Oggi ricorre l’anniversario dal primo storico sbarco sulla luna. Era il 20 luglio 1969, quando, con la missione Apollo 11, gli astronauti Neil Armostrong, Buzz Aldrin e Michael Collins atterrarono per la prima volta sul suolo lunare. Una data destinata a imprimersi nella storia. Infatti, come disse quel giorno Neil Armstrong, il primo uomo sulla luna, “questo è un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità”.
Un piccolo passo per un uomo…
Sono passati più di 50 anni dallo sbarco sulla luna, ma il fascino di quell’impresa è ancora vivo nel cuore e nella mente di coloro che nella notte fra il 20 e il 21 luglio, incollati allo schermo di un piccolo televisore, assistettero a uno dei momenti più emozionanti nella storia dell’uomo. Un’emozione che possiamo rivivere anche oggi di fronte alle immagini dell’epoca con la voce leggendaria del giornalista Tito Stagno che alle 22.16 annunciava “Ha toccato, ha toccato il suolo lunare!”.
Poesia e universo, un legame antico
Ma il fascino che lo spazio esercita sull’uomo è molto più antico di quanto non si creda. L’osservazione delle stelle, come il magnetismo incantato della luna, accompagnano l’uomo sin dalle sue origini. Poesie e opere d’arte raccontano il legame fra uomo e spazio, un legame inscindibile che poeti e artisti hanno catturato nelle loro opere. Fra questi non poteva mancare lei, Emily Dickinson, la poetessa del cuore umano, colei che ha saputo restituire nelle sue poesie gli anfratti più celati dell’animo umano. Per un viaggio inedito nello spazio, rileggiamo oggi la poesia “Ha una sua solitudine lo spazio” di Emily Dickinson.
Ha una sua solitudine lo spazio
Ha una sua solitudine lo spazio,
Solitudine il mare
E solitudine la morte – eppure
Tutte queste son folla
In confronto a quel punto più profondo,
Segretezza polare,
Che è un’anima al cospetto di se stessa:
Infinità finita.
Emily Dickinson
da “Tutte le poesie”, “I Meridiani” Mondadori, 1997