Sei qui: Home » Poesie » La felicità per Vasco Pratolini

La felicità per Vasco Pratolini

Il 19 ottobre è l'anniversario di Vasco Pratolini, genio neorealista italiano, che ci dona una magica definizione di felicità

Il 19 ottobre nasceva a Firenze, Vasco Pratolini. Celebriamo il padre del neorealismo italiano con una riflessione, che possiamo considerare vera poesia, su La felicità.

Che cos’è la felicità? tante volte ci siamo interrogati su cosa significa in concreto.

Una risposta sembra darla Vasco Pratolini, attraverso una definizione che lascia un po’ d’amarezza, ma che riesce a trasferire il senso del vero, del reale. 

Una risposta che possiamo definire vera poesia. Stralci di versi che donano conoscenza, ricchezza, coscienza. 

Non c’è smanceria nella definizione di felicità donata da Vasco Pratolini, così come in tutto il suo pensiero e nella sua poetica.

C’è il racconto della realtà tipica di coloro che hanno vissuto la guerra, hanno incontrato la povertà vera.

È la realtà di coloro che hanno voluto dare centralità alla periferie, non alle star, ma alle persone vere, quelle di strada, quelle la cui umanità meriterebbe di essere sempre omaggiata.

La Felicità di Vasco Pratolini

… La felicità, dicono, è uno stato di grazia, si prova il desiderio di farne partecipi gli altri, di arricchire l’universo come la neve cova il seme e il sole indora la spiga. Menzogne. Quando si manifesta esteriormente, non è la felicità, ma la sua parodia e spesso sono i poveri di spirito a scambiare le soddisfazioni materiali per il suo esaltante equilibrio…

…. Ora so che la felicità è un sentimento segreto, esclusivo, inquisitorio, dolcissimo e supremamente crudele. Vi si sta arroccati come in un palazzo di ferro e cemento dalle grandi vetrate; nello stesso tempo è un riflesso sull’acqua che non solo la brezza ma anche l’ombra di un passante può alterare.

… E un’altra cosa so della felicità, che essa è muta. È la perfezione e non consente di essere interrogata. Soltanto il suo esatto contrario ce ne offre, benché approssimativa, una misura. Lo specchio della felicità è il dolore, le sue tenebre danno rilievo a delle forme altrimenti accecanti…

 

La definizione di felicità in La costanza della ragione 

Il riferimento poetico de la felicità trae origine da La costanza della ragione, opera matura dello scrittore fiorentino.

Fu scritta nel 1962 e pubblicata per Mondadori l’anno seguente, nel 1963.

Un romanzo ambientato nella Firenze del 1945 e il protagonista è Bruno un giovane che ha perso il padre in guerra.

Bruno è mantenuto dalla madre che fa enormi sacrifici, aiutata da Molluschi, migliore amico del marito e diventato tutore del ragazzo.

Crescendo Bruno abbraccia il comunismo, la cui ideologia segnerà la vita del ragazzo e la stesso amore tormentato e totale con Lori.

Eternamente in conflitto con la rassegnazione tipica dei “vecchi”, Bruno cerca risposte nel pragmatismo della ragione, contrapposta alle incostanze della passione.

Ma, sarà proprio l’amore a scuotere il suo mondo.

La costanza della ragione è un libro che riflette le incertezze ideologiche e politiche dell’Italia degli anni ’50.

Un libro che intreccia le vicende della storia con quelle intime di un esemplare racconto di formazione. 

Vasco Pratolini un narratore in controtendenza

Rispetto ai narratori del suo tempo, Vasco Pratolini non è stato figlio d’arte.

Nato in una famiglia operaia, scrittore autodidatta, prima di approdare alla celebrità svolse una miriade di lavori precari (venditore  di caramelle e bibite,  fattorino d’albergo, cameriere, tipografo, operaio di fabbrica, agente di commercio, ecc.).

Mestieri umilissimi che lo debilitarono anche fisicamente,  tanto da condurlo ad un ricovero in sanatorio.

Superata la malattia, Pratolini fu successivamente dedito ad un’intensa attività letteraria, collaborando dapprima con alcune riviste dell’epoca e divenendo di poi romanziere a tempo pieno.

L’originalità di Vasco Pratolini 

Ma qual è l’originalità del contributo letterario  di questo scrittore  contemporaneo?

Nei  suoi romanzi, la storia dei personaggi è  prevalentemente ambientata nei rioni piu’ popolari di Firenze, (Santa Croce,  San Frediano).

La sua personale vita autobiografica e la descrizione del contesto storico del suo tempo sono inestricabilmente intrecciate fra loro.

Va pure ricordato che alcune delle sue più note opere hanno ispirato registi cinematografici come Bolognini, Lizzani, Loy, Rossellini, Visconti, Zurlini, e giustamente, alcuni critici gli hanno riconosciuto il merito di “inaugurare in  Italia l’età del neorealismo”.

Scrittore anticonformista, Pratolini ha espresso  un forte impegno sociale, che emerge nelle sue vivacissime ricostruzioni dell’ambiente popolare fiorentino, mirabilmente realizzate in alcuni dei suoi piu’ celebri romanzi.

Tra questi  Il quartiere (1944), Cronache di poveri amanti (Premio Libera  Stampa, 1947), Cronaca familiare (1947), Le ragazze di Sanfrediano (1949), Metello (Premio Viareggio, 1955).

I suoi libri spesso descrivono le vicende di umili lavoratori protagonisti delle prime lotte operaie contro la povertà e la nascente dittatura in Italia.

Saro Trovato

© Riproduzione Riservata