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“Desiderio d’amore”, la poesia di Alda Merini sulla solitudine

Vivi la profondità di "Desiderio d'amore" la poesia di Alda Merini per riscoprire le cose semplici per salvarsi dalla sofferenza dell'amore

Desiderio d’amore di Alda Merini è una poesia che lascia un vuoto dentro. Il manifesto della solitudine che tante donne e uomini percepiscono nella loro esistenza. 

Un canto di dolore che chiede amore, che chiede aiuto, un semplice sorriso può diventare speranza. Ma, le ore interminabili della sofferenza non lasciano spazio a nessuna gioia. 

Quando si vive il mal di vivere la solitudine affonda qualsiasi speranza. Annega qualsiasi pensiero positivo e ciò che rimane è solo il buio, le tenebre.

Desiderio d’amore è contenuta nella silloge Io dormo sola del 2005, dove il suo dramma, la sua stessa vita trova voce.  

Godiamoci adesso la profondità di questo poema che possiamo considerare come una delle poesie più belle di sempre. 

Desiderio d’amore di Alda Merini

Lei desiderava un sorriso
una musica muta
una riva di mare
per bagnarsi
il suo amore impossibile.
I suoi piedi nudi e piagati,
i suoi meschini capelli.
Lei ignorava che il ricordo
è un ferro piantato alla porta,
non sapeva nulla
della perfezione del passato,
del massacro delle notti solitarie
non sapeva che il più grande
desiderio
è un niente
che s’inventa stranissime cose,
e vola come un’idea
verso l’enciclopedia
del Paradiso.
Sogna
su un altare di piombo
e frusta strampalati pupazzi
che non portano mai allegria.

Il significato della poesia

Quella di Alda Merini non è sicuramente una poetica facile, con la sua grande sensibilità è riuscita sempre a trasmettere il male che provava trasponendolo su carta con immensa abilità.

Anche in Desiderio d’amore il dolore è tangibile. La poesia si legge come se l’autrice, scrivendola, avesse avuto gli occhi colmi di lacrime.

Lacrime ormai abitudinarie, lacrime di una speranza svanita e lontana.

Basterebbe un semplice sorriso, la magia di un istante di benessere per far svanire la solitudine che l’accerchia. Una donna che non si accetta, che ha bisogno di poter “bagnare” la sua sofferenza. 

L’amore diventa utopia e come tale non è compatibile con chi vive solitudine e sofferenza. La vita è instabile, incerta non può confrontarsi con una visione dell’amore perfetto. 

Alda Merini mette in scena tutto il suo dramma di una donna che ha dovuto fare i conti con la solitudine. È stata abbandonata, è stata costretta a vivere “il massacro delle notti solitarie è un ferro piantato alla porta”.

Ecco che “ il più grande desiderio è un niente che s’inventa stranissime cose e vola come un’idea verso l’enciclopedia del Paradiso.”

È nei momenti peggiori che si scopre che basterebbero piccole cose per ritrovare pace e gioia. Purtroppo, non ci rendiamo conto che idealizzare l’amore, le relazioni, la vita stessa creano aspettative alte come vette difficili da raggiungere. 

E allora che succede si continua a vivere nella propria sofferenza, da soli a sognare cose che no0n donano nessuna allegria. 

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“Altrove”, la poesia di Pessoa per sognare un’evasione

“Altrove” è una poesia di Ferdinando Pessoa composta nel 1917 e contenuta nella raccolta “Il violinista pazzo”

 

Alda Merini poetessa incompresa

Alda Merini, poetessa troppo a lungo incompresa. Gettata nella morsa dei manicomi perché considerata pazza in un’epoca che ancora non voleva vedere la profondità delle donne.

L’unica sua colpa era la sensibilità, la troppa empatia, forse. Una capacità più profonda di sentire il dolore che l’ha resa matta agli occhi degli altri. Ma pazzo era solo il suo bisogno di scrivere, la sua arte poetica di cui oggi non potremmo fare a meno.

È nata il 21 marzo 1931 Alda Merini, il primo giorno di primavera, e se ne è andata il 1° novembre del 2009, un fiore calpestato troppe volte che chiedeva solo un po’ d’amore.

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