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“Erano i capei d’oro a l’aura sparsi”, la poesia d’amore di Petrarca

"Erano i capei d’oro a l’aura sparsi" è una poesia d'amore di Petrarca, dedicata alla sua amata Laura e contenuta all'interno del Canzoniere.

Nella poesia che vogliamo proporvi, intitolata “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi” l’immagine di Laura torna nella memoria di Petrarca in maniera nitida e limpida. Questa rievocazione della donna amata, ci riconduce al concetto di amore eterno che Petrarca più volte esprime nel canzoniere.

Oltre a questo è importante il tema della memoria – presente in tutto il Canzoniere– intesa come forte ancora di salvezza dalla realtà contingente. Qui viene espresso un ideale di amore un po’ lontano del nostro presente, ma che continua a farci sognare e sperare nei sentimenti puri ed immutabili. 

L’amore immutabile di Petrarca

Questo è uno dei sonetti più famosi del Canzoniere di Petrarca quest’ultimo torna a lodare la sua donna amata Laura, ricordando la sua bellezza Angelica. La datazione è incerta, forse in un arco cronologico che va dal 1339 fin verso il 1347.

 L’intera poesia è permeata da un senso di nostalgia e malinconia verso qualcosa che non c’è più, atmosfera confermata dai verbi all’imperfetto utilizzati. La domanda la base di questa poesia, che lo stesso Petrarca rivolge al lettore, è: come meravigliarsi del fatto che immediatamente mi innamorai? Laura è vista come uno spirito celeste, un sole, una luce, che con il suo passo e la sua voce rendono qualsiasi cosa incantevole.

l’ideale classico di bellezza, evocato con l’immagine  del vento che accarezza i capelli della donna, ci rimandano ad un concetto di amore eterno. Questo perché, in questa poesia, Petrarca vuole celebrare la bellezza femminile ma anche il ricordo dell’innamoramento. La potenza di quest’ultimo, dell’amore stesso, è tale da rimanere immutato nel tempo; ed immutata rimane anche la ferita che molto spesso, però, l’amore può provocare. Se ci pensiamo bene l’amore e il tempo sono i due nodi principali dell’intero canzoniere di Petrarca. 

 

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi, la poesia di Petrarca

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ’n mille dolci nodi gli avolgea,
e ’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi;

e ’l viso di pietosi color’ farsi, 5
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi?

Non era l’andar suo cosa mortale,
ma d’angelica forma; e le parole 10
sonavan altro che, pur voce umana;

uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i’ vidi: e se non fosse or tale,
piagha per allentar d’arco non sana.

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