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“Notte d’estate” (1912) di Antonio Machado, sublime poesia sulla solitudine e la mancanza

Condividiamo tutta la bellezza di “Notte d’estate”, malinconica poesia di Antonio Machado sul proprio malessere esistenziale.

Notte d’estate (Noche de Verano) di Antonio Machado è una poesia che mette in scena la solitudine e il vuoto del poeta proiettati sul paesaggio di un vecchio villaggio durante una notte estiva. 

La poesia di Antonio Machado esprime la sua enorme sensibilità. Partendo dal suo lato più profondo il poeta riesce ad esprimere sia la bellezza che la tragedia dell’esistenza umana. 

Notte d’estate esprime tutta la nostalgia del suo autore, così come l’amore per la sua terra natale e un giustificato senso di perdita.

La poesia è il quindicesimo poema della raccolta di poesie Campi di Castiglia (Campos de Castilla) pubblicata nella prima edizione nel 1912. Si tratta di un libro non uniforme, innanzitutto per le differenze cronologiche.

Tra la data del primo nucleo di poesie (1912) e la sua chiusura nel 1917 c’è un periodo caratterizzato da gravi eventi, soprattutto a livello personale a causa della morte di Leonor, sua moglie, avvenuta nel 1912.

Ma, leggiamo questa sublime poesia di Antonio Machado per apprezzarne la bellezza estetica e il profondo significato. 

Notte d’estate di Antonio Machado

È una bella notte d’estate
Tengono le alte case
aperti i balconi
del vecchio paese sulla vasta piazza
Nell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi ed acacie
simmetrici disegnano
le nere ombre sulla bianca arena.
Allo zenit la luna, e sulla torre
la sfera dell’orologio illuminata.
Io in questo vecchio paese a passeggiare
solo come un fantasma.

Noche de verano, Antonio Machado (testo originale)

Es una hermosa noche de verano.
Tienen las altas casas
abiertos los balcones
del viejo pueblo a la anchurosa plaza.
En el amplio rectángulo desierto,
bancos de piedra, evónimos y acacias
simétricos dibujan
sus negras sombras en la arena blanca.
En el cenit, la luna, y en la torre,
la esfera del reloj iluminada.
Yo en este viejo pueblo paseando
solo, como un fantasma.

Notte d’estate e la solitudine del poeta  

È quasi cinematografico il paesaggio descritto da Antonio Machado in Notte d’estate, una poesia composta da 12 versi in cui gli endecasillabi si alternano ai settenari creando un’armoniosa musicalità.

Il poeta descrive il paesaggio di un villaggio in una notte d’estate. Il suo sguardo scivola dalla cima delle case alla piazza e poi risale per dare una breve impressione del cielo e della torre.

All’interno di questo paesaggio, la dimensione umana è al centro dell’attenzione. L’io del poeta appare alla fine mentre vaga in solitudine, esprimendo così il suo vuoto esistenziale.

L’osservazione intimistica della propria solitudine

È una bella notte d’estate
Tengono le alte case
aperti i balconi
del vecchio paese sulla vasta piazza

Con questi versi esordisce Antonio Machado rendendo immediatamente comprensibile cosa i suoi occhi stanno osservando.

Il caldo di una notte d’estate, quando ancora i climatizzatori non facevano sentire il loro rumore notturno, i balconi delle case ai piani alti, durante la stagione estiva, si solevano tenere aperti per far entrare la frescura della notte.

Quei balconi aperti durante la “notte d’estate” creavano comunità, appartenenza, identità collettiva. Questo passaggio è molto importante perché il senso di solitudine di chi vive in un luogo come quello descritto da Antonio Machado è espressione di un malessere esistenziale.

La sua solitudine non è quella di un uomo che attraversa lue strade di una metropoli di notte, ma quella di un essere umano che sente di stare male per aver perso qualcosa d’importante.

Come abbiamo letto sopra, Antonio Machado nel 1912 perse la moglie Leonor e questo gli causò una senso di perdita, una mancanza esagerata.   

E come in un film Antonio Machado sposta la scena planando sino a raggiungere la piazza del paese.

Nell’ampio rettangolo deserto,
panchine di pietra, evonimi ed acacie
simmetriche disegnano
le nere ombre sulla bianca arena.

 Si evince da questo passo del poema il perno che unisce la descrizione paesaggistica e lo stato d’animo del poeta. Il poeta esprime la sua solitudine, la piazza è deserta e a fargli compagnia solo “le nere ombre sulla bianca arena”. 

Ed è proprio nell’ultima strofa che Machado esplicita la tematica intimista che ha dato origine a “Notte d’estate”.

Allo zenit la luna, e sulla torre
la sfera dell’orologio illuminata.
Io in questo vecchio paese a passeggiare
solo come un fantasma.

La luna alta nel cielo e la torre dell’orologio sono espressione del tempo che passa e allo stesso tempo segnano l’attimo in cui Antonio Machado contempla sulla propria esistenza. 

Il risultato è “passeggiare solo come un fantasma”, che offre il senso del suo non esistere, del suo smarrimento, della sua assenza. 

Il vecchio paese e l’espressione dell’anima di Antonio Machado

In questa poesia si nota la presenza di intimità. La descrizione, con pennellate impressionistiche mentre viene fatta una breve selezione di elementi dell’ambiente, è impregnata di simbolismo per evocare realtà e sentimenti profondi che vengono proiettati sul paesaggio.

Poesia di grande bellezza, descrittiva, intima. I sentimenti della solitudine, del tempo che passa e della morte sono sentimenti universali che si riescono a percepire e per certi versi sono comuni a tanti che come Antonio Machado vivono quel senso di mancanza ed assenza. 

Non è facile accettare la morte, non né facile vivere la fine di un amore, non è facile accorgersi che ci si sente soli. Sono emozioni che solo i grandi poeti riescono ad esprimere con maestria, segnalando che che in tanti vivono il malessere della propria vita. 

Per tanti non c’è pace e anche nel proprio paese natale si accorgono di essere invisibili come fantasmi.

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