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Herman Melville e la metafora del mare nella poesia “Noi pesci”

Il 1° agosto 1819 nasceva Herman Melville. Lo ricordiamo attraverso “Noi pesci”, una poesia che racconta la vita mediante la metafora del mare.

Il 1° agosto 1819 nasceva a New York Herman Melville, autore di uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, “Moby Dick”. In occasione dell’anniversario della nascita dello scrittore americano, condividiamo “Noi pesci”, una poesia che racconta con estrema semplicità la vita e il nostro atteggiamento dinanzi ad essa attraverso la metafora dei pesci e del mare.

Noi pesci di Herman Melville

Noi pesci, noi pesci, allegramente nuotiamo,
Senza badare al compagno o al nemico.
Le nostre pinne sono forti,
Le nostre code sono fuori,
Mentre per i mari andiamo.                                                                                                               

Pesci, pesci, siamo pesci con branchie rosse;
Nulla ci turba e freddo è il nostro sangue:
Siamo ottimisti per i nostri guai,
Che a esser branco ogni pesce è eroe.

Non badiamo a cosa sia questa vita
Che seguiamo, questo fantasma sconosciuto;
Incredibilmente bello è nuotare, —
Così nuotiamo lontano, facendo la schiuma.
Questa strana cosa intorno a noi,
Non per salvarci fuggiamo al suo fianco: —
È così ambigua la sua ombra, tutto qui —

Notiamo soltanto dal suo lato di sottovento.
E quanto alle anguille là sopra,
E quanto agli uccelli nell’aria,
Non ci curiamo di loro né delle loro rotte,
Mentre andiamo gioiosamente lontano!

Noi pesci, noi pesci, allegramente nuotiamo,
Senza badare al compagno o al nemico.
Le nostre pinne sono forti,
Le nostre code sono fuori,
Mentre per i mari andiamo.

We fish di Herman Melville

We fish, we fish, we merrily swim,
We care not for friend nor for foe.
Our fins are stout,
Our tails are out,
As through the seas we go.

Fish, Fish, we are fish with red gills;
Naught disturbs us, our blood is at zero:
We are buoyant because of our bags,
Being many, each fish is a hero.

We care not what is it, this life
That we follow, this phantom unknown;
To swim, it’s exceedingly pleasant —
So swim away, making a foam.
This strange looking thing by our side,
Not for safety, around it we flee: —
Its shadow’s so shady, that’s all —

We only swim under its lee.
And as for the eels there above,
And as for the fowls of the air,
We care not for them nor their ways,
As we cheerily glide afar!

We fish, we fish, we merrily swim,
We care not for friend nor for foe:
Our fins are stout,
Our tails are out,
As through the seas we go.

Herman Melville

Noto soprattutto per aver dato vita alle avventure di “Moby Dick”, Herman Melville è stato un prolifico autore di scritti in prosa ed in versi. Le sue opere sono abitate da una presenza forte e costante: il mare.

Herman Melville nasce il 1° agosto 1819 a New York in una famiglia piuttosto agiata. Nella stessa città riceve la prima istruzione e cresce, alimentato dagli avventurosi racconti del padre, un ricco commerciante che nel 1830 muore, dopo il tracollo dell’attività commerciale e l’infuriare di una malattia psichica.

L’evento luttuoso lascia attoniti Herman Melville e i familiari, che decidono di lasciare New York per trasferirsi in un villaggio fluviale. È qui che il giovane decide di abbandonare gli studi e cominciare a lavorare per aiutare la famiglia, ed è qui che egli matura la decisione di prendere la via del mare.

È il 1839 quando Herman si imbarca in qualità di mozzo su una nave diretta a Liverpool. Questa intensa esperienza porterà il giovane alla stesura del romanzo “Redburn: il suo primo viaggio”, pubblicato nel 1849. Per diversi anni, il mare diventa il compagno fedele di Herman Melville, che così appaga il suo desiderio di viaggiare e conoscere il mondo, e nutre la sua fervida immaginazione.

Nel 1847, le avventure marinaresche hanno fine. Melville torna sulla terraferma e sposa Lizzie Shaw, donna mite e affettuosa che diventa il porto sicuro dell’uomo, che in questo stesso periodo comincia a scrivere ispirandosi al mare e ai suoi ricordi.“Moby Dick”, il capolavoro dell’autore, viene pubblicato nel 1851 e ottiene ottime recensioni, nonostante le ritrosie dei primi editori ad investire sull’opera. 

Herman Melville muore nel 1891, a seguito di un attacco di erisipela, addolorato per la prematura scomparsa dei figli e un po’ dimenticato nel mondo della letteratura.  

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