Stare male fa male. Stare male logora dentro, soprattutto se non comprendiamo quale strada occorre intraprendere per sentirci meglio. Nella sua delicata poesia, “Curarsi”, il poeta della paesologia Franco Arminio ci indica la strada per curare il cuore e l’anima sofferenti. Scopriamola insieme.
“Curarsi” di Franco Arminio
Curarsi con la bocca,
con gli occhi,
curarsi con il cielo,
accordare il cuore
con le foglie,
con le formiche.Curarsi leggendo poesie,
curarsi col sole,
col vento,
con la preghiera,
prendere la medicina
Dell’alba,
lo sciroppo della lingua.Tornare agli occhi,
allo sguardo,
il tuo sguardo salvavita.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Curarsi”
Andate alla pagina 11 di “L’infinito senza farci caso”: è qui che troverete la poesia che abbiamo appena letto. Pubblicata nell’ottobre 2019, con una successiva ristampa nel febbraio 2020, questa raccolta ha al centro l’amore.
Non un amore catalogabile, ascrivibile a una sola forma, ma l’amore come scintilla divina che ci avvicina al trascendente, come senso di vita e di azione.
È un sentimento che non può prescindere dall’appartenenza a mondi, luoghi, cose. In tal senso, è esplicativa la poesia di apertura della raccolta, da cui proviene anche il titolo: “Il tuo corpo è l’unico posto/ dove c’è spazio per noi due./ Di notte il tuo corpo si fa più grande,/ è reso perfetto dalle tenebre./ È come stare/ nell’infinito senza farci caso”.
Il luogo può essere anche una persona, un corpo in cui l’amore si fa concreto, si oggettivizza.
Medicina per l’anima
E poi ci sono poesie in cui l’amore riguarda il proprio cuore, il proprio corpo e il proprio stare al mondo. Spesso, doloranti e malconci per le giornate sofferte che viviamo, disperdiamo il nostro malessere in lamenti, tristezze e involuzioni. Cerchiamo una soluzione in luoghi che non possono risponderci.
Cerchiamo rimedi che non possono risollevarci. La cura, quella vera, è difficile da metabolizzare. Il dolore va attraversato: va guardato negli occhi, accarezzato, cullato. Va assecondato, portato con sé nel nostro mondo.
Curare il dolore con l’amore
La cura è nel luogo che frequentiamo e che ci ospita, materno: nel cielo, nelle foglie, negli esserini di un creato che non cessa di sorprendere.
Ci si cura con il tempo, con i versi, con la preghiera, con la contemplazione di una delle tante albe che non vedremmo in tutta la loro bellezza se non aguzzassimo i sensi. Ci si cura tornando a sentire, a sentirsi, a vedere e a vedersi.
In tal senso è importante notare come la poesia si apra e si chiuda con l’immagine della bocca e degli occhi, della lingua e dello sguardo, due fra i sensi più importanti per scoprire il mondo sin da bambini. La chiusa finale, rintraccia un luogo d’amore ben preciso dove trovare rifugio e cura: è lo “sguardo salvavita” della persona amata.
Chi è Franco Arminio
Franco Arminio (1960) è un poeta, documentarista e scrittore campano, salito alla ribalta per i suoi scritti sulla “paesologia”, ovvero un modo nuovo di guardare alle zone disabitate o ai piccoli paesi che lentamente e inesorabilmente si stanno spopolando, a favore di agglomerati urbani più grandi.
Da anni, ormai, Arminio si batte per sensibilizzare sul problema dello spopolamento dei paesi e sulla ricchezza delle storie che dovrebbero essere tramandate riguardo a vecchie tradizioni.
Considerato l’inventore della paesologia, Franco Arminio è prima di tutto un poeta d’amore, e lo abbiamo visto anche questa volta, leggendo la sua bellissima poesia. I suoi versi sono come paesaggi dipinti e il corpo, trasfigurato spesso in vegetazione, emana una sensualità conturbante.