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Capodanno, le 25 poesie più belle per celebrare l’anno nuovo

Scopri l'antologia delle migliori poesie di Capodanno da dedicare e condividere. Emozioni e ispirazione per festeggiare il nuovo anno.

Il Capodanno deve essere poesia. Per questo abbiamo selezionato alcune delle poesie sul Capodanno più belle, celebri ed emozionanti da  offrire ai nostri lettori.

La poesia offre il piacere di poter donare a chi si ama, a chi si vuole bene, a chi è simpatico un piccolo pezzo di magia.

Un viaggio nel tempo poetico che aiuta a preparare l’anno con la giusta atmosfera.

Un momento per godere della bellezza dei grandi autori che come sempre riescono a donare enorme magia.

Le poesie non dimentichiamo contengono0 esperienza e possono offrire i giusti consigli per affrontare l’anno nuovo nel miglior modo possibile.

L’inizio del nuovo anno deve avere i versi giusti, naturalmente in base alla personalità e ai gusti di ognuno di noi.

Partire con la giusta poesia e come selezionare la giusta colonna sonora del prossimo anno.

Le poesie di Capodanno per augurare il meglio

1. Ode al primo giorno dell’anno di Pablo Neruda

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare

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2. Fine d’anno di Jorge Luis Borges

Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici e irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito,
perduri qualcosa in noi:
immobile.

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3. Fine del 68 di Eugenio Montale

Ho contemplato dalla luna, o quasi,
il modesto pianeta che contiene
filosofia, teologia, politica,
pornografia, letteratura, scienze
palesi o arcane. Dentro c’è anche l’uomo,
ed io tra questi. E tutto è molto strano.
Tra poche ore sarà notte e l’anno
finirà tra esplosioni di spumanti
e di petardi. Forse di bombe o peggio,
ma non qui dove sto. Se uno muore
non importa a nessuno purché sia
sconosciuto e lontano.

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Auguri di buon anno

Auguri di buon anno, i 15 versi poetici da donare e condividere

Buone parole a Capodanno, buona vita tutto l’anno. Ecco 15 magici versi tratti dalle più belle poesie per gli auguri di buon anno.

4. Il primo gennaio di Eugenio Montale

So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta, da un fondale,
da un fuori che non c’è se mai nessuno
l’ha veduto.
So che si può esistere
non vivendo,
con radici strappate da ogni vento
se anche non muove foglia e non un soffio increspa
l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone.
So che non c’è magia
di filtro o d’infusione
che possano spiegare come di te s’azzuffino
dita e capelli, come il tuo riso esploda
nel suo ringraziamento
al minuscolo dio a cui ti affidi,
d’ora in ora diverso, e ne diffidi.
So che mai ti sei posta
il come – il dove – il perché,
pigramente rassegnata al non importa,
al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
germinale di larve e arborescenze.
So che quello che afferri,
oggetto o mano, penna o portacenere,
brucia e non se n’accorge,
né te n’avvedi tu animale innocente
inconsapevole
di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra
e una sostanza, un raggio che si oscura.
So che si può vivere
nel fuochetto di paglia dell’emulazione
senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato
da Chi volle tu fossi…e se ne pentì.
Ora,
uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti
lo scheletro dell’albero di Natale,
ti accompagna in sordina il mangianastri,
torni indietro, allo specchio ti dispiaci,
ti getti a terra, con lo straccio scrosti
dal pavimento le orme degli intrusi.
Erano tanti e il più impresentabile
di tutti perché gli altri almeno parlano,
io, a bocca chiusa.

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5. Capodanno di Masaoka Shiki

È capodanno:
tra il cielo e la terra
inizia l’armonia.

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6. Anno nuovo di Johann Wolfgang Goethe

A noi che siamo
tra il vecchio e il nuovo,
la sorte dona
queste ore liete;
e il passato impone
d’aver fiducia
a guardare avanti
e a guardare indietro.

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7. San Silvestro 1917 di Karl Kraus

L’anno vecchio è affondato inerme
e dallo scannatoio sorge il nuovo.
I bei tempi sono infami?
E la vergogna non frena il corso degli anni?

Un orecchio timoroso ascolta lontano:
solo di tanto in tanto si sente tremare la terra.
Ma imperturbabili passano i tempi
su questo sogno peccaminoso.

Passano con i lunari,
continuando nel nuovo anno l’usata attività:
si congedano dagli assassini dell’umanità,
buon anno augurando ai profanatori del creato.

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8. Poesia di Capodanno di Lina Schwarz

Buon Capodanno. S’alza il sipario…
Via il primo foglio del calendario!
Sui tuoi foglietti scritto che hai,
Anno che sorgi? Letizia o guai,
giornate bianche; giornate nere?..
No, i tuoi segreti non vo’ sapere;
sopra ogni pagina che Iddio mi dona
io voglio scrivere: – giornata buona.

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9. Il mattino dell’anno nuovo di Drummond De Andrade

Sorge il mattino di un nuovo anno.
Le cose sono lustre, a posto.
Il corpo liso si rinnova di spuma.
Tutti i sensi svegli funzionano
La bocca sta masticando la vita.

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10. Che sia un buon inizio di Papa Giovanni Paolo II

All’inizio del nuovo anno
prego il Signore
di concedere la pace, la concordia,
la tranquillità nell’ordine
e nel rispetto dei diritti
di ogni persona umana,
senza cui il mondo
non può avanzare
verso traguardi
di progresso e di civiltà.

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11. Foglie di palma di Charles Bukowksi

a mezzanotte in punto
1973-74
Los Angeles
ha cominciato a piovere sulle
foglie di palma fuori dalla mia finestra
i clacson e i fuochi d’artificio
erano svaniti
e tuonava.

ero andato a letto alle 21.00
spente le luci
tirate su le coperte –
la loro letizia, la loro felicità,
le loro urla, i loro cappelli di carta,
le loro automobili, le loro donne,
i loro ubriachi dilettanti…

la notte di Capodanno mi atterrisce
sempre

la vita non sa nulla degli anni.

adesso i clacson si sono ammutoliti
e i fuochi d’artificio e i tuoni…
tutto è finito in cinque minuti…
odo soltanto la pioggia
sulle foglie di palma,
e penso:
non capirò mai gli uomini,
ma è andata
anche questa.

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12. Ti auguro tempo di Elli Michler

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

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13. Auguri di Capodanno di Diego Valeri

Io credo all’uccellino batticoda:
che ci porti il buon anno.
Scorre liscio su l’umido tappeto
di bruni muschi, alla soglia del mare,
sosta un tratto a beccare, e poi di nuovo
scivola via come una spola, vola,
sparisce in cielo. Neppur ci ha guardati.
Ma è bello, affusolato, grigio e bianco:
porta, certo, il buon anno.

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14. La diligenza di Capodanno di Hans Christian Andersen

Mezzanotte suonò sopra il villaggio
nella placida piazza solitaria…
le ore sobbalzano nell’aria
per la tacita volta senza raggio;
recava da lontano, intanto il vento
come un tintinnio garrulo d’argento,
e pel villaggio solitario; errare
un trotto di cavali si sentì;
un cavallo vicino, ecco nitrì
il gabellier si sporse per guardare;
qualche finestra ancor s’illuminò
e mezzanotte, lenta, risonò.
La diligenza a dodici cavalli
arriva con dodici signori.
e tutti, presto presto, venner fuori
con valige, con scatole, con scialli;
e il primo, un vecchio tremulo e bonario:
“Lode a Dio – esclamò – siamo in orario!”
Era il trentun dicembre ed era l’ora
che l’anno vecchio, curvo, se ne va,
nel mare eterno dell’eternità
svanisce, si disperde, si scolora,
mentre vanno per ville e per tuguri
baci e abbracci, brindisi e auguri.

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15. Buon anno, Buon anno! di Vivian Lamarque

Ascolta bene,
bambina o bambino:
“Buon Anno!”, dice il prato
al suo fiorellino;
“Buon anno!”, dice il mare
al suo pesciolino
“Buon Anno!”, dice il cielo
al suo uccellino;
e anche il lettino al suo cuscino
e anche la tazza al suo piattino
e anche il panino al suo formaggino
e anche il cucchiaio al suo cucchiaino
e anche la sciarpa al suo berrettino
e anche la scala al suo gradino
e anche la casa al suo balconcino
e anche il sasso al suo sassolino…

e anche questa pagina
a te, bambina o bambino!

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16. Poesia di Capodanno di Raoul Follereau

Anno nuovo… anche per chi soffre
Signore, insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che amiamo.
lnsegnaci a pensare agli altri
ed amare in primo luogo quelli che nessuno ama.
Signore, facci la grazia di capire che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morir di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.
E non permettere più,
Signore, che noi viviamo felici da soli.

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17. Prontuario per il brindisi di Capodanno di Erri De Luca

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,

allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,

a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

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18. Nuovo anno di Madre Teresa di Calcutta

Cosa posso dirvi per aiutarvi a vivere meglio in questo anno?
Sorridetevi
gli uni gli altri;
sorridete a vostra moglie
a vostro marito
ai vostri figli
alle persone con le quali lavorate
a chi vi comanda;
sorridetevi a vicenda;
questo vi aiuterà a crescere nell’amore
perché il sorriso è il frutto dell’amore.

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19. Augurio per l’anno nuovo all’amata di Andrej Voznesenskij 

Alla finestra cariatidi.
E nelle case tacchi.
Ali
a reazione
di alberi
sfondano i soffitti!

Che meraviglie ci si profetizzano?
Quale nuova sciarada
in questa purità di conifere,
in questi globi fiammanti?

Oh, la ragazza col mandolino!
Inebriando e rimbrottando,
divampa come un mandarino
la buccia del ciuffo rossiccio.

Prende a ruzzare come una scolata,
rosicchia gli aghi dell’albero…
Che vorrà,
da che cosa sarà punta
nell’anno successivo?

Buffoneggia, si fa timida.
Alle finestre una nera neve.
E la portiera in bianco
come un uomo selenico.

«Spegni dunque! Spegni!»
L’amore è sempre
vigilia.
Ha in sé
l’Anno Nuovo
dell’anima.
E l’irruenza dell’albero
è come una donna nel buio –
tutta nel futuro, tutta perle
con gli aghi sulle labbra!

20. Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari

Filastrocca di Capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno.
Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore di pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

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21. L’anno nuovo di Gianni Rodari

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.

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22. O anno nuovo di Gianni Rodari

O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr’ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.

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23. È arrivato un treno carico di… di Gianni Rodari

Nella notte di Capodanno,

quando tutti a nanna vanno,

è in arrivo sul primo binario

un direttissimo straordinario,

composto di dodici vagoni,

tutti carichi di doni…

Sul primo vagone, sola soletta,

c’è una simpatica vecchietta.

Deve amar molto la pulizia

perchè una scopa le fa compagnia…

dalla sua gerla spunta il piedino

di una bambola o di un burattino.

“Ho tanti nipoti”, borbotta, “ma tanti!

e se volete sapere quanti,

contate tutte le calze di lana

che aspettano il dono della Befana.”

Secondo vagone, che confusione!

Carnevale fa il pazzerellone:

c’è Arlecchino, c’è Colombina,

c’è Pierrot con la sua damina,

e accanto alle maschere d’una volta

galoppano indiani a briglia sciolta,

sceriffi sparano caramelle,

astronauti lanciano stelle

filanti, e sognano a fumetti

come gli eroi dei loro giornaletti.

Sul terzo vagone

viaggia la primavera

col vento marzolino.

Gocce ridono e piangono

sui vetri del finestrino.

Una rondine vola,

profuma una viola…

tutta roba per la campagna.

In città, tra il cemento,

profumano soltanto

i tubi di scappamento.

Il quarto vagone è riservato

a un pasticcere rinomato

che prepara, per la Pasqua,

le uova di cioccolato.

Al posto del pulcino c’è la sorpresa.

campane di zucchero

suoneranno a distesa.

Un carico giocondo

riempie il quinto vagone:

tutti i fiori del monto,

tutti i canti di maggio…

buon viaggio! buon viaggio!

Giugno, la falce in pugno!

Ma sul sesto vagone

io non vedo soltanto

le messi ricche e buone…

vedo anche le pagelle:

un po’ brutte, un po’ belle,

un po’ gulp, un po’ squash!

ah, che brutta invenzione,

amici miei,

quei cinque numeri prima del sei.

Il settimo vagone

è tutto sole e mare:

affrettatevi a montare!

Non ci sono sedili, ma ombrelloni.

Ci si tuffa dai finestrini

meglio che dai trampolini.

C’è tutto l’Adriatico,

c’è tutto il Tirreno:

non ci sono tutti i bambini…

Ecco perchè il vagone non è pieno.

Sull’ottavo vagone

ci sono le città:

saranno regalate

a chi resta in città

tutta l’estate.

Avrà le strade a sua disposizione:

correrà, svolterà, parcheggerà

da padrone.

A destra e a sinistra

sorpasserà se stesso…

ma di sera sarà triste lo stesso.

Osservate sul nono vagone

gli esami di riparazione.

Severi, solenni come becchini…

e se la pigliano con i bambini!

Perchè qualche volta, per cambiare,

non sono i grandi a riparare?

Sul decimo vagone

ci sono tanti banchi,

c’è una lavagna nera

e dei gessetti bianchi.

Dai vetri spalancati

il mondo intero può entrare:

e’ un ottimo maestro

per chi lo sa ascoltare.

Sull’undicesimo vagone

c’è un buon odore di castagne,

paesi grigi, grigie campagne

già rassegnate al primo nebbione,

e buoni libri da leggere a sera

dopo aver spento la televisione.

Ed ecco l’ultimo vagone,

è fatto tutto di panettone,

ha i cuscini di cedro candito

e le porte di torrone.

Appena in stazione sarà mangiato

di buon umore e di buon appetito.

Mangeremo anche la panca

su cui siede a sonnecchiare

Babbo Natale con la barba bianca.

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24. Oroscopo di Gianni Rodari

O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr’ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.

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25. Mattina del nuovo anno di Helen Hunt Jackson

Solo una notte dal vecchio al nuovo!
Solo una notte, e così tanto lavoro!
Il cuore del vecchio anno si stancò,
ma disse: Il nuovo anno ha portato il riposo”.
Le speranze dell’anno vecchio il suo cuore ha deposto,
come in una tomba; ma fiducioso, disse:
“I fiori della corona del nuovo anno
Sbocciano dalle ceneri dei morti”.
Il cuore del vecchio anno era pieno di avidità;
di egoismo, desiderava e soffriva,
e gridava: “Non ho la metà di ciò che mi serve.
La mia sete è amara e insoddisfatta”.
Ma alla mano generosa del nuovo anno
Tutti i doni in abbondanza ritorneranno;
Il vero amore capirà;
Da tutti i miei fallimenti imparerà.
Sono stato imprudente; sarà
Tranquillo, calmo e puro di vita.
Sono stato uno schiavo; sarà libero,
e troverà un dolce ritmo dove io lascio la lotta”.

Solo una notte dal vecchio al nuovo!
Mai una notte ha portato tali cambiamenti.
L’anno vecchio aveva il suo lavoro da fare;
Nessun miracolo del nuovo anno è stato fatto.

Sempre una notte dal vecchio al nuovo!
La notte e il balsamo curativo del sonno!
Ogni mattina è la mattina del nuovo anno che si avvera,
La mattina di una festa da mantenere.
Tutte le notti sono notti sacre per fare
Confessione, proposito e preghiera;
Tutti i giorni sono giorni sacri per svegliarsi
Nuova gioia nell’aria soleggiata.
Solo una notte dal vecchio al nuovo;
Solo un sonno dalla notte al mattino.
Il nuovo non è altro che il vecchio che si avvera;
Ogni alba vede nascere un nuovo anno.

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