“Autunno” di Gianni Rodari, poesia che insegna a vivere con leggerezza

20 Settembre 2025

Scopri come vivere la vita con maggior leggerezza, grazie ai versi di Autunno, geniale poesia di Gianni Rodari sul contrasto tra istinto e ragione.

"Autunno" di Gianni Rodari, poesia che insegna a vivere con leggerezza

Autunno di Gianni rodari è una poesia che saluta l’arrivo della stagione delle foglie cadenti (questa definizione è nostra). Una filastrocca, nello stile del Maestro di Omegna, scritta per i bambini, ma che offre un messaggio importante anche per i ragazzi più grandi e gli adulti.

Con Autunno, Gianni Rodari racconta la vita degli umani.  Le foglie secche citate nella poesia sono infatti la metafora della vita. L’arrivo delle giornate più brevi, del freddo, delle ombre lunghe, del buio sono la rappresentazione della vita che con l’età è destinata ad incontrare la fine.

Leggiamo la poesia di Gianni Rodari e godiamoci il ritmo dei suoi versi, magari provando a visualizzare la scena.

Autunno di Gianni Rodari

Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle
che sfidano i suoi salti.

La lenta morte dell’anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.

L’autunno visto da un altro punto di vista, con più leggerezza

Autunno è una poesia di Gianni Rodari di grandissimo significato. Amiamo questo autore perché riesce sempre a donarci qualcosa. Anche attraverso semplici filastrocche pensate per i bambini, in realtà trasmette messaggi profondi che parlano a tutte le età.

L’autunno, come tutte le stagioni, ha ispirato poeti, pensatori e filosofi da sempre. La stagione che segna il passaggio dall’estate all’inverno è spesso associata all’età matura degli esseri umani, alla fase della vita che prepara all’inevitabile fine dell’esistenza. In questa poesia, però, Rodari ribalta la prospettiva e mette in scena un palcoscenico autunnale dal senso diverso, sorprendente.

L’autunno si trasforma in un piccolo spettacolo quotidiano

Rodari descrive un gatto che rincorre le foglie secche sul marciapiede, contendendole alla scopa di chi le raccoglie. L’animale non vede in quelle foglie morte un rifiuto da eliminare, ma un’occasione di gioco, un segno di vita.

Per il gatto, le foglie che cadono non sono simbolo di fine. Somigliano piuttosto a farfalle leggere che lo invitano a saltare e a inseguirle. Dove l’uomo vede sporcizia e morte, l’animale trova energia, vitalità, divertimento.

Il rivoluzionario poeta italiano riesce a mettere in scena qualcosa di geniale. Un momento semplice di vita quotidiana diventa un modo diverso di guardare alla vita. Serve maggiore leggerezza nell’affrontare l’esistenza e la consapevolezza che ogni attimo, ogni stagione riescono ad offrire qualcosa di speciale se osservati dalla giusta prospettiva.

Il contrasto tra istinto e ragione

Il cuore della poesia è proprio in questa contrapposizione. L’uomo raccoglie le foglie secche, le brucia e se ne libera, interpretandole come segno del tempo che passa e della vita che finisce. Ciò che muore simbolicamente disturba, fa paura, crea disagio e quindi va eliminato alla vista prima possibile.

È chiaro che il poeta non sta condannando la pulizia e la raccolta delle foglie morte. Ma, utilizza queste scena per creare un paradosso di significato, per evidenziare come la ragione umana molte volte finisce per offrire una percezione della vita che guida allo sconforto, anziché alla gioia e alla serenità.

I mostri dell’esistenza in tanti casi sono creazioni della razionalità umana, sovrastrutture che non esistono nella realtà. Proprio per questo bisognerebbe liberarsi da molte sovrastrutture che finiscono per fare stare male, anziché bene.

Il gatto, trasforma la caduta delle foglie, non in senso della fine, ma in un gioco, dimostrando che anche ciò che appare destinato alla morte può diventare occasione di vita.

“La lenta morte dell’anno”, scrive Rodari, “non è per lui che un bel gioco”. Il gatto diventa simbolo di un altro modo di affrontare il tempo e le stagioni. Il piccolo felino agisce senza paura, con leggerezza e naturalezza. Le foglie cadute non sono per lui inutili resti, ma creature da inseguire, come farfalle che gli regalano vitalità.

Ciò significa che chi vive seguendo l’istinto e in armonia con ciò che la vita propone, trova sempre nuove opportunità, anche laddove la ragione vede soltanto perdita.

Le foglie secche come nuova vita

Per gli esseri umani, invece, le foglie secche ricordano che tutto è destinato a finire. Vanno eliminate, bruciate, trasformate in un “lieto fuoco” che illumina il tramonto della giornata, ma che simboleggia anche l’accettazione del tempo che scorre inesorabile, sta conducendo alla fine della vita.

Le foglie, un tempo verdi e rigogliose, in autunno diventano rosse e gialle, perdono linfa vitale e alla fine si staccano, fluttuando nell’aria senza possibilità di ritorno. In questa immagine molti riconoscono i propri anni che passano, la propria esistenza che si avvicina al tramonto.

Eppure, Rodari invita a pensare che forse quelle foglie preferirebbero trasformarsi in farfalle, tornare a vivere, diventare prede di gioco per il gatto. La vera sconfitta, invece, è diventare soltanto fumo in un falò, simbolo di una vita ridotta a cenere.

Una lezione di leggerezza

Attraverso il gatto, Gianni Rodari invita a riflettere e a imparare. Le stagioni della vita vanno accolte tutte, una per una, non con paura ma con leggerezza, come un gioco. La fine può essere vissuta non come morte, ma come trasformazione, come passaggio a un’altra forma di esistenza.

“La farfalla” e “il lieto fuoco” diventano allora simboli potenti: ci ricordano che la vecchiaia e il tempo che scorre non devono essere guardati come un annuncio di morte, ma come un’occasione per vivere ancora, per trasformarsi, per godere del momento fino in fondo.

Certo, a parole sembra facile. Ma la poesia di Gianni Rodari ricorda che vale la pena impegnarsi a rispettare tutte le stagioni della vita, affrontarle senza paura e giocare con esse, proprio come fa il gatto sul marciapiede d’autunno.

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