tale da poter vivere il confronto.

Lentamente muore, l’estratto poetico diffuso in rete 

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

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