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La vita, il destino e le scelte nella poesia di Antonio Machado

Chi o cosa traccia il nostro percorso di vita? È questione di destino o di scelte? Antonio Machado, nella sua poesia più famosa, ci racconta del viandante che traccia il suo sentiero di vita un passo dopo l'altro.

Destino o scelte? La vita procede seguendo un percorso già tracciato, oppure siamo noi che, un passo dopo l’altro, creiamo la mappa del nostro viaggio? “Viandante”, la meravigliosa poesia di Antonio Machado, di cui ricorre l’anniversario della scomparsa, ci fa riflettere proprio su questo tema, invitandoci a guardare alle nostre azioni con più consapevolezza e responsabilità.

“Viandante” di Antonio Machado

“Tutto passa e tutto resta,
però il nostro è passare,
passare facendo sentieri,
sentieri sul mare.

Mai cercai la gloria,
né di lasciare alla memoria
degli uomini il mio canto,
io amo i mondi delicati,
lievi e gentili,
come bolle di sapone.

Mi piace vederle dipingersi
di sole e scarlatto, volare
sotto il cielo azzurro, tremare
improvvisamente e disintegrarsi…
Mai cercai la gloria.

Viandante, sono le tue orme
il sentiero e niente più;
viandante, non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando.

Camminando si fa il sentiero
e girando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai più
si tornerà a calpestare.

Viandante non esiste il sentiero,
ma solamente scie nel mare…

Un tempo in questo luogo dove
ora i boschi si vestono di spine,
si udì la voce di un poeta gridare
«Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»

Colpo dopo colpo, verso dopo verso…

Il poeta morì lontano dal focolare.
Lo copre la polvere di un paese vicino.
Allontanandosi lo videro piangere.
«Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»

Colpo dopo colpo, verso dopo verso…

Quando il cardellino non può cantare.
Quando il poeta è un pellegrino,
quando non serve a nulla pregare.
«Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»

Colpo dopo colpo, verso dopo verso”.

La vita è fatta di scelte

Con la sua splendida poesia “Viandante”, Antonio Machado ci racconta, attraverso la metafora dell’uomo che cammina e lascia le sue orme sul terreno, la sua visione sulla vita e sull’uomo. La riflessione condotta dall’autore spagnolo è di grande impatto: fra anafore, armonie di suono ed immagini estremamente evocative, il poeta esprime con certezza l’idea secondo cui siamo noi che, passo dopo passo, diamo forma alle nostre vite.

Non è questione di destino e determinismo. Ciascun uomo è come tale perché ha intrapreso una strada piuttosto che un’altra, e quella strada lo ha portato ad essere se stesso:

“Un tempo in questo luogo dove
ora i boschi si vestono di spine,
si udì la voce di un poeta gridare
«Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…»”.

Chi è Antonio Machado

Antonio Cipriano José Marìa y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz, poeta spagnolo conosciuto semplicemente come Antonio Machado, nasce il 26 luglio 1875 a Siviglia, in Spagna, città da cui va via, insieme al resto della famiglia, all’età di 8 anni.

La vita della famiglia Machado viene sconvolta nel 1893, quando il padre di Antonio viene improvvisamente a mancare, lasciando i suoi cari in preda allo sconforto e alla disperazione. È un periodo difficile, fatto di stenti e difficoltà economiche. Tuttavia, il giovane Antonio continua a frequentare gli ambienti teatrali e i circoli letterari, facendosi conoscere e conoscendo, a sua volta, gli intellettuali dell’epoca.

Tra il 1899 e il 1902 effettua due viaggi a Parigi dove conosce Jean Moréas e Oscar Wilde. Nel 1903 pubblica “Soledades”, una bellissima raccolta poetica. Dopo la morte della moglie, negli anni Venti, diventa uno degli intellettuali che contrastano con maggiore convinzione la dittatura di Primo De Rivera.

All’inizio del 1939 Antonio Machado abbandona la Spagna insieme con il fratello, la cognata e la madre, per andare oltre la frontiera francese, che raggiunge tra il 28 e il 29 di gennaio. Muore il 22 febbraio dello stesso anno.

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