La pace è una poesia di Alda Merini che denuncia l’orrore della guerra e l’ottusità degli esseri umani orientati alla morte, anziché all’amore. Una poesia che la poetessa milanese dedica a Enrico Baj, uno dei più gradi artisti italiani che contro i conflitti bellici e la follia distruttiva umana sviluppò diverse delle sue opere e che con Merini condividevano pensiero e il piacere dei navigli di Milano dove entrami vivevano.
Una poesia ricca di significato che lascia spazio ad immagini simboliche che fanno capire la follia dei conflitti umani e l’importanza della pace. Un tributo ad un grande artista e amico che con le sue opere ha stimolato la penna di Merini alla realizzazione di questo stupendo componimento poetico. Nelle parole di Alda c’è infatti tutta l’arte di Enrico Baj, le sue opere, il suo pensiero sono l’oggetto e il soggetto del poema.
La pace fa parte della raccolta di poesie Colpe di immagini di Alda Merini, con l’introduzione di Alba Donati e le foto di Giuliano Grittini, pubblicata per la prima volta da Rizzoli a Milano nel 2007.
Leggiamo questa meravigliosa poesia di Alda Merini per condividerne il messaggio e il profondo significato.
La pace di Alda Merini
A Enrico Baj
La pace che sgorga dal cuore
e a volte diventa sangue,
il tuo amore
che a volte mi tocca
e poi diventa tragedia
la morte qui sulle mie spalle,
come un bambino pieno di fame
che chiede luce e cammina.
Far camminare un bimbo è cosa semplice,
tremendo è portare gli uomini
verso la pace,
essi accontentano la morte
per ogni dove,
come fosse una bocca da sfamare.
Ma tu maestro che ascolti
i palpiti di tanti soldati,
sai che le bocche della morte
sono di cartapesta,
più sinuosi dei dolci
le labbra intoccabili
della donna che t’ama.
La pace è la cosa più difficile da imparare e vivere
La poesia inizia con un messaggio chiaro. Enrico Baj era un pacifista convinto, anche se non rinunciava all’attivismo, molta della sua pittura sono la denuncia della società in cui era immerso e che ha vissuto. “La pace sgorga dal cuore” è diventa pittura, nelle sue opere c’è il rosso che evidenzia il sangue, il conflitto. C’è l’essenza di ciò che non dovrebbe essere la vita ed è presente la follia distruttiva degli umani.
L’amore di Baj per la sua arte, finisce per coinvolgere nel profondo Alda Merini. Lei ama la bellezza artistica del pittore, “a volte la tocca” e quell’amore finisce per creare, generare tristezza, in quanto espressione della “morte” e della “tragedia”.
Ad un certo punto Alda Merini utilizza una stupenda metafora per evidenziare l’ottusità degli esseri umani, troppo presi a farsi del male, a distruggere la vita e a dare linfa alla morte.
Far camminare un bimbo è cosa semplice,
tremendo è portare gli uomini
verso la pace
La pace dovrebbe essere una cosa assolutamente scontata, naturale. Ed invece “essi accontentano la morte per ogni dove, come fosse una bocca da sfamare”.
E, poi, la poetessa milanese si rivolge direttamente al “maestro”, ovvero all’amico artista, il quale ha la capacità di saper dare evidenza alla sofferenza, alla tragedia che i poveri soldati sono costretti a dover vivere, loro sono i protagonisti dell’amaro destino della guerra, loro sono i primi a dover morire o a uccidere. Loro sono costretti a dover mutilare la loro esistenza per sempre diventando “morte”.
Le sue opere di “cartapesta” diventano espressione della tragedia della guerra e allo stesso tempo in loro c’è l’amore dell’autore che alla sua arte dedica tutto sé stesso. Tutto il suo amore per la pace, vive nelle sue creazioni, un amore che finisce inevitabilmente per soddisfarlo totalmente.
Il solo piacere dell’artista, si evince dalla poesia, è dipingere e creare in nome di qualcosa di grande di speciale, e in tal senso finisce per non rendersi conto, per non accorgersi dell’amore della donna che l’ama (“le labbra intoccabili della donna che t’ama”), molto probabilmente proprio la meravigliosa Alda Merini.