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“Autunno” (1931) di Vincenzo Cardarelli, malinconica poesia sull’arrivo dell’età matura

Cosa rappresenta l'"Autunno"? Scoprilo nei versi della poesia di Vincenzo Cardarelli dedicata al mese del primo freddo e delle foglie morte.

Autunno di Vincenzo Cardarelli è una poesia che attraverso la metafora dell’arrivo della nuova stagione autunnale ci racconta il passaggio dalla gioventù alla maturità degli umani.

L’estate, che per Cardarelli è la stagione più bella, in cui la gioia e la felicità sono l’essenza dell’esistenza, lascia spazio all’arrivo dell’autunno che è il simbolo della maturità dell’uomo e allo stesso tempo la fine di quell’età in cui le illusioni, la vita, l’entusiasmo sono parte integrante dell’esistenza.

Lo scorrere del tempo degli umani è il centro della poesia di Vincenzo Cardarelli, in cui la fugacità della giovinezza estiva deve lasciare spazio all’autunno della maturità, che fa da apripista alla “fine invernale” della vita.

Autunno fu scritta  e pubblicata per la prima volta nel 1931, molto presubimilmente, su L’Italiano rivista fondata da Leo Longanesi e poi inserita in Giorni in piena, la raccolta di poesie di Vincenzo Cardarelli pubblicata per la prima volta da Quaderni di Novissima a Roma nel 1934.

Leggiamo questa splendida poesia autunnale di Vincenzo Caradarelli per comprenderne il profondo e intenso significato.

Autunno di Vincenzo Cardarelli

Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

Il canto malinconico dell’arrivo dell’età adulta

Autunno è una poesia di Vincenzo Cardarelli che prende spunto dal declinare inesorabile del sole nel passaggio dall’estate all’autunno, che diventa l’inevitabile metafora dello scorrere del tempo nella vita umana.

Il poeta utilizza la prima persona plurale, il noi, per coinvolgere tutti gli uomini. L’esperienza individuale viene dilatata ad esperienza universale. Ciò su cui riflette la poesia, infatti, non riguarda esclusivamente il poeta ma un fenomeno naturale che accomuna tutti gli esseri umani.

Il tema è quello ricorrente nelle poesie di Cardarelli dello scorrere del tempo, del trascorrere della vita. Il passare delle stagioni scandisce e dà il senso al passare del tempo che conduce l’uomo verso la fine della sua esistenza e così come l’autunno si annuncia, arriva, passa e se ne va, lo stesso avviene per il tempo della vita.

Le stagioni il simbolo del tempo che passa degli uomini

La poesia Autunno di Vincenzo Cardarelli stabilisce un nesso simbolico fra l’arrivo della stagione autunnale e la fine della giovinezza, l’autunno simboleggia il periodo della maturità dell’uomo che precede la vecchiaia.

Come l’autunno avanza lentamente verso l’inverno anche la vita del Poeta, e con lui quella dell’umanità in genere, arrivata alla sua piena maturità si avvia lentamente verso la sua stagione invernale e verso la morte.

La poesia può essere divisa in due parti.

Nei 7 versi della prima parte Vincenzo Cardarelli descrive il paesaggio che preannuncia l’arrivo dell’autunno. Le perturbazioni tipiche di fine estate, con il vento intenso tipico della fine d’agosto spinge le nubi ricche di pioggia settembrine che segna la fine dell’estate.

Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.

Il sole naturalmente in questo periodo perde l’estivo vigore per farsi giorno dopo giorno più pallido e incerto, offrendo agli uman i che vivono questo passaggio quel senso di struggente malinconia che diventa sempre più evidente nel cuore degli umani.

Questa parte della poesia evidenzia la presa di coscienza dell’umanità che la stagione della giovinezza, in cui era tutto gioia, sole intenso, felicità, luce, vitalità deve lasciare il passo all’arrivo di qualcosa di diverso, di più tranquillo e riflessivo.

Nei successivi 5 versi della seconda parte della poesia l’umanità è sempre accomunata alla natura, ed è costretta a vivere lo stesso cammino esistenziale. L’avanzare lento delle stagioni diventa metafora dell’avanzare delle età della vita dell’uomo.

Tutto diventa decisamente più lento e monotono, non esiste più la stessa gioia di prima, “il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.”

La fine delle illusioni di matrice leopardiana

Sembra di rivedere in questi versi il pensiero poetico di Giacomo Leopardi, in cui associa alla figura di Silvia lo sfuggire veloce della vita e la presa di coscienza che la fine veloce della giovinezza coincide con l’infelicità umana.

Vincenzo Cardarelli non utilizza una figura umana, ma come sempre nelle sue poesie, guarda al contesto naturale che lo circonda. L’autunno quindi diventa il simbolo della malinconica convinzione che la vita passa in modo veloce, dice infatti “e lungamente ci dice addio” per sottolineare che il “tempo migliore”, la giovinezza (ovvero la stagione estiva) è finito.

La vita umana e le stagioni della natura sembrano coincidere, un principio assoluto da condividere con l’intero genere umano.

L’età adulta per Vincenzo Cardarelli presuppone la fine della vita e della gioia della giovinezza, quindi la maturità non assume quella connotazione positiva che dovrebbe possedere.

L'”autunno” diventa si caratterizza per la sua “lentezza indicibile”, che diventa metafora dell’avanzare della stanchezza e della monotonia, si perde quella vitalità estiva, nelle uggiose giornate autunnali,  e quindi diventa l’immagine dell’uomo che spinge avanti fino alla vecchiaia e poi alla morte.

La bella stagione saluta per sempre, Cardarelli utilizza un perentorio “addio”, che diventa l’emblema della fine della vita, nomn si può più tornare indietro, tutto ormai deve per forza proseguire avanti, senza la possibilità di poter tornare indietro.

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