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“La cosa più bella” (Saffo Fr.16), brillante poesia sull’amore che vince su ogni cosa

Scopri tutta la magia dei versi di "La cosa più bella", la poesia di Saffo che celebra l'amore come qualcosa di assoluto e superiore a qualsiasi pregiudizio o conflitto.

La cosa più bella di Saffo è una poesia che celebra l’amore come valore assoluto rispetto a qualsiasi altro. Non esiste cosa più che il desiderio d’amore. Tutto ciò in antitesi con ciò che invece sembra interessare più gli esseri umani, maggiormente attratti dalla sopraffazione, dall’ostilità, dal conflitto, dalla guerra, la poetessa di Lesbia preferisce appunto aver vicina la persona amata.

Per dimostrare la sua tesi, la geniale “poetessa dell’amore” utilizza il mito di Elena di Troia che, innamorata del suo Paride, abbandonò il marito e l’intera famiglia. La sua fuga, secondo Saffo, non può essere in nessun modo condannata, perché era stata guidata da Afrodite, la dea dell’amore, e a lei non si può resistere.

Chiude con il desiderio di Anattoria, una giovane donna che era stata sua allieva nel Tiaso di Lesbia, e della quale si era innamorata. Lei era andata via per volere della famiglia in quanto doveva sposarsi.

Saffo 16, a cui fu dato il titolo di La cosa più bella, fa parte del del Libro I dell’edizione alessandrina delle poesie di Saffo ed è conosciuta grazie al papiro 1231 del II secolo scoperto ad Ossirinco in Egitto all’inizio del XX secolo. Fu pubblicato per la prima volta nel 1914 da Bernard Pyne Grenfell and Arthur Surridge Hunt.

Ma, leggiamo questa poesia d’amore per apprezzarne il profondo significato.

La cosa più bella di Saffo

Alcuni di cavalieri un esercito, altri di fanti,
altri di navi dicono che sulla nera terra
sia la cosa più bella, mentre io dico ciò che
uno ama.

Tanto facile è far capire
questo a tutti, perché colei che di molto superava
gli uomini in bellezza, Elena, il marito
davvero eccellente

lo abbandonò e se ne andò a Troia navigando,
e né della figlia, nè dei cari genitori
si ricordò più, ma tutta la sconvolse
Cipride innamorandola.

E ora ella, che ha mente inflessibile,
in mente mi ha fatto venire la cara
Anattoria, che non mi è
vicina.

Potessi vederne il seducente passo
e il lucente splendor del volto
più che i carri dei Lidi e, in armi,
i fanti.

L’amore è ciò che dovrebbe guidare il mondo

La cosa più bella è una delle cinque poesie sopravvissute di Saffo che tratta della “forza dell’amore”. Una poesia che ha un significato molto importante, soprattutto se interpretato in una logica contemporanea.

In Saffo 16 troviamo la centralità dell’amore in tutti i suoi aspetti. Si può cogliere tolleranza, rispetto per le donne e per la diversità, antimilitarismo. C’è tutto se interpretato con gli occhi della nostra epoca. proprio per questo il poema appare geniale.

Ma ciò che colpisce è la qualità del pensiero di questa donna, che a cavallo tra il 600 e il 500 a.C. questa donna, che fu insegnante e direttrice di un Tiaso, una sorta di collegio in cui veniva curata l’educazione di giovani fanciulle di famiglia aristocratica, incentrata sui valori che la società dell’epoca richiedeva a una donna: l’amore, la delicatezza, la grazia, la capacità di sedurre, il canto, l’eleganza raffinata dell’atteggiamento.

E il desiderio e l’amore per le donne evidentemente si sviluppo in Saffo proprio in questo contesto, dove oltre al canto e alla danza le giovani donne venivano preparate anche agli incontri intimi con i futuri mariti.

La cosa più bella è una poesia d’amore elogia la bellezza ed esprime il desiderio per Anattoria, la sua bella e giovane allieva, andata via dal Tiaso,  perché andata in sposa.

Saffo, dunque, usa l’amore eterosessuale come paradigma per esprimere l’amore nei confronti di un’altra donna. Anche questo è geniale, perché la poetessa greca non crea nessuna disparità tra universo maschile e femminile, tra unioni “etero” ed “omo”.

La poetessa crede nell’amore come motore dell’esistenza e cerca di trasferire il suo pensiero attraverso le poesie che ci ha donato. Saffo affronta la natura della bellezza e dell’amore. Sa che ciò che ama è ciò che ama la sua amante, Anattoria. Pensa che queste stesse cose siano le più belle e le più degne di essere ammirate. Usa l’esempio di Elena che lascia la sua famiglia, i suoi amici e la sua casa come prova.

Saffo riesce a mettere in contrasto i sentimenti umani, che appaiono guidati più dal conflitto e dalla guerra rispetto all’amore. E lei ribadisce che questi sentimenti non fanno parte del suo modo di esistere.

L’amore per Saffo non è mai peccato. L’esempio di Elena che evidenzia è proprio per evidenziare che tutto ciò che viene fatto per amore non può diventare condannabile e “scatenare una guerra”.

Così come l’amata Anattoria costretta a sposare il marito imposto dalla famiglia, non può essere accettabile, in quanto il loro amore meriterebbe di “vivere” e di poter donare tutta la sua massima “bellezza”.

All’interno dei versi della poesia

Nei primi versi di Saffo 16, la poetessa inizia suggerendo alcune delle cose che la gente trova belle. Tra queste ci sono flotte di navi e soldati a piedi, grandiosi panorami che probabilmente si sentono più sublimi e ammalianti che amorevoli e calorosi.

Ma, nel terzo verso di questa strofa la poetessa greca spiega che non la pensa allo stesso modo. Dichiara che per lei è importante parlare di amore.

Nella strofa 3 e 4 Saffo dice che, malgrado possa sembrare una cosa difficile da capire, per lei non è così. Pensa che sia facile far capire agli altri come ci si sente. Fa un paragone, attraverso un’allusione, con Elena di Troia che abbandonò il marito.

Menelao era ciò che di meglio Elena potesse trovare. Ciò è in contrasto con la rappresentazione popolare di Menelao che abbiamo oggi, ma serve a Saffo per dimostrare il suo punto di vista. Elena, malgrado questo marito “eccellente” si è lasciata alle spalle tutto: la casa, i genitori e il figlio per fuggire con Paride a Troia.

Va notato che alcune rappresentazioni di Elena, come quella scritta da Erodoto, suggeriscono che Paride la rapì. Secondo le parole di Saffo, Afrodite “la sconvolse” e la incoraggiò a partire con il giovane principe troiano. Elena li dimenticò tutti e non ricordava di aver amato nulla, se non il desiderio nel suo cuore.

Nella strofa 5 e 6 l’autrice spiega che la vicenda di Elena si è lasciata alle spalle il marito, la famiglia e la casa, le ha riportato alla mente l’amata Anattoria, purtroppo portata via dalla famiglia e dal suo sposo.

L’unico desiderio che le passa per la mente è poter rivedere la sua dolce fanciulla, averla vicina accanto in tutta la sua bellezza, rispetto a ciò che invece pensano le altre persone, attratte più dai conflitti e dalle guerre, che della cosa più importante che ci sia l’amore.

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