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“Il dormiente della valle”, una poesia di Rimbaud per riflettere sulla guerra

In questa poesia, Arthur Rimbaud trasmette una visione cruda e realistica degli effetti della guerra, utile per riflettere sugli accadimenti di questi giorni in Ucraina

Riscopriamo oggi questa amata poesia di Arthur Rimbaud che ci lascia una visione cruda e realistica degli effetti della guerra, per riflettere su ciò che sta accadendo oggi in Ucraina e nelle altre zone dove i conflitti provocano morti e feriti ogni giorno.

“Le dormeur du val”, tradotta in italiano come “Il dormiente della valle”, è una celebre poesia scritta da Arthur Rimbaud nell’ottobre del 1870, in occasione della guerra franco-prussiana. Si tratta di un sonetto in verso alessandrino, tipico della poesia classica francese. La forma è quindi delle più tradizionali. Il contenuto, invece, è piuttosto singolare. Leggiamo insieme il sonetto.

“Il dormiente della valle”

È un anfratto verde dove canta un fiume
Appendendo follemente all’erba i suoi stracci
D’argento; dove il sole, dalla fiera montagna
Risplende: è una piccola valle spumeggiante di raggi.

Un giovane soldato, la bocca aperta, il capo nudo,
E la nuca immersa nel fresco nasturzio azzurro
Dorme; è steso nell’erba, sotto le nuvole,
Pallido nel suo verde letto dove la luce piove.

Ha i piedi fra i gladioli, dorme. Sorridendo come
Sorriderebbe un bimbo malato, fa una dormita.
Natura, cullalo tiepidamente. Ha freddo.

I profumi non fanno fremere le sue narici;
Lui dorme nel sole, la mano sul petto.
Tranquillo. Ha due buchi rossi sul lato destro.

La guerra, la vita e la morte

Arthur Rimbaud ha sperimentato molto nello stile e nei contenuti durante la sua breve vita. “Les illuminations” è uno degli esempi più alti di una forma ed uno stile del tutto nuovi che hanno ispirato e continuano ancora oggi ad ispirare poeti e scrittori francesi e non. “Le dormeur du val” è, invece, un classico sonetto in verso alessandrino, del tutto rispondente alla tradizione poetica francese.

La sua peculiarità risiede nel contenuto, che mostra con drammaticità l’antitesi fra il corpo immobile disteso a terra e la natura rigogliosa che è del tutto animata e presente. All’inizio del componimento, non abbiamo idea del fatto che il soldato che sta sdraiato sul prato sia in realtà morto: “dorme; è steso nell’erba, sotto le nuvole,/pallido nel suo verde letto dove la luce piove” (vv.7-8).

È impossibile pensare che nel bel mezzo di una natura così viva, verde e benevola, possa esserci un giovane soldato ferito a morte.
I suoi piedi sono adagiati in mezzo ai fiori di campo, un sorriso è abbozzato sulle sue labbra. La natura amorevole e viva è lo sfondo perfetto per quest’immagine di spensierata rilassatezza.

Eppure, cominciamo ad avvertire dei sintomi di negatività: il soldato “ha freddo” (v.11). Infine, nell’ultima terzina, scopriamo che l’immagine che stiamo osservando con amorevole tranquillità, ritrae un uomo morto ingiustamente, ferito a morte da due proiettili. Allora, la natura benevola che avevamo osservato estasiati è in realtà un lenzuolo funebre, che avvolge un corpo freddo e immobile. Con questo sonetto,

Rimbaud ci mostra la drammaticità della guerra, che strappa in modo ingiusto giovani vite innocenti. Nulla di più vicino alla realtà che siamo ormai abituati ad osservare tutti i giorni. Rimbaud, che è maestro di poesia, è in questo caso anche un grande maestro di vita, nell’insegnarci che non c’è nulla di più tetro e innaturale di un uomo che muore per la guerra.

Arthur Rimbaud

Jean Nicolas Arthur Rimbaud nasce nel 1854 a Charleville, nella regione delle Ardenne. Data la professione del padre, capitano d’esercito, Arthur cresce esclusivamente con la madre, donna severa e rigida, molto preoccupata dell’educazione dei cinque figli, della rendita delle terre di cui è proprietaria e del buon nome della famiglia.

Nel 1862, Arthur entra all’Istituto Rossat. Allievo modello, durante gli studi ottiene innumerevoli gratificazioni e comincia a scrivere in versi. All’istituto il giovane conosce, grazie al suo professore di retorica, i grandi autori della letteratura francese. Se ne innamora. Nel 1870 cominciano le fughe che forniscono ispirazione ai versi di Rimbaud: la prima risale al 29 agosto, quando il giovane prende un treno per giungere a Parigi, ma viene fermato prima e arrestato per vagabondaggio.

Quando, dopo mesi, il poeta arriva finalmente a Parigi, Rimbaud si apre ad una vita piena di possibilità: amicizie con celebri poeti e artisti dell’epoca, espedienti di ogni genere per guadagnarsi da vivere, versi visionari, pieni di vitalità e colori. L’amicizia con Paul Verlaine diventa fondamentale per Arthur Rimbaud: insieme, i due decidono di abbandonare Parigi e partire alla volta del Belgio.

Belgio, Inghilterra, Germania, Svizzera, Italia e Africa sono soltanto alcune delle mete raggiunte da Rimbaud nel corso della sua breve vita, piena di avvenimenti e colpi di scena. Muore il 10 novembre 1891, a Marsiglia, a seguito di una grave gangrena al ginocchio che lo aveva fortemente debilitato e costretto ad un uso spropositato di morfina per calmare i dolori.

 

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