“Carme V” di Catullo, poesia che insegna a vivere l’amore con felicità e libertà

7 Dicembre 2024

La vita è troppo breve per aver timore di amare. Questa la lezione del Carme V di Catullo poesia che celebra l'amore senza paura delle convenzioni sociali.

"Carme V" di Catullo, poesia che insegna a vivere l'amore con felicità e libertà

L’amore non teme giudizi e pregiudizi. Il Carme V A Lesbia di Gaio Valerio Catullo, detto anche Vivamus mea lesbia, atque amemus (Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci) è una delle poesie più celebrate dell’intera letteratura latina. Il Carme V è il manifesto esplicito che l’amore e la passione non si curano di ciò che pensano e dicono gli altri.

Nella poesia assistiamo al trionfo dell’amore tra Catullo e Lesbia. È il primo componimento dell’autore latino che celebra la forza delle passioni in maniera spensierata e gioiosa. In questo Carme, per Catullo la vita è passione e il giudizio degli altri diventa irrilevante nei confronti delle emozioni intense vissute dai due amanti. Emerge anche la consapevolezza della fugacità dell’esistenza. La vita è breve e bisogna viverla fino in fondo, senza perdere un solo istante di felicità.

Il Carme V A Lesbia fa parte dellla raccolta di poesie Liber o Carmina di Gaio Valerio Catullo la cui prima edizione originale risale al f I secolo a.C.

Leggiamo questa stupenda poesia di Catullo per apprezzarne il rivoluzionario significato.

Carme V di Gaio Valerio Catullo

Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci,
e le dicerie dei vecchi severi
consideriamole tutte di valore pari a un soldo.
I soli possono tramontare e risorgere;
noi, quando una buona volta finirà questa breve luce,
dobbiamo dormire un’unica notte eterna.
Dammi mille baci, poi cento,
poi ancora mille, poi di nuovo cento,
poi senza smettere altri mille, poi cento;
poi, quando ce ne saremo dati molte migliaia,
li confonderemo, per non sapere (il loro numero)
e perché nessun malvagio ci possa guardare male,
sapendo che ci siamo dati tanti baci.

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Carme V, Gaio Valerio Catullo

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestememus assis.
Soles occidere et redire possunt:
Nobis cum semel occidit brevis lux,
Nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
Dein mille altera, dein secunda centum
Deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

La vita è troppo breve per non godere del vero amore

Il Carme V A Lesbia è una poesia d’amore di Gaio Valerio Catullo è una delle opere più famose e rappresentative della storia della letteratura, che offre una visione rivoluzionaria riguardo alle convenzioni sociali. È un inno alla libertà e alla passione che supera i limiti temporali e culturali. L’amore è visto come antidoto alla caducità della vita e quindi il poema è capace di poter parlare al cuore di lettori di ogni epoca.

La poesia di Catullo mette in evidenza dei temi che, malgrado oltre due mila anni da quando fu scritta, sono sempre attuali. Non a caso viene celebrata nel film L’attimo fuggente con Robin Williams, anticipando il Carpe diem di Orazio, diventato emblema di un’intera generazione.

Catullo esprime attraverso i suoi versi l’importanza dell’amore come esperienza totalizzante. Per Lesbia vive dei sentimenti carnali e spirituali che vanno oltre qualsiasi convenzione sociale. La ripetizione iperbolica dei baci, che troviamo a metà del testo, mettono in evidenza l’essenza dell’amarsi sfidando se stessi a non tenere conto degli altri e allo stesso tempo sfidando gli altri a manifestare la loro passione e felicità senza temere in nessun modo il loro giudizio.

La vita è troppo breve per non godere dei piaceri dell’amore. “Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci” esprime l’invito a vivere il presente intensamente e senza freni perché il futuro è sempre incerto. Il tempo non può essere fermato e quindi il senso del limitare la passione è un vero peccato.

I soli possono tramontare e risorgere;
noi, quando una buona volta finirà questa breve luce,
dobbiamo dormire un’unica notte eterna.

L’immagine dei soli che tramontano e risorgono segnano il fluire incessante del tempo e quindi la brevità dell’esistenza umana. Alla fine arriverà la “notte eterna”, la morte, e quindi è meglio vivere intensamente i piaceri e la passione, prima che sia troppo tardi.

Gaio Valerio Catullo nei versi del Carme V esprime un messaggio di pura ribellione nei confronti delle convenzioni sociali. Il poeta latino si oppone ai giudizi “severi” dei “vecchi”, in quanto espressione di una società rigida e moralista.

La trasgressione diventa principio di libertà nei confronti di tutte le convenzioni repressive di una società che tende a limitare la bellezza dell’amare. La passione di due amanti non possono essere oggetto di pregiudizio. Amare è il sentimento più importante che possa esistere.

Chi era Lesbia, la Musa del Carme di Catullo

Lesbia è la donna amata da Gaio Valerio Catullo a cui dedica nel suo Liber numerosi poemi dai quali emerge l’amore intenso, tormentato e passionale per la sua Musa.

È probabile che “Lesbia” sia uno pseudonimo poetico. Il vero nome dell’amata è Clodia, una nobildonna romana appartenente alla gens Claudia, famosa per la sua bellezza, intelligenza e stile di vita mondano.

Lesbia è al centro del corpus poetico di Catullo e incarna l’idea di un amore totalizzante, che diventa sia fonte di ispirazione poetica sia motivo di profonda sofferenza.

Attraverso il suo tormenato rapporto con Lesbia, Catullo esplora temi come la caducità della vita, la passione, il dolore, la gelosia e la fragilità delle relazioni umane.

In ogni caso la loro è una relazione trasgressiva, lei lo avrebbe tradito spesso e nei “Carmi” del Liber lui celebra questa donna rivelando amore, passione, tormento, gelosia. In alcuni momenti Lesbtia appare come divina, in altri esprime il suo disprezzo per il comportamento di lei.

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