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“Canto d’autunno” di Baudelaire, addio all’estate fra spleen e ideale

"Canto d'autunno" è un componimento scritto da Charles Baudelaire e racchiuso nella raccolta de "I fiori del male". Malinconici, romantici, musicali, questi versi hanno un'eco magica, parlano al nostro cuore.

Ne “I fiori del male abita l’anima di uno dei poeti più amati di sempre, Charles Baudelaire. I suoi versi hanno viaggiato in ogni angolo del mondo, tradotti in innumerevoli lingue, in altrettante versioni.

“Canto d’autunno”, suddiviso in due stanze e composto in alessandrini, è un componimento in cui la malinconia dell’autunno si fonde con quella dell’animo dell’io lirico.

La vita, la morte, il tempo, l’amore, tutto gira armoniosamente attorno al tema dello spleen, quella strana malinconia che talvolta si impossessa di noi e della nostra anima.

Non a caso, “Canto d’autunno”, che leggiamo nella traduzione di Luciana Frezza, è racchiusa nella sezione Spleen et idéal. 

“Canto d’autunno” di Charles Baudelaire

Presto c’immergeremo nelle fredde tenebre;
addio, vivida luce di estati troppo corte!
Sento già cadere con un battito funebre
la legna che rintrona sul selciato delle corti.

Tutto l’inverno in me s’appresta a rientrare;
ira, odio, brividi, orrore duro e forzato
lavoro e, come il sole nel suo inferno polare
il cuore non sarà più che un blocco rosso e ghiacciato.

Rabbrividendo ascolto ogni ceppo che crolla;
non ha echi più sordi l’alzarsi di un patibolo.
Il mio spirito è simile alla torre che barcolla
ai colpi dell’ariete instancabile e massiccio.

Mi pare, così cullato da questo tonfo monotono,
che una bara qui accanto si stia inchiodando d’urgenza.
Per chi? – E’ autunno: soltanto ieri era estate!
Questo suono misterioso sa di partenza.

II

Mi piace dei tuoi lunghi occhi la luce verdastra,
dolce beltà, ma oggi tutto per me è amaro,
e niente, né il tuo amore, né il fuoco, né il tuo boudoir
mi compensa del sole che fiammeggia sul mare.

Ma tu, tenero cuore, amami ugualmente!
Sii madre anche a un ingrato, anche a un perfido;
sorella o amante, sii la dolcezza effimera
di un autunno glorioso o d’un sole un tramonto.

Compito breve! La tomba aspetta: è avida!
Ah! lasciami, la fronte sulle tue ginocchia, gustare,
rimpiangendo l’estate bianca e torrida,
il giallo, dolce, ultimo raggio autunnale!

Chant d’automne

I

Bientôt nous plongerons dans les froides ténèbres ;
Adieu, vive clarté de nos étés trop courts !
J’entends déjà tomber avec des chocs funèbres
Le bois retentissant sur le pavé des cours.

Tout l’hiver va rentrer dans mon être : colère,
Haine, frissons, horreur, labeur dur et forcé,
Et, comme le soleil dans son enfer polaire,
Mon coeur ne sera plus qu’un bloc rouge et glacé.

J’écoute en frémissant chaque bûche qui tombe ;
L’échafaud qu’on bâtit n’a pas d’écho plus sourd.
Mon esprit est pareil à la tour qui succombe
Sous les coups du bélier infatigable et lourd.

Il me semble, bercé par ce choc monotone,
Qu’on cloue en grande hâte un cercueil quelque part.
Pour qui ? – C’était hier l’été ; voici l’automne !
Ce bruit mystérieux sonne comme un départ.

II

J’aime de vos longs yeux la lumière verdâtre,
Douce beauté, mais tout aujourd’hui m’est amer,
Et rien, ni votre amour, ni le boudoir, ni l’âtre,
Ne me vaut le soleil rayonnant sur la mer.

Et pourtant aimez-moi, tendre coeur ! soyez mère,
Même pour un ingrat, même pour un méchant ;
Amante ou soeur, soyez la douceur éphémère
D’un glorieux automne ou d’un soleil couchant.

Courte tâche ! La tombe attend ; elle est avide !
Ah ! laissez-moi, mon front posé sur vos genoux,
Goûter, en regrettant l’été blanc et torride,
De l’arrière-saison le rayon jaune et doux !

Una cura alla malinconia

Baudelaire non è l’unica persona a cui l’arrivo della stagione autunnale ispiri tanta malinconia. Di certo, l’autore parisien non avrà sperimentato molte estati soleggiate che sanno di spensieratezza e salsedine; quel che è certo, tuttavia, è che la bella stagione rappresentasse per lui come uno spartiacque, un momento che sancisce la fine di un’era e l’inizio di un’altra.

Il fatto che l’estate abbia raggiunto la sua conclusione è sintomo del tempo che scorre, inesorabilmente incurante di tutto ciò che distrugge al suo passaggio.

In “Canto d’autunno”, la stagione dei rami spogli è il primo indicatore del freddo che si appresta a invadere corpo e anima del protagonista della poesia.

Una cura sembra esserci, in qualche modo. E si palesa soltanto nella seconda stanza di “Canto d’autunno”: rassicurante e familiare, calda di “luce verdastra” e di bellezza, la figura femminile cantata dal poeta conforta il suo cuore ferito, che nonostante ciò non riesce a riappacificarsi con la sua malinconia.

Charles Baudelaire

Charles Baudelaire nacque a Parigi il 9 aprile 1821. Nonostante non avesse pubblicato ancora nessuna opera, già nel 1843 Baudelaire era conosciuto nei circoli letterari parigini come un dandy dedito a spese e lussi che spesso non poteva neppure permettersi, circondandosi di opere d’arte e libri. Il 1845 segna il suo esordio come poeta, con la pubblicazione di “A una signora creola”.

Padre dei simbolisti e idolo dei decadenti, Baudelaire ha ispirato tutti i suoi successori illustri, come Rimbaud, Breton, Mallarmé, ma anche Pascoli, D’Annunzio, Pirandello e Svevo. Sofferente, cerca nell’hashish, nell’oppio e nell’alcol il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo ucciderà a soli 46 anni.

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