“Francesca” è un componimento del poeta americano Ezra Pound, nato a Hailey il 30 ottobre del 1885 e morto a Venezia il 1° novembre del 1972, contenuta nel grande poema rimasto incompiuto “I Cantos”, composto tra il 1915 e il 1962 e considerato uno dei capolavori della letteratura modernista.
“Francesca”
Venisti spuntando dalla notte
E recavi in mano fiori,
Ora uscirai dalla folla confusa,
da un tumulto di frasi che ti riguardano.
Io che ti ho visto
Tra le cose primarie,
Mi adirai quando sentii il tuo nome
Pronunciato in luoghi comuni.
Avrei voluto che le onde fredde
Scorressero sulla mia testa,
Che il mondo inaridisse
Come foglia morta, o come
Una bacca di dente di leone,
e fosse spazzato via
Per poterti ritrovare
Sola.
L’amore emerge dal tumulto
Francesca è la donna amata dal poeta, reale o immaginaria che sia, viene descritta con tutta la potenza dell’innamoramento passionale. È un amore quello che Ezra Pound sente per Francesca, che lo rende geloso e protettivo, lo tiene in allerta rispetto a tutto il resto del mondo che potrebbe interessarsi a lei ma non nella maniera corretta, darle attenzioni ma non abbastanza, basti pensare alla rabbia descritta dal poeta nel sentire il nome della donna in luoghi comuni. Pound desidera così ardentemente il suo amore da voleri farsi travolgere dalle onde, da desiderare che inaridisse il mondo come la bacca di un fiore secco, solo per poterla rivedere.
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“Penso a te nel silenzio della notte” è una poesia di Fernando Pessoa che si trova all’interno di “Faust”, dramma in cinque atti
Ezra Pound
Ezra Weston Loomis Pound fu una delle figure poetiche più importanti ed influenti del 900. Studiò lingue romanze all’University of Pennsylvania e nel 1906 ottiene una borsa di studi per tornare in Europa. Vi tornò nel 1908 e visitò tutti i principali centri culturali. Nel 1914 diventa segretario del poeta irlandese Yeats, nel 1925 si trasferì da Parigi a Rapallo dove restò stabilmente fino al 1945 dedicando le sue energie alla stesura dei “Cantos” e alle traduzioni di Confucio. Nel 1941 il suo rimpatrio venne ostacolato, nel 1945 venne preso dai partigiani e trasferito a Pisa dalla polizia militare. Considerato mentalmente infermo, passò dodici anni in un manicomio per poi raggiungere la figlia a Merano.