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“Chiuso per lutto”, la poesia Gesualdo Bufalino per Falcone e Borsellino

“Chiuso per lutto” è una poesia di Gesualdo Bufalino per commemorare la scomparsa dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Oggi ricorre il ventinovesimo anniversario della morte del magistrato antimafia Paolo Borsellino, ucciso da un’esplosione in via D’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992. Per commemorare la sua memoria e quella del collega e amico Giovanni Falcone, morto il 23 maggio dello stesso anno abbiamo pensato di proporvi la poesia di Gesualdo Bufalino “Chiuso per lutto”, tratta dal libro “Il Guerrin Meschino”.

“Chiuso per lutto”

Basta così, giù il sipario, non me la sento stasera.
Si chiude. Vi rimborso il biglietto.
Lasciamo Guerrino per un bel po’
a sbrogliarsela con le tenebre
sul ciglione dell’abisso.

Gli farà bene vegliare anche lui
in questa Notte d’Ulivi della Sicilia…
Sicilia santa, Sicilia carogna…
Sicilia Giuda, Sicilia Cristo…
Battuta, sputata, inchiodata
palme e piedi a un muro dell’Ucciardone,
fra siepi di sudari in fila
e rose di sangue marcio
e spine di sole e odori,
sull’asfalto, di zolfo e cordite…

Isola leonessa, isola iena…
Cosa di carne d’oro settanta volte lebbrosa…

No, non verrà Guerrino a salvarla
con la spada di latta
a cavallo di Macchiabruna…

Nessun angelo trombettiere
nel mezzogiorno del Giudizio
suonerà per la vostra pasqua,
poveri paladini in borghese,
poveri cadaveri eroi,
di cui non oso pronunziare il nome…

Non vi vedremo mai più sorridere
col telefono in una mano
e una sigaretta nell’altra,
spettinati, baffuti, ciarlieri…

Nessuna mano solleverà
la pietra dei vostri sepolcri…
Nessuna schioderà
le bare dalle maniglie di bronzo…

Forse solo la tua, bambino.

Falcone e Borsellino nel cuore dell’Italia

È una poesia, questa, che tutti dovremmo leggere, che si dovrebbe insegnare nelle scuole; farla leggere ai ragazzi ad alta voce nel giorno del ricordo. Una poesia che esterna dolore e sgomento, un grido contro la vigliaccheria di Cosa Nostra e della sua infamia. L’Italia aveva due eroi, vivi, reali e operativi. Non è passato un giorno senza che il lavoro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non migliorasse lo stato malsano e corrotto del nostro Paese. Due uomini immolati alla giustizia, che hanno fatto del loro mestiere una ragione di vita – e di morte. Due uomini il cui coraggio ha restituito giustizia e senso di legalità prima ad una regione, poi all’Italia intera, battendosi processo dopo processo.

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Gesualdo Bufalino

Gesualdo Bufalino è nato a Comiso il 15 novembre 1920 ed è morto il 14 giugno 1996. È stato per lungo tempo insegnante e traduttore, ha condotto una vita ritirata nella città di nascita e solo tardivamente, si è affermato come scrittore con l’opera “Diceria dell’untore”, iniziata nel 1950 e terminata nel 1971, ma pubblicata dopo una lunghissima rielaborazione decennale, che vinse il Premio Supercampiello nel 1981. Caratteristica della prosa di Gesualdo Bufalino e la composizione quasi poetica dei suoi testi. La sua cultura sconfinata diventò quasi un’ossessione quando, per rimediare alla mancanza di una biblioteca a Comisio, iniziò a tradurre dall’italiano al francese i testi dei grandi scrittori che avrebbe voluto leggere in lingua originale.

 

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