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Baudelaire e il tema del ricordo nella poesia “Il balcone”

“Il balcone” è una malinconica poesia di Charles Baudelaire tratta da “I Fiori del male”. Dedicata a Jeanne Duval, “Il balcone” rievoca momenti di spensieratezza di cui non resta che il ricordo.

Nella raccolta “I Fiori del male”, Charles Baudelaire ha racchiuso tutti i suoi sogni, le sue speranze, i suoi dubbi e i suoi dissidi interiori. In un’opera che attraversa Parigi e gli stati d’animo dell’autore, non mancano le poesie dedicate al tema dell’amore. “Il balcone” è una di queste.

Trentaseiesimo componimento della raccolta scritta da Charles Baudelaire, inserito nella sezione “Spleen e ideale”, “Il balcone” rievoca gli spensierati “momenti felici” (v.21) trascorsi con Jeanne Duval, la musa ispiratrice di Baudelaire che è per l’appunto la protagonista assoluta di questa bellissima poesia, in cui i ricordi di Baudelaire delle fresche serate trascorse in compagnia della donna amata si mescolano alla sensualità da lei emanata. Leggiamo “Il balcone” nella traduzione curata da Marcello Comitini.

Il balcone di Charles Baudelaire

Madre dei miei ricordi, unica tra le amanti.
Tu, il solo mio piacere, l’unico mio dovere!
Certo ricorderai l’incanto delle carezze,
la dolcezza del focolare il fascino delle sere,
madre dei miei ricordi, unica tra le amanti!

Le sere illuminate dall’ardere dei carboni,
e le sere al balcone, velate da vapori rosa.
Era dolce il tuo seno! generoso il tuo cuore!
Spesso ci dicevamo parole immortali
le sere illuminate dall’ardere dei carboni.

Come son belli i soli nelle calde serate!
Lo spazio è più profondo! è più possente il cuore!
Chinandomi su di te, regina delle adorate,
credevo di respirare l’essenza del tuo sangue.
Come son belli i soli nelle calde serate!

La notte s’innalzava spessa come un muro,
e nel buio le mie pupille indovinavano il tuo sguardo,
bevevano il tuo respiro, o dolcezza! o veleno!
Dormivano i tuoi piedi tra le mie mani fraterne.
La notte s’innalzava spessa come un muro.

Ho l’arte di evocare i momenti felici,
e rivivo il passato stretto fra le tue ginocchia.
Perché cercare altrove languide bellezze
altrove che nel tuo corpo e nel tuo cuore soave?
Ho l’arte di evocare i momenti felici!

Giuramenti, profumi, baci infiniti,
risorgeranno ai nostri occhi dall’abisso profondo,
come salgono verso il cielo i soli ringiovaniti
dopo essersi lavati in fondo ai mari oscuri?
– Giuramenti! Profumi! Baci infiniti!

Le balcon di Charles Baudelaire

Mère des souvenirs, maîtresse des maîtresses,
Ô toi, tous mes plaisirs ! ô toi, tous mes devoirs !
Tu te rappelleras la beauté des caresses,
La douceur du foyer et le charme des soirs,
Mère des souvenirs, maîtresse des maîtresses !

Les soirs illuminés par l’ardeur du charbon,
Et les soirs au balcon, voilés de vapeurs roses.
Que ton sein m’était doux ! que ton cœur m’était bon !
Nous avons dit souvent d’impérissables choses
Les soirs illuminés par l’ardeur du charbon.

Que les soleils sont beaux dans les chaudes soirées !
Que l’espace est profond ! que le cœur est puissant !
En me penchant vers toi, reine des adorées,
Je croyais respirer le parfum de ton sang.
Que les soleils sont beaux dans les chaudes soirées !

La nuit s’épaississait ainsi qu’une cloison,
Et mes yeux dans le noir devinaient tes prunelles,
Et je buvais ton souffle, ô douceur ! ô poison !
Et tes pieds s’endormaient dans mes mains fraternelles.
La nuit s’épaississait ainsi qu’une cloison.

Je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses,
Et revis mon passé blotti dans tes genoux.
Car à quoi bon chercher tes beautés langoureuses
Ailleurs qu’en ton cher corps et qu’en ton cœur si doux ?
Je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses !

Ces serments, ces parfums, ces baisers infinis,
Renaîtront-ils d’un gouffre interdit à nos sondes,
Comme montent au ciel les soleils rajeunis
Après s’être lavés au fond des mers profondes ?
– Ô serments ! ô parfums ! ô baisers infinis !

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