Sei qui: Home » Poesie » “È l’aurora intorno” (1937) di Sibilla Aleramo, la vibrante poesia da dedicare all’amore vero

“È l’aurora intorno” (1937) di Sibilla Aleramo, la vibrante poesia da dedicare all’amore vero

"È l'aurora intorno,/ sei tu stesso aurora": così racconta l'amore Sibilla Aleramo, in una dolce poesia che profuma di estate e di tenerezza.

La magia dell’aurora per raccontare l’amore. Così Sibilla Aleramo traspone i sentimenti per la persona amata in versi, servendosi di una delle immagini più poetiche che esistano al mondo: l’alba.

“È l’aurora intorno” è tratta da Imminente sera, raccolta che riunisce i versi composti dall’autrice di Alessandria fra il 1936 e il 1942. Le poesie di Sibilla Aleramo si possono leggere all’interno del volume edito da Il Saggiatore curato da Silvio Raffo con prefazione di Ilaria Gaspari “Sibilla Aleramo. Tutte le poesie” (Milano, 2023).

“È l’aurora intorno” di Sibilla Aleramo

È l’aurora intorno,
sei tu stesso aurora.
Batte il vento marino
sopra il bel volto e sugli intenti occhi
più d’ogni mia gloria a me cari,
e la musica del tuo spirito
e la grazia del cuore profonda
stanno, vibranti pegni
della tua vita intera,
– o tempo ch’io non vedrò,
corone che non potrò io più darti -,
ma quest’aroma,
rose, incenso e lauri,
qui per me nell’aurora s’esala,
ben desta io sono, e tu mi guardi,
vento di mare da te respiro
e alpe viva.

Una vibrante poesia d’amore

Vibra di passione e armonia la poesia d’amore di Sibilla Aleramo, in cui si incontrano la descrizione di un paesaggio marino e quella di un sentimento che è in grado di superare il tempo e la distanza.

L’aurora che dà il titolo al componimento è al contempo l’alba protagonista dell’affresco poetico e la metafora utilizzata dall’autrice per raccontare l’oggetto del suo sentimento. Da qui si irradia un componimento innamorato, in cui ogni tappa serve per delineare la passione nei confronti della persona amata: il volto bello, gli occhi intenti a cui la poetessa tiene più di ogni altra cosa, lo “spirito” che suona di musicalità, perfino la “grazia del cuore”…

Due aurore che si fondono insieme. E non si sa dove inizi la descrizione di una e dell’altra. Forse è questo l’elemento più emozionante della poesia di Sibilla Aleramo: che la potenza del sentimento e la bellezza del cuore rendono speciale anche il paesaggio circostante.

Chi è Sibilla Aleramo

Sibilla Aleramo, il cui vero nome è Marta Felicina Faccio, nasce ad Alessandria il 14 agosto 1876. Figlia di una casalinga e di un professore di scienze, vive un’infanzia difficile, segnata dall’interruzione degli studi per via di un trasferimento, dal lavoro di contabile in una fabbrica gestita dal padre e, soprattutto, dalla forte depressione – e dal conseguente tentato suicidio – della madre e da un tragico episodio di stupro avvenuto quando la giovane ha solo 15 anni.

Costretta a sposare l’autore della violenza, Rina – è così che la conoscono tutti – è prigioniera di un legame che la ripugna.

Nemmeno la nascita del figlio Walter la aiuta a risollevarsi. Anzi, sopraggiunge una depressione che porta Rina ad un tentativo di suicidio. Ma da questa triste esperienza, la donna riesce a raccogliere tutte le forze che le sono rimaste e a catalizzarle nell’impegno umanitario e sociale. Scrive articoli che vengono pubblicati in diverse riviste e periodici di ispirazione femminista e socialista, partecipa alle manifestazioni che chiedono l’estensione del diritto di voto alle donne e lotta strenuamente contro la prostituzione.

Nel frattempo, i suoi orizzonti si allargano grazie ad importanti conoscenze, fra cui spiccano i nomi di Paolo MantegazzaMaria MontessoriAda NegriMatilde SeraoAnna Kuliscioff e Filippo Turati. La sua opera più celebre, il romanzo “Una donna”, viene pubblicato nel 1906 sotto lo pseudonimo che Rina sceglierà di mantenere per tutta la vita, Sibilla Aleramo.

Sibilla Aleramo è autrice di numerose opere in prosa e di diverse raccolte poetiche, in cui racconta la sua vita e l’essere donna, e dove ha modo di trasformare l’amore e la passione che caratterizzano la sua esistenza in arte. Scompare il 13 gennaio 1960 a Roma.

© Riproduzione Riservata