Una poesia per celebrare la Natura e il Pianeta Terra. Giร nei primi anni Sessanta, Pier Paolo Pasolini con sguardo antropologico, storico ma anche civile e sociale, guardava profeticamente alla questione ambientale e all’industrializzazione sfrenata, come un problema imminente a opera del neocapitalismo che voleva ricostriuire daccapo il mondo, creando cosรฌ falsi e artificiali bisogni per indurre a un laido consumismo e di conseguenza a una effimera cultura della liberazione.
Possiamo trovare parole in difesa del Pianeta Terra e a favore di una cultura rigenerativa nei versi de “Il glicine”m la poesia in cui Pier Paolo Pasolini invita a riscoprire se stessi e trovare valori nuovi lasciandosi ispirare dalla Natura.
Il glicine di Pier Paolo Pasolini
โฆ e intanto era Aprile,e il glicine era qui, a rifiorire.Prepotente, ferocerinasci, e di colpo, in una notte, copriun’intera parete appena alzata, il muroprincipesco di un ocrascrepolato al nuovo sole che lo cuoce โฆE basti tu, col tuo profumo, oscuro,caduco rampicante, a farmi purodi storia come un verme, come un monaco:e non lo voglio, mi rivolto โ aridonella mia nuova rabbia,a puntellare lo scrostato intonacodel mio nuovo edificio.Tu, che brutale ritorni,non ringiovanito, ma addirittura rinato,furia della natura, dolcissima,mi stronchi, uomo giร stroncatoda una serie di miserabili giorni,ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,profumi vergine sul mio eclissi,antica sensualitร โฆ
Il significato della poesia
โฆ e intanto era Aprile,e il glicine era qui, a rifiorire.
Aprile rappresenta l’eterno ritorno, la nascita strettamente collegata alla sensualitร funerea della morte.
Il glicine vuole simbolicamente rappresentare la caducitร e precarietร dell’essere umano anche davanti alla Natura stessa.
Pier Paolo Pasolini, ci illustra poeticamente come l’essere umano debba tornare a dialogare con la Natura e quindi con se stesso, dimostrando anche il coraggio di essere se stesso, tornando a riappropriarsi di quel sacro poco e non essere ingranaggio inconsapevole della societร dei consumi.
Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata
L’evidente invito di Pier Paolo Pasolini รจ quello di far emergere nell’uomo la stessa forza, prepotente e forte tenacia della Natura di rigenerarsi, sempre.
I fiori, come gli esseri umani sono meravigliosi quando vengono lasciati liberi, in una relazione armoniosa e rispettosa con gli altri esseri viventi, elidendo con intelligenza e dialogo stereotipi, pregiudizi e conflitti; lasciandoci stupire dall’Altro, determinati ad abbracciare l’amore.
Pasolini e la cultura rigenerativa
Il poeta Pasolini con il capolavoro poetico dal titolo “Il glicine” vuole accompagnare l’uomo a esplorare intimamente il suo paesaggio emotivo, facendo cadere tutti i feticci e i dissidi interiori, inducendolo a riappropriarsi, con coraggio, a essere se stesso estendendo poi la riflessione sull’antica forza rigeneratrice della Natura della Terra e dell’umanitร stessa se nutrite dall’amore oltre ogni confine politico e/o sociale.
La tutela del Pianeta Terra
Per Pier Paolo Pasolini difendere la bellezza antica del Pianeta Terra era una lotta che si inseriva nella giustizia sociale e come si legge in un articolo pubblicato su ‘Il corriere della sera’, affinchรฉ gli italiani prendessero coscienza sul loro presente e di conseguenza sul loro futuro, scriveva: ยซ…cosรฌ selvaggi disastri edilizi, urbanistici, paesaggistici, ecologici, abbandonando, sempre selvaggiamente, a se stessa la campagna.ยป
Per Pasolini si entrava cosรฌ in una Nuova Preistoria a causa del vuoto del potere in Italia coincidente, metaforicamente, con quello che chiamerร “la scomparsa delle lucciole”:
ยซNei primi anni Sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno รจ stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano piรน. (Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passatoโฆ)ยป
Con queste parole denunciava non solo la regressione moralista ma anche lo sviluppo – sciacallo che divorava la Natura, la Terra, storia e l’umanitร tutta.