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“Ascoltavo la pioggia” di Alda Merini, la dolce malinconia dell’autunno

“Ascoltavo la pioggia” è una dolce e malinconica poesia in cui Alda Merini descrive e personifica, con versi semplici e musicali, la pioggia.

L’autunno è ormai arrivato, e ha portato freddo, piogge e vento, che sono arrivati così copiosi da sembrare intenzionati a depurare il mondo. Oggi, vogliamo condividere con voi la lettura di “Ascoltavo la pioggia”, un componimento di Alda Merini dedicato proprio al fenomeno della pioggia, fra i più lirici e carichi di stimoli introspettivi presenti in natura.

La pioggia che ci fa fermare un istante ad osservare fuori dalla finestra od oltre l’ombrello, che ci fa focalizzare su suoni delicati e scrosci impetuosi che non siamo più abituati ad apprezzare, che ci induce a riflettere, a guardarci intorno, a volte a piangere.

Nella poesia di Alda Merini, la pioggia è un elemento personificato, dotato di voce propria. È proprio lei a chiedere al silenzio, altro elemento personificato in questi versi, a porre domande esistenziali formulate con semplicità e dolcezza uniche nel loro genere.

Ascoltavo la pioggia di Alda Merini

Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.

L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.

Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.

Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.

E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.

Alda Merini

Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931. Poetessa e scrittrice, si è sempre distinta per l’impressionante intimità raccontata nelle sue opere.

Voce tormentata dagli eventi del suo tempo e da un malessere interiore che ha sempre cercato di esprimere attraverso la scrittura, Alda Merini ha esordito giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti, scopritore del talento artistico della ragazza.

Nel 1947 viene internata per la prima volta in una clinica, reduce dall’incontro con “le prime ombre della sua mente”. Da quel momento in avanti, la vita di Alda Merini è caratterizzata dal ricovero in varie case di cura, da periodi di desolata solitudine e silenzi inenarrabili. Nonostante le difficoltà psichiche, Alda Merini è riuscita a lasciarci in eredità una vastissima produzione, fra versi, opere in prosa e aforismi, carica di profondità ed emozione, espresse in modo assolutamente distintivo e personale.

Le poesie di Alda Merini e i suoi aforismi sono diventati parte integrante della nostra cultura e del nostro immaginario collettivo proprio grazie alla forza evocativa di cui i versi di questa splendida autrice sono intrisi. Celeberrimo, fra tutti, il componimento “Sono nata il 21 a primavera”, reso famoso anche per merito della versione musicata e cantata da Milva (Milva canta Merini, 2004).

Alda Merini ci ha lasciati a Milano, il 1° novembre 2009.

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