Sei qui: Home » Poesie » “La spigolatrice di Sapri”, la poesia di Luigi Mercantini per l’impresa di Carlo Pisacane

“La spigolatrice di Sapri”, la poesia di Luigi Mercantini per l’impresa di Carlo Pisacane

“La spigolatrice di Sapri” è una poesia di Luigi Mercantini in memoria dell'impresa tentata da Carlo Pisacane nel 1857

Sono state sollevate diverse polemiche riguardo alla statua della spigolatrice di Sapri inaugurata ieri a Salerno. La donna rappresentata è la lavoratrice dei campi al centro della poesia “La spigolatrice di Sapri” di Luigi Mercantini. Della statua in questione sono state fortemente criticate le forme accentuate e le trasparenze eccessive dell’abito poco coerente con l’epoca. Per questo motivo questa sera vi presentiamo la poesia di Mercantini.

“La spigolatrice di Sapri”

Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!’ ‘
Me ne andava al mattino a spigolare

quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ed è venuta a terra;
sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
Sceser con l’armi e a noi non fecer guerra,
ma s’inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
tutti aveano una lagrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
“Siam venuti a morir pel nostro lido”.
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: “Dove vai, bel capitano?”
Guardommi, e mi rispose: “O mia sorella,
Vado a morir per la mia patria bella”.
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: “V’aiuti il Signore!”
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare:
due volte si scontrâr con li gendarmi,
e l’una e l’altra li spogliâr dell’armi:
ma quando fûr della Certosa ai muri,
s’udirono a suonar trombe e tamburi;
e tra ’l fumo e gli spari e le scintille
piombaron loro addosso più di mille.
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
Eran trecento e non voller fuggire,
parean tre mila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a loro correa sangue il piano:
fin che pugnar vid’io per lor pregai,
ma a un tratto venni men, né più guardai:
io non vedea più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!

“Due amanti felici” di Pablo Neruda, poesia sul vero amore di coppia

“Due amanti felici”, Pablo Neruda celebra l’amore vero di coppia

Scopri la forza di “Due amanti felici” la poesia di Pablo Neruda che celebra la forza dell’amore quale mezzo per vivere in eterno la felicità.

 

Una poesia per la memoria

“La spigolatrice di Sapri” è una poesia che racconta, proprio dal punto di vista della giovane lavoratrice dei campi, la tentata impresa di Carlo Pisacane a Sapri del 1857. La donna, infatti, si trova per caso ad assistere allo sbarco, incontra Pisacane e se ne invaghisce. Parteggia per i trecento e li segue in combattimento, ma finisce per assistere impotente al loro massacro da parte delle truppe borboniche.

 

© Riproduzione Riservata