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“La verità, vi prego, sull’amore” di W.H. Auden, una poesia alla ricerca del volto dell’amore

"Dicono alcuni che amore è un bambino,/ e alcuni che è un uccello,/ alcuni che manda avanti il mondo,/ e alcuni che è un’assurdità". Qual è il vero volto dell'amore? Ce lo racconta con dolcezza e ironia W.H. Auden in una delle sue poesie più memorabili.

La verità, vi prego, sull’amore” è un’intensa poesia contenuta nell’omonima raccolta di W.H. Auden, che in Italia è giunta all’ottava ristampa.

Tema del componimento, e dell’intera raccolta, è proprio il più nobile dei sentimenti: l’amore costituisce la forza trainante della maggior parte delle nostre azioni e dei nostri sogni.

Auden si interroga sulla sua identità, producendo dieci piccoli capolavori fra cui la poesia che stiamo per leggere.

“La verità, vi prego, sull’amore” di W.H. Auden

Dicono alcuni che amore è un bambino,
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
e alcuni che è un’assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l’aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.

Assomiglia a una coppia di pigiami,
o al salame dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare i lama,
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
È tagliente o ben liscio lungo gli orli?
La verità, vi prego, sull’amore.

I manuali di storia ce ne parlano
in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sul retro degli orari ferroviari.

Ha il latrato di un alsaziano a dieta
o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un po’ di pace?
La verità, vi prego, sull’amore.

Sono andato a guardare nel bersò;
lì non c’era mai stato;
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,
e poi l’aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio,
e non era nemmeno sotto il letto.

Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
La verità, vi prego, sull’amore.

Mi hanno detto che non puoi dimenticare
quello che provi quando lo incontri,
l’ho cercato da quando ero un bambino
ma non l’ho ancora trovato:
sto per avere trentacinque anni
e ancora non so
che tipo di creatura può essere
che riesce a turbare così.

Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull’amore.

“La verità, vi prego, sull’amore”, la raccolta poetica

Ci sono ironia, disillusione, dolcezza e molto altro nella poesia di Auden. Ci sono tutte le domande che ci siamo posti giorno dopo giorno pensando al volto della persona che amiamo; tutte le riflessioni di un cuore in trepida attesa, e quelle di uno spezzato; tutte le paure, le paranoie, la consapevolezza che accumuliamo in anni di esperienza che, quando ci innamoriamo di nuovo, sprofondano nei meandri delle cose perdute o dimenticate.

Il premio Nobel Joseph Brodskij ha così raccontato “La verità, vi prego, sull’amore” e le dieci poesie che compongono la straordinaria raccolta di Auden:

“I temi di queste poesie sono l’amore e la disonestà, i due poli tra i quali ci siamo trovati a soggiornare nel nostro secolo, pronti a gloriarci della loro occasionale divergenza ma bravissimi, anche quando siamo sfortunati, a conciliarli fra loro, a fonderli insieme.

Ci sono buone ragioni se i versi del poeta oscillano tra la più intensa tenerezza e parossismi di indifferenza, e se da queste oscillazioni nasce uno stridente lirismo che non ha precedenti”.

Wystan Hugh Auden

Wystan Hugh Auden, anche noto come W.H. Auden, è stato un poeta, drammaturgo e librettista inglese. Nato il 21 febbraio del 1907 a York, cresce serenamente in una famiglia del ceto medio britannico. Da sempre appassionato di letteratura e filosofia, dopo la laurea a Oxford insegna per un po’ di anni. Tuttavia, nel 1939, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, si trasferisce negli Stati Uniti e prende la cittadinanza americana.

Eccentrico, vivace e profondamente colto, Auden è stato fautore delle dottrine di Marx e Freud, ed è diventato una delle personalità più importanti del XX secolo, caposcuola di un gruppo di poeti d’avanguardia. La sua produzione poetica si caratterizza per la sperimentazione linguistica e per i contenuti sociali, politici e ideologici. Il premio Nobel Joseph Brodskij lo ha definito “la più grande mente del ventesimo secolo”.

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