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Trilussa, “Er Presepio” non vale niente se non c’è amore

Scopri il vero significato della poesia in dialetto "Er Presepio" di Trilussa, in cui il poeta romano invita ai veri valori cristiani.

Una poesia di Natale da condividere è sicuramente Er Presepio di Trilussa. Non solo, perché dedicata all’antica tradizione del presepe, ma perché ci ricorda che il Natale è amore, proprio come afferma il vero pensiero di Cristo.

Carlo Alberto Salustri, poeta noto come Trilussa (un anagramma del suo cognome), con questa poesia ci ha lasciato un immenso dono, ovvero mai dimenticare qual è il vero significato della natività

La poesia di Trilussa che a Natale invita ad amare

Allestire il presepe per Trilussa non è una semplice arte o un’abitudine (purtroppo sempre meno in voga). Il presepe porta con sé tutta la forza della natività di Gesù Cristo e dei veri valori cristiani.

Non importa se si è credenti o meno, ma il pensiero Cristiano è amore, è perdono, è aiutare il prossimo, è schierarsi con chi soffre. Il pensiero di Cristo è schierarsi dalla parte dei più deboli. E’ accettare la diversità in tutti i suoi aspetti. 

In questa poesia l’autore romano dà voce a Gesù Cristo, il quale non può che ringraziare per l’attenzione a lui rivolta da tutti coloro che ogni anno si impegnano nella rappresentazione della natività. 

Ma, il presepe seppur realizzato con sfarzo e tanto impegno, non serve a niente se poi non si rispettano i veri principi cristiani.

Che senso ha fare il presepe se poi la gente ha il cuore freddo, è indifferente nei riguardi di chi ha bisogno.  Che senso ha fare il presepe se poi si agisce con cattiveria e offesa. Che senso ha fare il presepe se si discrimina il prossimo. 

Pe usare le stesse parole di Trilussa, fare Er Presepio e poi si agisce senza l’amore è cianfrusaja che nun cià valore. Più chiaro di così Trilussa non poteva esprimersi. Come dargli torto.

Er presepio di Trilussa

Ve ringrazio de core, brava gente,
pè ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore nun capite gnente…

Pé st’amore so nato e ce so morto,
da secoli lo spargo da la croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto senza ascolto.
 
La gente fa er presepe e nun me sente,
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.

© Riproduzione Riservata

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