Quanto è magica e potente la felicità? Non dura che un istante. Eppure, essa è tanto intensa da riuscire a superare la prova del tempo, restando impressa nel cuore di chi la vive per l’eternità.
Nella sua breve poesia “Il giardino”, il poeta francese Jacques Prévert racconta la felicità che scaturisce da un istante d’amore vissuto con la donna della sua vita. Scopriamo insieme tutta la bellezza di questa poesia.
“Il giardino” di Jacques Prévert
Mille anni e poi mille
non possono bastare
per dire
la microeternitàdi quando m’hai baciato
di quando t’ho baciata
un mattino nella luce dell’inverno
al Parc Montsouris a Parigi
A Parigi
Sulla terra
Sulla terra che è un astro.
“Le jardin”, il testo originale
Des milliers et des milliers d’années
ne sauraient suffire
pour dire
La petite seconde d’éternitéoù tu m’as embrassé
où j’ai t’ai embrassée
un matin dans la lumière de l’hiver
au Parc Montsouris à Paris
a Paris
sur la terre
la terre qui est un astre.
L’Amore come ricordo
Il tema centrale della poesia è l’amore non più presente, trasformato in una dolce ma dolorosa memoria. I versi di Prévert non raccontano la storia d’amore in sé, ma il momento in cui l’amore finisce o si allontana.
Il giardino è un’immagine di intimità e rifugio (il luogo dove i due si baciavano e si tenevano stretti). Al contempo, il fatto che i due amanti non abbiano avuto tempo di chiudere la porta indica la fragilità di quell’intimità, lasciata esposta al mondo e, in definitiva, perduta.
L’amore è relegato nel passato (“un uomo e una donna… che non erano più lì”) e viene rivissuto solo attraverso il ricordo del poeta.
Il tempo del bacio
Nelle prime due quartine che compongono “Il giardino”, Prévert racconta il momento del bacio prima focalizzandosi sul concetto di tempo, poi su quello di spazio, guardando attraverso una prospettiva di dualità: quei versi centrali, che costituiscono il cuore pulsante del componimento, raccontano la fusione di due elementi opposti, l’io e il tu, che diventano un solo corpo con il bacio.
La ripetizione del lessico, che accompagna il lettore lungo tutto il componimento, proprio in questi versi così centrali si fa pressante, come a voler sottolineare lo scambio di sentimenti che avviene fra i due protagonisti della poesia.
Una poesia spontanea sul momento più fotografato di una storia d’amore
Come suggerisce il titolo della raccolta entro cui è racchiusa, “Il giardino” è frutto di un’esperienza poetica spontanea, che si avvicina il più possibile all’oralità.
Quello del bacio è uno dei momenti più stereotipici di una relazione. Lo si vive con passione, soprattutto le prime volte. Lo si ricorda con attenzione e felicità. Lo si sogna, prima che venga vissuto. Quante poesie, quante pagine di romanzi, e quante canzoni sono state scritte per celebrarlo.
Prévert si cimenta in un’impresa senza precedenti: racconta il momento del bacio con originalità, senza rinchiuderlo nella gabbia dello stereotipo. Lo fa con una poesia breve, che non ha regole prestabilite e fa della libertà e della musicalità i suoi tratti più distintivi.
La natura effimera della felicità
“Il giardino” è una poesia straordinaria: Prévert cerca – e ci riesce -, di incapsulare nelle sue parole il concetto di felicità. È un istante, un frangente che passa in un batter d’occhio. Così, la poesia risulta breve, rapida, scorrevole anche grazie alle figure utilizzate dall’autore, prima fra tutti l’enjambement, che collega i versi e i concetti annullando le pause.
La descrizione spazio temporale concorre a rendere “eterno” quell’attimo così sfuggente di felicità: la luce del mattino invernale nel parco di Parigi, così come l’impressione che quel bacio si sia cristallizzato nel cuore di chi lo ha vissuto in prima persona, rendono questa poesia speciale insieme all’immagine del giardino, simbolo di germinazione e di prosperità vitale.
“Il giardino” è una meditazione sulla natura effimera della felicità e sul potere persistente del ricordo. Prévert cattura un momento di vita, lo congela in un’immagine poetica e lo carica di un senso universale di perdita. La poesia ci suggerisce che, a volte, l’unica cosa che resta di un amore intenso è la memoria di un luogo e di un dettaglio non risolto—una porta rimasta aperta sul vuoto lasciato dall’assenza.
Dove leggere “Il giardino”
“Il giardino”, che abbiamo letto nella traduzione curata da Giovanni Raboni, è estratta dalla raccolta Paroles, pubblicata a Parigi nel 1946 dalla casa editrice Le Point du jour.
La raccolta contiene novantacinque componimenti che, in origine, l’autore francese aveva pubblicato su diverse riviste e che soltanto in seguito vengono raggruppate, con il consenso di Prévert, da René Bertelé, fondatore della casa editrice che si fa poi carico dell’edizione.
Il successo è tanto immediato quanto non del tutto atteso: poche settimane dopo la prima uscita, vengono ristampati cinquemila esemplari della raccolta, che nel 1947 si arricchisce di sedici nuovi testi poetici.
“Il giardino”, insieme a diversi altri componimenti scritti da Prévert, si possono leggere in un’accurata traduzione italiana grazie a Guanda Editore, che ha curato l’edizione di “Poesie d’amore e libertà”, raccogliendo al suo interno versi tratti da “Paroles”, “Spectacle”, “La pluie et le beau temps”, “Histoires, et d’autres histoires”, “Fatras”.
